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<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE> Usa. Il delta 9 THC potrebbe avere proprieta’ anti-cancro
Una ricerca indica che il principi attivo della cannabis, quella che provoca lo stordimento, il delta 9-THC, potrebbe proteggere dal cancro. Sarebbe in grado di fermare la diffusione del virus gamma herpes, responsabile delle probabilita’ di sviluppare la sindrome di Hodgkins, il sarcoma di Kaposi, e il linfoma di Burkitts. La ricerca e’ interamente pubblicata sulla rivista “BMC Medicine�, ed e’ stata condotta dagli scienziati della University of South Florida.
Quando una persona e’ infettata con il virus gamma erpes non puo’ guarire. Ed e’ praticamente impossibile eliminare il virus.
I virus gamma erpes sono differenti dai semplici virus dell’erpes. Risiedono quiescenti (inattivi) dentro i globuli bianchi per molti anni. Sfortunatamente il virus puo’ attivarsi all’improvviso, cominciando a riprodursi. Appena questo avviene, comincia ad attaccare altre cellule, aumentando la probabilita’ di sviluppare un cancro.
I ricercatori hanno scoperto che il delta 9 THC ferma l’improvvisa attivazione di questi virus. Hanno visto che le cavie morivano all’attivazione del virus, ma quelle cui veniva iniettato il delta 9 THC sopravvivevano, e non sviluppavano il cancro.
Questa scoperta puo’ portare alla sperimentazione di nuovi farmaci anti-cancro.
Il dottor Peter Medveczky ha dichiarato che se una persona avesse il cancro causato dal virus gamma erpes non dovrebbe iniziare a fumare la cannabis, perche’ si sta parlando di prevenzione, non di cura. Il delta 9 THC inoltre, rende piu’ debole il sistema immunitario, e i risultati ottenuti sono preliminari, e molte piu’ ricerche sono necessarie per confermare i risultati ottenuti�.
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<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE> La cannabis fumata non causa il cancro secondo uno studio caso-controllo
Secondo uno studio caso-controllo condotto dal Dr. Donald Tashkin e dai suoi colleghi dell’Università di California a Los Angeles, il fumo di cannabis, anche se pesante e di lunga durata, non risulta associato a neoplasie polmonari o di altro tipo del tratto aerodigestivo superiore. I risultati sono stati presentati il 26 giugno alla Conferenza annuale dell’International Cannabinoid Research Society (ICRS).
Lo studio comprendeva 1.209 residenti di Los Angeles di età tra i 18 e i 59 anni affetti da tumori (611 del polmone, 403 dell’orofaringe, 90 della laringe e 108 dell’esofago). Gli intervistatori hanno raccolto le anamnesi riguardanti l’uso di cannabis, tabacco, alcol e altre droghe, nonché dati su altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di neoplasie, tra cui la dieta, l’esposizione professionale e la familiarità per tumori. L’esposizione alla cannabis è stata misurata in anni-canna (un anno-canna = 365 canne). I pazienti affetti da cancro sono stati confrontati a 1.040 controlli non tumorali. Tra i controlli, il 46% non aveva mai fatto uso di cannabis, il 31% l’aveva usata per meno di un anno-canna, il 12% per 10-30 anni-canna, il 2% per 30-60 anni-canna e il 3% per oltre 60 anni-canna.
Il rischio di neoplasia polmonare, rapportato a quello dei soggetti che avevano consumato meno di un anno-canna, è risultato di 0.78 per 1-10 anni-canna, 0.74 per 10-30 anni- canna, 0.85 per 30-60 anni-canna e 0.81 per oltre 60 anni- canna. Un rischio inferiore a 1.0 significa che il rischio per consumatori di cannabis era leggermente inferiore che per i non consumatori. Risultati analoghi sono stati ottenuti per le altre localizzazioni neoplastiche. Non è stata inoltre rilevato alcun rapporto dose-risposta di rischio cancerogeno, nel senso che i rischi non aumentavano con l’aumento della dose. I dati sull’uso del tabacco, invece, come ci si aspettava, hanno rivelato un potentissimo effetto ed un chiaro rapporto dose-risposta.
