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Discussione: Grillo alla Festa dell'Unità, La Stampa

  1. #1
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    Riporto un articolo che ritengo interessante.

    Fonte: La Stampa, 16 settembre 2007

    <TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font size=-1>Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT SIZE=-1><BLOCKQUOTE>
    E Grillo conquista la Festa dell’Unità

    Tanti applausi per Beppe, ma anche i mugugni dei militanti \"puri e duri\"
    ANDREA SCANZI
    MILANO

    «I politici stanno sballando, non hanno capito cosa è successo e cosa succederà. Ci trattano da invasati, ma noi siamo allegri, siamo felici». Beppe Grillo, con la voce ancora in debito d'ossigeno, ironizza sulle accuse savonaroliane. «Non guardatemi come se dovessi librarmi in aria da un momento all'altro: sono solo un uomo. Il V-day ha permesso per un giorno che gli italiani non si vergognassero di essere tali, ha ridato speranza a persone che altrimenti avrebbero spaccato tutto». E' la prima uscita vera dopo il V-Day, e il luogo non è a caso. L'antipolitico nel luogo della politica, nella tana del nemico. Alla Festa de l'Unità di Milano, «la casa di D'Alema, Baffino, quello che mi accusa di derive fasciste ma che qualche tempo fa telefonava a Fiorani in mutande, chiedendogli se facevano insieme una banca». Duri attacchi anche al Partito Democratico. «Come fai a credere a un partito che in Campania, come tutor dei giovani, sceglie De Mita?».

    Il Palasharp non ha contestato, solo ovazioni, ma la base ha mugugnato. I volontari della milizia enogastronomica rossa non lo avrebbero invitato. Questa è gente cresciuta col mito di Benigni che prende in braccio Berlinguer; poi, trent'anni dopo, Benigni lo hanno visto in braccio a Mastella: inevitabili che nei confronti degli artisti siano guardinghi. «E' qui solo perché il Partito ha dato il programma artistico in appalto a un'agenzia che, ogni anno, lo chiama. Non ha rispetto per noi e ha ridotto a una sola serata la sua presenza perché le vendite andavano male», dicono alla stand proletario di Gnocco e tigella fritta. «Grillo è sconcertante e provocatore», fanno eco al Birreria e Griglieria, «usa toni scurrili, sa solo criticare e ha detto che la nostra festa non gli piace». «Non andrò a vederlo, così fa solo il gioco della destra», tuonano nella immarcescibile Piadineria. «La nostra festa è libera», dicono i dirigenti provinciali dei Ds di Milano, «Certo non ci voleva Grillo per dirci che la classe politica va rifondata, infatti stiamo fondando un nuovo partito. Lui vorrebbe distruggere i partiti? E poi chi le fa leggi, lui da solo?». La sensazione, però, è che a non amare Grillo siano solo i militanti, gli iscritti, i volontari: non l'elettorato comune.

    Degli spettacoli di Grillo, ormai, nessuno analizza più il tenore artistico. L'impegno ha preso il sopravvento sulla scrittura, la rabbia sull'analisi. E' un parlare alla pancia, più che al cuore. Sono lontani - neanche troppo: sette anni - i tempi in cui Grillo saliva sul palco e commuoveva con il ricordo di Glenn Gould. Il pubblico non applaude tanto il contenuto, quanto l'enfasi. Molte battute sono antiquate, i \"grilliani\" di primo pelo le conoscono da 15 anni. E sono staffilate che fanno più male a sinistra che a destra. Prodi è tratteggiato come un «valium umano», D'Alema «deve ringraziare il Papa che ha detto che lo stato vegetativo è vita: c'è speranza per lui e per i diessini». Fassino «è monoglobulo, appena ha un'erezione sviene», Veltroni è «l'ecologista del sì, la sua confusione di idee è assoluta». Cofferati «è solo un funzionario di partito», Cacciari «quello con la barba». Né ci sono sconti per gli «intellettuali di sinistra col portafogli a destra», immagine con la quale Grillo allude a Eugenio Scalfari (che lo ha praticamente accusato di essere un dittatore in divenire) e Michele Serra (suo ex autore, peraltro). «Io alla sinistra non perdono di avere sprecato l'occasione della vita dopo i disastri di Berlusconi. E poi basta con sinistra e destra, sono categorie antiquate».

    Alle pareti ci sono bandiere di Ulivo e Ds, Grillo ne fece togliere una a Bologna durante il V-Day «perché portava sfiga». Qui sta zitto, sa di non essere a casa sua. Sciorina dati riguardo a temi nei quali lui (e il suo staff) è indiscusso conoscitore: ambiente, energia, informazione. Tutte cose che dice da 15 anni, e che nessuno - anzitutto da sinistra - ha voluto recepire.

    Le sassate continuano. «Casini ama il Family day perché ha 5 famiglie, lui è il leader dell'Udc, l'Unione dei carcerati. Mastella è un'istigazione alla satira. Ha aperto un blog ma non è capace a usarlo, si confonde con gli articoli di legge, sbaglia tutto. Berlusconi? E' malato, uno psiconano. La sua moglie mi fa pena, andava in tv a lamentarsi per i tradimenti, ma Berlusconi è l'ologramma di se stesso, non esiste. Per colpa di Prodi tornerà Berlusconi, e a quel punto io mi sparerò». Alla fine del suo spettacolo, come ha ben ricordato Daniele Luttazzi nel suo blog, emergono le solite perplessità sul \"cosa\" e, più ancora, sul \"come\". Non resta però difficile comprendere quella larga fetta di società civile che, in un'Italia «al livello minimo di coscienza» come ebbe a dire Gaber, costretta a scegliere tra Prodi e Berlusconi, ha infine indirizzato le proprie aspettative (o anche solo le proprie delusioni) alle battaglie, più morali che moraliste, di un (ex) comico. </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE>
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  2. #2
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    ultima intervista di Beppe:

    http://it.youtube.com/watch?v=Fi2rwUPdBW4

    poi alcune letture inerenti......

    La pagina della Camera dei Deputati
    Il Blog antibufala di Paolo Attivissimo
    Qualche risparmio politico che dimostra che è possibile fare qualcosa
    Sarà vero?... temo di sì...
    Pensioni d'oro
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