Editoriale

DROGA / “Più coerenza nei messaggi rivolti a giovani e famiglieâ€?

di Roberto Berselli
Lettera aperta a proposito del 2° Festival antiproibizionista nella provincia di Parma.


Qualche giorno fa passeggiando per la città mi è caduto l’occhio su una maliziosa locandina: il ritratto della Duchessa Maria Luigia, affiancata dai due simboli della gastronomia parmigiana, faceva bella mostra di sé contornata da verdeggianti foglie di marijuana. Un po’incredulo e incuriosito ho guardato con più attenzione venendo a scoprire che in un Comune della nostra provincia si terrà il 2° Festival antiproibizionista. Pur sostenendo da sempre la libertà di pensiero quale pilastro della nostra democrazia, sono rimasto sorpreso per l’ardito accostamento della nostra storia e dei nostri due principali prodotti tipici alla droga, poiché di questo si tratta, nonostante la patinata locandina. Alla faccia del Festival del Prosciutto.

Tuttavia ciò che più mi ha lasciato “amareggiatoâ€? è leggere che si terrà anche, “con la partecipazione di ospiti internazionaliâ€? un seminario sulla corretta coltivazione! Dico questo poiché lo stesso giorno sulla stampa cittadina leggevo che Parma è la terza città dell’Emilia Romagna per sequestri di cocaina e che allo stesso tempo si nota una forte crescita del fenomeno dell’erba coltivata in casa o nel giardino, così che l’articolista chiosa: “La bassa quantità di marijuana sequestrata potrebbe essere in relazione all’aumento della produzione in proprioâ€?

Mentre i Tg locali ci raccontano di giovani arrestati per coltivazione illegale di cannabis, nel nostro territorio si insegna come migliorarne il raccolto (strano a dirsi proprio in uno dei Comuni che maggiormente hanno collaborato e investito in questi anni per interventi e progetti di prevenzione). Mi rendo conto dell’intento provocatorio degli organizzatori e tuttavia queste sono le contraddizioni di un sistema e di una società che ha fatto, indipendentemente dall’attuale legge sulla droga, dell’ipocrita divisione liberalizzazione/proibizionismo il suo scudo dietro il quale nascondersi per non vedere e non affrontare un problema enorme che taglia trasversalmente il nostro Paese.

Dopo vent’anni di lotta per aiutare singoli e famiglie ad uscire dalla droga, mi domando come sia possibile che ancora non si sia capito che senza messaggi coerenti rivolti a giovani e famiglie non ci sarà speranza per le persone più deboli. Alla dea “Libertà Individualeâ€? si sacrifica tutto: “io voglio, io mi sento…â€?; e per gli altri… “chi se ne fregaâ€?. E non venitemi a raccontare che lo si fa per ridurre il mercato clandestino e i profitti della mafia. Lo si fa perché è più facile pensare a noi stessi che accettare una qualche limitazione personale nell’interesse degli altri.

La legge sulla tutela dal fumo passivo insegna: solo il cambiamento di atteggiamento accomodante dei non fumatori ha forzato i fumatori a modificare le loro abitudini.

Se non condivideremo tutti quanti, singoli, istituzioni, organi di stampa, agenzie educative, una posizione chiara e ferma nei confronti delle droghe, legali ed illegali, non ci sarà speranza di futuro per i nostri giovani.



Forse sperare in una società libera dalla droga è un’utopia, ma noi davvero non stiamo facendo nulla per impedire il contrario.



Data di pubblicazione on line: 16 settembre 2006


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