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Discussione: Etnopharmakon organizzazione no profit

  1. #1
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    Apr 2013
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    Salve,
    mi chiamo Federico Giudici e lavoro per l'organizzazione no profit Etnopharmakon, impegnata in progetti di tutela ambientale e promozione delle medicine tradizionali. Abbiamo da poco iniziato una campagna di crowdfunding per un progetto di tutela ambientale nell'Amazzonia peruviana, attraverso la coltivazione di piante medicinali e la diffusione e conservazione del sapere medico locale. Vi lascio il comunicato stampa della campagna.
    Cordialmente,
    Federico Giudici
    Per qualsiasi altra informazione contattare:
    Federico Giudici, responsabile comunicazione Etnopharmakon
    email: [email protected]


    ADOTTA UNA PIANTA MEDICINALE!


    CAMPAGNA UFFICIALE DI RACCOLTA FONDI PER LA REALIZZAZIONE DELLA RISERVA ETNOBOTANICA “AMARUMAYO” NELL'AMAZZONIA PERUVIANA SUD-ORIENTALE, FINALIZZATA ALLA SALVAGUARDIA DELLA CULTURA MEDICA LOCALE E DELLE POPOLAZIONI AD ESSA LEGATE
    Chi siamo. Etnopharmakon è un’organizzazione no profit italo-spagnola con sede legale a Busto Arsizio (Italia) e a Calafell (Spagna) nata all'inizio del 2014 con la finalità di salvaguardare e promuovere le pratiche derivanti dalle medicine tradizionali e non convenzionali e le culture dei popoli ad esse legate, attraverso progetti di salvaguardia ambientale, ricerca, educazione, formazione, informazione.

    “Amarumayo” (letteralmente “fiume dei serpenti”) è il nome che gli inca davano al “Madre de Dios” (fiume che dà il nome all’omonima regione amazzonica nel sud-est peruviano); una delle regioni con la più vasta biodiversità al mondo, ma purtroppo anche col più alto rischio ambientale. Un'emergenza culturale e antropologica in una zona in cui uomo e natura hanno un legame ancora profondo e antico, che trova tutta la sua forza vitale proprio nelle pratiche mediche tradizionali, veicolate da una millenaria sapienza tramandata dai curanderos (guaritori) e caratterizzate dall’uso esclusivo di piante locali. La depredazione indiscriminata di materie prime, la deforestazione, il commercio umano, il narcotraffico, etc. hanno oggi, purtroppo, la proporzione di una devastazione che sta mettendo in serio rischio la sopravvivenza di questo straordinario e ancora poco conosciuto patrimonio dell’umanità e della vita.

    IL NOSTRO OBIETTIVO E' QUELLO DI RESTITUIRE DIGNITA' AD UNA TERRA VIOLENTATA, PROTEGGENDO E VALORIZZANDO LA SUA STRAORDINARIA RICCHEZZA UMANA, CULTURALE ED AMBIENTALE

    Adottando una pianta ci aiuterai a realizzare la “RISERVA AMARUMAYO”, un giardino etnobotanico che sorgerà nella città di Puerto Maldonado, regione Madre de Dios, nel cuore dell'amazzonia peruviana. Un’area protetta in cui prendersi cura delle piante, fondamentali per le pratiche della medicina tradizionale e in cui coltivare l'identità delle nuove generazioni locali attraverso progetti formativi che li avvicineranno alla loro cultura e alle loro tradizioni, non solo come qualcosa che fu, ma come qualcosa che è ancora. Saranno gli stessi “curanderos”, selezionati secondo criteri di comprovata affidabilità e competenza, a prendersi cura del giardino, al quale potranno attingere liberamente e gratuitamente per le loro pratiche terapeutiche. Il mondo, dal canto suo, avrà la possibilità di incontrare e conoscere un modo di “prendersi cura” straordinariamente attuale e basato sullo stimolo della consapevolezza e della conoscenza di sé nel legame con la totalità dell'essere.

    Ad ogni contributo, piccolo o grande che sia, corrisponderanno delle ricompense per ringraziarti del sostegno e per rendederti veramente partecipe del progetto. In caso l'obbiettivo economico non venga raggiunto pienamente il progetto partirà ugualmente, verrà solo ridimensiontata la quantità di terreno da cui partire.

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    WWW.ETNOPHARMAKON.ORG

  2. #2
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    Bellissima iniziativa! Sarei curioso di sapere come avete fatto a conoscere la realtà di Amarumayo e come è nata l'Etnopharmakon. E il centro Takiwasi è nella stessa zona di Amarumayo?

  3. #3
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    Ciao Pawan,
    è interessante che tu mi chieda di Takiwasi perchè Etnopharmakon e il progetto Amarumayo partono proprio dal loro incontro. Ti spiego un po' meglio.Nel 2011 sono andato a Takiwasi per tre mesi per scrivere la mia tesi di laurea magistrale in antropologia che riguardava appunto il modello terapeutico che utilizzano lì per curare le tossicodipendenze. Una volta tornato in Italia ho deciso di proseguire gli studi in quella direzione specializzandomi con un master in Sistemi Sanitari e medicine tradizionali e una laurea che proponeva un modello integrato e alternativo da far partire in Italia come progetto pilota sempre riguardante le tossicodipendenze. Purtroppo sappiamo come vanno le cose in Italia riguardo le tematiche "droga" e università. Nel 2013 ho deciso di recarmi per altri mesi in Perù, questa volta a Puerto Maldonado (regione madre de dios, Takiwasi si trova a Tarapoto, nel nord est, Puerto è a sud est) presso un curandero che hai tempi della mia ricerca di laurea lavorava presso Takiwasi (Carlo Schenone Infante), e che ora collabora con loro saltuariamente, avendo deciso di non volersi dedicare unicamente a persone con problemi di dipendenza ma anche a persone con altre problematiche. I mesi trascorsi con lui i quella regione mi hanno dato l'opportunità di approfondire la conoscenza della medicina tradizionale di quei luoghi e mi hanno mostrato un territorio devastato da mille problemi, primo tra tutti l'estrazione illegale d'oro. Un problema enorme in quella parte di amazzonia e che causa una serie d'altri problemi e ogni sorta d'attività illecita. Da qui è nata l'idea del progetto Amarumayo, pensando ad un modo d'intervento che possa al contempo salvaguardare la foresta amazzonica e i ricorsi terapeutici tradizionali, anch'essi messi a rischio dalla forte illegalità presente sul territorio. Il cuore del progetto è dato dal fatto che Madre de Dios è una regione ricchissima, non solo d'oro, ma anche di una biodiversità e una cultura incredibili, e che potenziando questi due aspetti si possano contrastare quelle attività che, seppur dando lavoro a parecchia gente (anche se la maggioranza è sfruttata o peggio), stanno mettendo a serio rischio la vita stessa di quella terra.
    Scusa per la non brevità del messaggio. Credo d'aver risposto a tutto, se hai altre domande rimango a disposizione. E se vuoi sostenere il nostro lavoro su indiegogo te ne saremmo grati. Ti ricordo per ultimo che il progetto partirà ugualmente anche se non dovessimo raggiungere la cifra richiesta, in quanto una parte potremo coprirla noi direttamente, magari iniziando più in sordina di come pensavamo, ma comunque iniziando già da questo autunno. Grazie a te e a tutti quelli che vorranno partecipare.
    Federico

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