(Fonte: Morgenstern H, et al. Marijuana use and cancers of the lung and upper aerodigestive tract: results of a case-control study. Presentation at the ICRS Conference on Cannabinoids, 24-27 June, Clearwater, USA)
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<TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>Sorprendente risultato di una ricerca dell'Università della California
\"Nessun legame tra cannabis e tumori di polmone, bocca, testa-collo\"
Studio Usa \"scagiona\" lo spinello
\"Non aumenta il rischio di cancro\"
Dimostrati invece i pericoli e le conseguenze nocive del tabacco
ROMA - Lo spinello non è più colpevole delle classiche sigarette, anzi. La cannabis, anche quando viene consumata per anni, non aumenta il rischio di tumore del polmone, e nemmeno di altri tipi di cancro, come quello della bocca, gola, testa-collo ed esofago.
Non è un invito all'uso di sostanze stupefacenti, ma il risultato di uno studio condotto dal team del professor Donald Taskin dell'Università della California di Los Angeles. I dati, presentati alla Conferenza internazionale della Società americana di penumologia in corso in questi giorni a San Diego, hanno sorpreso gli stessi stessi ricercatori.
Gli scienziati, in effetti, erano partiti con l'idea di dimostrare ben altro. \"Ci aspettavamo che l'uso di cannabis protratto nel tempo - afferma Taskin - aumentasse il rischio di tumore anche dopo decenni dal consumo della sostanza\". Proprio come era emerso dagli studi condotti negli ultimi anni: risale al 2000 la ricerca del centro Sloan-Kettering di New York, in cui si affermava che nei consumatori abituali di marijuana il rischio di sviluppare forme cancerogene alla testa e al collo, inclusi i tumori alla bocca e alla gola, aumentasse di 2,6 volte rispetto a chi non aveva mai toccato uno spinello. Conclusioni negate, per la verità , dagli scienziati della John Hopkins Medical School, secondo i quali nessuna prova evidenziava il contributo negativo della marijuana in questo tipo di forme tumorali.
Nella loro ricerca, i medici del team del professor Taskin hanno messo a confronto la storia clinica, le abitudini alimentari e lo stile di vita di 611 pazienti con cancro al polmone, 601 con tumore testa-collo, e 1040 soggetti sani, tutti sotto i 60 anni. In particolare, hanno raccolto informazioni sui consumi di marijuana e di tabacco, di alcolici o di altre droghe, sui casi di cancro in famiglia e sullo stato socio-economico di ciascun volontario.
Quindi, hanno diviso i partecipanti in tre categorie: i consumatori accaniti di cannabis, che avevano fumato oltre 22 mila spinelli; quelli moderati, con consumi tra gli 11 mila e i 22 mila, e i non fumatori. La conclusione è stata sorprendente: per i tre gruppi il rischio di tumore è lo stesso. L'aver fumato marijuana non influisce sulla probabilità di sviluppare neoplasie, ai polmoni come ad altri organi coinvolti.
Dalla ricerca è infatti emerso che l'80% dei pazienti con cancro del polmone e il 70% di quelli con tumori della testa-collo avevano il 'vizio' delle sigarette, ma solo la metà faceva uso di marijuana. Ancora una volta, quindi, il legame evidente è quello tra il cancro al polmone e il fumo di tabacco: il pericolo di ammalarsi è di 20 volte maggiore per chi fuma due o più pacchetti al giorno.
La cannabis viene invece \"scagionata\", anche se i ricercatori forniscono solo una spiegazione \"possibile\": secondo i medici, il principio attivo della cannabis, il Thc, incoraggerebbe le cellule 'anziane' a suicidarsi prima di eventuali trasformazioni tumorali.
(23 maggio 2006) da Repubblica
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[ Questo Messaggio è stato Modificato da: Ivan_il_terribile il 30-09-2006 11:27 ]