Sul monte dei fianchi di siena ridurre tutto alla responabilità di d'alema mi sembra quantomeno ingenuo. Non credo proprio alla tesi "politica". Certamente la fondazione, controllata dalle istituzioni locali (comune, provincia, regione, curia, università), risente dell'influenza politica e su questo non ci sono dubbi. Si può discutere sui criteri delle nomine, sull'incompetenza di chi è stato messo li, sui sistemi di vigilanza che non hanno funzionato (consob, bankitalia, mistero economia,). e certamente su questo vanno individuate delle responsabilità.
Questa vicenda però va ben oltre le responsabilità particolari di partito, dimostra anzi la ormai totale sottomissione dell'economia reale a quella finanziaria, dei partiti ad un sistema finanziario che ha abdicato rispetto alla sua funzione primaria di sostegno.
Monte dei Fianchi non è l'unica banca ad aver ritoccato i bilanci nascondendo i debiti, tutte maggiori banche italiane hanno in pancia notevoli volumi di derivati. Servono a coprire le perdite e a presentare bilanci puliti ai propri azionisti, guadagnando sui bonus (lo stesso ragionamento vale per gli enti locali, dove gli azionisti sono rappresentati dagli elettori). Il derivato è sostanzialmente equiparabile a una scommessa e può riguardare di tutto, dal prezzo del grano al fallimento di uno stato. Una scommessa (altamente rischiosa) fatta però con soldi non propri, è come andare al casinò e giocarsi milioni di euro che non sono i tuoi. Se vinci è tutto utile, se perdi si socializzano le perdite ( sugli azionisti e risparmiatori nel caso della banca, sui cittadini nel caso di un ente locale).
Una banca va nazionalizzata in questi casi, non vedo altra soluzione civile e ragionevole. Basta pensare che sul mercato MPS vale più o meno 2 miliardi di euro e lo stato italiano ne ha prestati circa 4. E la banca ha 17 miliardi di crediti deteriorati, ovvero crediti che molto probabilmente andranno insoluti.
La colpa più grave dal punto di vista politico non è (solo) la gestione del Monte dei Pacchi di Siena in se, ma l'aver lasciato sciolto un sistema finanziario perverso, non aver legiferato una separazione tra banca commerciale e banca di invetimento, aver permesso speculazioni con i soldi dei cittadini e permesso la socializzazione delle perdite.