Citazione:
ANCORA UNA VIOLENZA IN CASERMA
11 febbraio 1987 — pagina 15 sezione: CRONACA
TORINO Due carabinieri, un brigadiere e un militare di leva, sono stati arrestati per violenza carnale su una donna handicappata. Come i commilitoni condannati la settimana scorsa dal tribunale di Monza per avere abusato di una ragazza inglese, anche loro avrebbero violentato la propria vittima in caserma. Una storia che fa vomitare commenta il sindaco di Condove, Massimo Maffiodo, comunista, operaio, padre di famiglia. Condove è un paese ad una cinquantina di chilometri da Torino, alle porte della Valle di Susa, 4400 abitanti che poco tempo fa avevano minacciato una mezza rivoluzione perché dal ministero avevano comunicato di voler smantellare la caserma e allontanare quindi i sei uomini in divisa. Ora, a Condove, c' è incredulità, stupore. Adesso il brigadiere Sergio Sibilio, 26 anni, sposato, con un figlio di 4 anni e il carabiniere Biagio Carrino, 21 anni, sono rinchiusi nel carcere militare, colpiti da ordine di cattura spiccato dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Ferrando. Saranno giudicati anch' essi dalla Procura militare che l' altro ieri ha ordinato l' arresto degli altri tre carabinieri-violentatori di Lentate sul Seveso: Luca De Meo, 27 anni; Mario Grimaudo, 24 anni e Franco Monti, 20 anni. Questi ultimi sono tornati in carcere dopo una settimana di libertà. Altri carabinieri li hanno prelevati dalle rispettive abitazioni. L' accusa nei loro confronti è concorso in violenza aggravata e continuata. Dopo le condanne del Tribunale civile (4 anni a De Meo e Grimaudo e 2 anni e mezzo a Monti) i tre militari rischiano una nuova pena: un anno di detenzione. E i tre trasferiti a Torino per il processo si ritroveranno di fronte ancora una volta Hilary Jane Farthing. In ogni caso ha commentato il dottor Pierpaolo Rivello che ha firmato gli ordini di cattura la ragazza verrà sentita, qui alla Procura militare, e non è escluso che compaia in aula. Ma dopo il caso di Lentate sul Seveso, ora c' è quello di Condove. Una violenza, stando a quanto sostiene l' accusa, uguale a quella patita dall' inglesina, nel silenzio di una caserma di una stazione dell' Arma, sperduta fra le prime montagne della Valle di Susa. Ma questa volta, la vittima è una minorata psichica di 31 anni, L.F., madre di un bambino di 12 anni (affidato ad un istituto) che in caserma era ormai di casa. Quasi ogni giorno la donna partiva da Grugliasco, un paese nella prima cintura torinese, per andare a trovare il brigadiere Sibilio, da un anno vicecomandante della stazione. L.F. raccontava, dicono, di essere perseguitata dalle Brigate rosse. Bussava ai portoni di tutte le caserme dell' Arma della zona. Ma a Condove, ad un certo momento, ha trovato ospitalità. Il brigadiere Sibilio, fra un fonogramma e una pratica, fra un' uscita dalla caserma per i posti di blocco e una partita a carte al bar, aveva acquistato la sua fiducia. E stando alla ricostruzione degli investigatori, nel febbraio dell' anno scorso, una sera in cui il brigadiere era di turno in caserma L.F. è stata sbattuta contro un muro e violentata. Poi ci sarebbero stati altri incontri. Ad essi secondo le accuse avrebbe partecipato anche Biagio Carrino ma poi il giovane si è pentito. E' andato a confidarsi con un sacerdote: Con questo peso sulla coscienza non riesco più a dormire. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio. Il prete che parla con il carabiniere non sotto il segreto della confessione, gli consiglia di dire tutto ai suoi superiori. Così il giovane carabiniere, alla vigilia di Natale, decide di liberarsi di quel peso. Il giorno in cui è in permesso Carrino si presenta al comandante della compagnia di Susa. E lì rilascia una confessione vera e propria, con tanto di particolari. Questa donna non capiva, è matta avrebbe detto il carabiniere ci stava. Il brigadiere mi diceva che potevamo divertirci, che nessuno avrebbe saputo nulla. E pensi, che al piano di sopra alla caserma c' erano sua moglie e il figlio. Lo abbiamo fatto sempre di notte perchè era il momento più adatto. Poi, lei se ne andava via. Diceva che non sarebbe più tornata e invece puntualmente veniva di nuovo a suonare alla caserma. E allora questo incubo ricominciava.... Da Susa, pochi istanti dopo questa confessione, è partita una gazzella, destinazione Condove. Il brigadiere Sibilio, convocato ufficialmente per ricevere ordini superiori si è ritrovato davanti ad un tenente furibondo. Il sottufficiale a quel punto ha negato tutto. Si è difeso parlando di sua moglie e di suo figlio. Ma l' inchiesta è andata avanti comunque. E ieri, il giovane carabiniere ha consegnato l' autodenuncia al dottor Ferrando. I due militari, sospesi dal servizio, sono stati arrestati. E a Condove cadono tutti dalle nuvole. Ma come dice una donna che esce dalla caserma di via Cesare Battisti che si affaccia sulla piccola piazza dove viene ospitato il mercato settimanale i carabinieri fanno queste cose? Ho denunciato un furto a casa mia, qui c' è mia figlia che ha 20 anni. Voleva venire lei a presentare denuncia, meno male che l' ho accompagnata io. Nella caserma della violenza, il maresciallo comandante Andreangeli è introvabile. Un piantone guarda dallo spioncino e dal citofono del portone blindato: Andate via. Qui non c' è nessuno. Nel vecchio edificio, costruito durante il ventennio, i militari hanno l' ordine di non parlare. Al gruppo di Torino c' è lo stesso ordine. Un ufficiale ricorda amaramente: La gente deve pensare che i carabinieri si fanno ammazzare per difendere la collettività. Le pecore nere esistono dappertutto, purtroppo, adesso anche da noi. Mi dicono spiega il sindaco di Condove che il brigadiere Sibilio era una persona ligia al dovere, un carrierista. Una persona seria, insomma. Un carabiniere vero. A Milano, al comando della divisione Pastrengo, si afferma che si tratta di casi isolati e sporadici, che peraltro vengono immediatamente denunciati. Certo, si commenta, questi episodi danneggiano l' immagine dell' Arma, ma pochi casi di violazione della legge non indicano sicuramente un malcostume diffuso. - di ROBERTO PATRUNO