Ti ringrazio Rich, bellissime parole (anche se non amo particolarmente Kant)so che è impossibile avere una risposta a domande come questa, mi chiedevo solo se è possibile fare di questa ricerca, finalizzata alla propria completezza, il proprio scopo nella vita...e dopo un attimo di ragionamento, ho capito che basta avere la consapevolezza di essere padroni del proprio destino per far sì che qualsiasi obiettivo una persona si pone, lo può far diventare il proprio motivo, il proprio "senso della vita". L'importante è non perdere il concetto stesso di vita.
Non è assolutamente una stupidata, anzi, proprio per il fatto che questo tema ricorre in tantissimi ambiti, dalla filosofia alla religione all'arte, mi incuriosisce ulteriormente e mi spinge a cercare in questa direzione ciò che può rendere completa la mia anima. Insomma, non è un caso, se se ne sente parlare nei campi più disparati, avremo nel codice genetico un "sesto senso" che ci porta a cercare da queste parti il nostro obiettivo.
La filosofia buddhista è enormemente intrigante, composita da concetti interessanti e superiori, a mio avviso, a tutte le altre dottrine che spopolano nel mondo occidentale.
Arrivare a capire che siamo parte d'un tutt'uno è sicuramente un enorme passo in avanti nel nostro cammino; anche se la sola consapevolezza di esistere, per quanto semplice a parole, è più difficile da realizzare e da accettare di ciò che sembra.
Hai citato la tua Yoma..come rapporteresti il vostro legame al mito che vi vuole non come due individui, ma come due metà di un'unica anima?