Raga mi avete fatto impazzire, ho letto 18 pagine di post…
Io sto facendo qualcosa del genere, vi premetto che sono architetto e quindi ho un’idea abbastanza precisa di cosa serve a livello urbanistico. Comunque prima di tutto bisogna che teniate bene a mente alcuni punti:
1- eccetto alcune isole davanti all’india non c’è nessuno stato che ti permetta di renderti indipendente, quindi ricadrai sempre sotto alcune leggi. Ma questo è un bene, perché organizzare una società civile è un’impresa titanica. Oltretutto quando sei all’estero le leggi sono sempre un po’ più dure per uno straniero e questo vale in tutto il mondo.
2- Non puoi organizzare un’operazione del genere basandoti sul fatto che il punto più importante sia coltivare ganja senza che ti dicano niente, va organizzata una comunità che fra le altre cose auto produce ganja (a parte che potrebbe essere interessato anche chi non fuma).
3- Nella comunità, per potersi staccare dal “resto del mondo” dovrebbero esserci medici, insegnanti, veterinari, agricoltori (di quelli veri) e avvocati (per difenderti dall’esterno). Ma quando si parla, come in alcuni post di 10, 20 o 50 mila persone è praticamente impossibile realizzarlo, non solo per l’investimento quanto per la gestione.
Detto questo credo che l’idea più fattibile sia quella di un gruppo di una ventina di persone che si trasferisce all’estero in un paese “permissivo”. E quindi avere la possibilità di usufruire del servizio medico e di tutti i pro che derivano dall’appartenere alla società civile, ma creando una gated community dove fare quello che si vuole. Dove sto io ce ne sono a decine. Quelle più simili al vostro sogno sono formate da gente che si è comprata un terreno in società, ha costruito le case e le ha recintate con un bel muro. All’interno si dividono i compiti, chi insegna, chi bada i bambini, chi coltiva i pomodori e chi fa l’erba, ma non tutti vivono lì 365 giorni all’anno. Alcuni si, altri ci stanno per un periodo e per il resto tornano nei rispettivi paesi a lavorare. E qui sta il secondo aspetto del tema: la community vive di rendita o produce?
Perché se vive di rendita servono una paccata di soldi e se produce non può produrre (solo) ganja, deve avere un mezzo di sostentamento legale. Anche perché immagino che uno voglia vivere in pace, circondato da amici, senza il problema di chiudere a chiave la porta e potendo sedersi in giardino a farsi un joint senza nessuno che ti dica bau.
Io ed alcuni amici stiamo facendo una cosa che vi posso raccontare, anche perché siamo ancora alle prime fasi e non c’è nulla di illegale. Come vi accennavo vivo in centro america e da noi le leggi sono assolutamente antidroga (o meglio anti-coca) ma c’è un certo permissivismo per l’erba e soprattutto nella zona dove vivo non esiste quasi la polizia. Noi abbiamo comprato un ettaro di terra a testa (siamo in 3) pagandolo 10mila dollari ciascuno. La zona è una collina immersa nella giungla, in linea d’aria a un paio di chilometri dal mare. La vista è da paura, la natura ve la lascio immaginare. Intorno a noi ci sono centinaia di ettari in vendità ma la zona è ancora vergine e quindi nei prossimi 30 anni sappiamo per certo che nessuno verrà a darci noia, perché le strutture turistico-ricettive si orientano sempre sulla vicinanza alle spiagge. L’idea è quella di riuscire ad avere una ventina di ettari in proprietà privata, nei quali costruirci le nostre case e un paio di attività e cioè una produzione di frutta e verdura per la vendita agli hotel della zona (che distano circa 10-15 km) e una scuola di yoga (che organizzerà dei corsi una settimana al mese). Ovviamente all’interno della proprietà coltiveremo anche della ganja ma dal momento che sarà solo per noi non ci sarà mai nessun problema. I guai cominciano quando ti dai al traffico e a noi non interessa. Questo progetto che abbiamo in corso, di comune accordo con i miei soci, è una cosa che realizzeremo fra non meno di una decina d’anni, cioè stiamo già organizzando le strade e la parte urbanistica, fra poco cominceremo a costruire ma ci trasferiremo del tutto quando andremo in pensione, perché abbiamo figli che vanno a scuola e attività da seguire.
Ma siccome non riesco ad aspettarexxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
. Siamo abbastanza vicini ai servizi pubblici (15 km dal primo insediamento) ma siamo totalmente isolati dall’esterno, per proteggerci da malintenzionati e sguardi indiscreti. I compratori saranno tutti amici con i quali ho molti interessi in comune e con i quali so che non avrò mai problemi. E in giardino di sicuro ci faremo una bella serra. Il tutto ci costerà una sciocchezza rispetto ai prezzi italiani, e l’idea è quella di rivendere prima di trasferirci in collina (assicurandoci una buona pensione).
E con questo ho finito ma prima voglio darvi un consiglio, basato sulla mia esperienza personale. Quando ti trasferisci in un posto come il mio devi essere veramente sicuro perché non è da tutti riuscire a staccarsi dallo stile di vita che hai sempre avuto in Italia (indipendentemente dal tuo tenore di vita). I vestiti, l'aperitivo il venerdì, l'auto ultimo modello sono fuori dal mio mondo. Dovrai staccarti da molti affetti, tenere in conto che probabilmente non ci sarai quando qualcuno dei tuoi avrà bisogno o verrà a mancare, ma soprattutto ti lascerai alle spalle il consumismo nel senso più completo del termine. Vivendo là io guadagno un decimo di quello che prenderei in Italia, ma riesco a mangiare bene, a permettermi di uscire ogni tanto , a comprare da fumare e ad andare in vacanza in italia tutti gli anni. Spendo zero in vestiti, vivo in ciabatte e costume e me ne fotto dell’ultima macchina che ha fatto l’audi. In cambio, se una mattina fa onde buone, metto un cartello che dice “chiuso per surf” e vado in playa e nessuno mi dice niente. Ma ripeto, non è da tutti quindi prima vi consiglio d ìi trovare il posto che fa per voi e fare una prova di un anno, poi magari uno può decidere se trasferirsi. E fate qualcosa in piccolo perchè a gestire qualcosa di grande si fa una gran fatica ed è più facile che vada tutto in vacca.