OT
Posso essere d'accordo rispetto ad alcuni casi specifici, ma sicuramente non nel caso di una generalizzazione.
Ciò che tu definisci "atto di fede" è spesso in realtà un atto di fiducia, necessario nel momento in cui non ci è dato conoscere gli avvenimenti nella loro totalità.
Ognuno di noi, nel suo piccolo, è costretto a volte a compiere scelte dettate dal proprio pregiudizio (es. quando non mangiamo un cibo nuovo perchè convinti che non ci piacerebbe) e quando non vogliamo affidarci al pregiudizio o al caso, ascoltiamo l'opinione di una persona che riteniamo degna di fiducia da parte nostra.
In ogni caso anche un atto "di fede", inteso come "fiducia nella validità di una teoria al di là e nonostante iniziali (e apparenti) smentite sperimentali", è parte della Scienza ed è caratteristico ad esempio della ricerca scentifica.
Riguardo la situazione economica o sociale di coloro che definisci "complottisti", mi sembra sciocco (e un po' arrogante) credere o sostenere che solo chi gode di una posizione sociale agiata possa essere depositario della Verità. Al massimo si tratta di qualcuno che a saputo approfittare della situazione creata pur ignorandone le cause (es. i broker specializzati in metalli preziosi, durante il mese di Settembre del 2001).
Se parliamo di complottisti, credo dovremmo utilizzare anche il termine italiano dietrologia di cui ho trovato un'interessante definizione:
nel linguaggio politico e giornalistico indica la ricerca di supposte motivazioni nascoste che sarebbero all'origine di un avvenimento: si presuppone che un evento sia dovuto a cause diverse da quelle manifeste o conosciute, collegabili a trame oscure, presumendo di conoscere e poter rivelare quello che si nasconde "dietro" la facciata ufficiale degli avvenimenti storici.
Il punto cardine dei dietrologi è la domanda cui prodest?, "a chi giova" un determinato fatto, sottintendendo l'ipotesi che tale avvenimento potrebbe essere stato provocato ad arte.
In tutta onestà, puoi forse affermare che i principali fatti che hanno cambiato la storia del mondo e del Paese siano avvenuti per caso e non a seguito proprio di una cospirazione?
Sono d'accordo che tante teorie strampalate o la fiducia incondizionata data ad alcuni teorici sia solo una soluzione di comodo che molti trovano per non informarsi in modo autonomo o non dover confrontare fonti diverse; ma come ho scritto ritengo sbagliata (se non addirittura dannosa) la generalizzazione.
Preferisco 10 persone disposte a dubitare della Verità ufficiale e ad indagare 10 possibili alternative alle cause di un evento, piuttosto che 1000 persone che accettano una sola verità come un dogma senza mai provare a contestarla o a verificarla.
Anche nella coltivazione ogni tanto assistiamo alla smentita di idee che fino a pochi anni fa si ritenevano certe.
/OT