13.03.2007 ore 11:05:00.
La marijuana può coltivarsi sul web
Roma Uno studio riportato dallo sito scientifico Drugscience.org e riportato con grande risalto sulle colonne del quotidiano britannico The Guardian,attribuiva agli Stati Uniti il non invidiabile primato di principali produttori di marijuana nel mondo, avendo visto la propria produzione interna decuplicarsi negli ultimi venticinque anni. DrugScience.org, organizzazione che si occupa dell’uso terapeutico della cannabis e delle questioni legali collegate, quantificava l’ultimo raccolto annuale in dieci mila tonnellate, per un valore di 35.8 miliardi di dollari (circa 27 miliardi di euro), mentre la produzione di grano vale 17 miliardi di euro, quella di soia 12 e quella di fieno 9.
Se negli Stati Uniti si riflette sui dati forniti da Drugscience.org, in Italia si deve registrare la dichiarazione del presidente dell’Osservatorio sociale, Luigi Camilloni, che denuncia la facilità con cui su internet si possono reperire informazioni sulla vendita di semi di marijuana, sulla coltivazione “casalinga� e sui consigli e gli accorgimenti finalizzati ad una florida e ’illecita’ coltura.
«Se hai problemi per reperire i semi, se ancora non sei capace di seminare e coltivare dai primi accenni di cime ad una fioritura lussureggiante della tanto amata ’cannabis’ ma soprattutto se non sapevi finora che per un buon raccolto contano soprattutto le ultime due settimane del periodo di fioritura, allora vai su Internet per una navigazione veramente ’stupefacente’». Luigi Camilloni, riporta in questo modo alcune delle informazioni reperibili online.
Secondo Camilloni tutto questo dovrebbe far correre ai ripari il governo italiano. «In Italia, la vendita e quindi l’acquisto di semi di cannabis è legale, in quanto i semi di cannabis, non contengono, generalmente, sostanze stupefacenti. Diverso il discorso sulla coltivazione».
«Forse è giunto il momento di intensificare i controlli tra i ’collezionisti’ di semi di marijuana, ma soprattutto sarebbe opportuno rivedere e colmare le vistose lacune legislative», conclude Camilloni.
Fonte il Meridiano