ciao a tutti,

news negative.... A monfalcone torna a succedere qualcosa di molto grave......

http://www.globalproject.info/art-18926.html

pubblico una mail del gruppo operatori F.V.G.


Continua la repressione verso i servizi di prossimità.

Ricordiamo il 19 maggio 2008 in cui il Centro a Bassa Soglia d’accesso di Monfalcone (GO) si caratterizzò per aver avuto una perquisizione a scopo intimidatorio con tanto di interruzione del servizio per un giorno. La perquisizione non ebbe alcun effetto in termini
di reperimenti di sostanze ma ottenne l’effetto di terrore che si voleva infondere nell’associazione che lo gestiva e nell’utenza che lo frequentava.

Quella volta si alzarono schiere di voci di solidarietà a difesa del servizio e di ciò che rappresentava nel territorio. Unico progetto sull’intera provincia di riduzione del danno e di antagonismo all’emarginazione sociale.

Gli operatori e l’associazione Nuova Entrata Libera da subito gridarono alla strumentalizzazione per fini ideologici di quell’attacco e promisero pubblicamente che avrebbero atteso le conclusioni delle indagini per mostrare cosa c’era dietro.
Ci fu anche un evento in piazza che riscontrò successo e solidarietà da svariate comunità d’accoglienza e reti di operatori sociali.

La scadenza di quelle indagini stava arrivando e proprio con l’atteggiamento di chi sa di aver calcato troppo la mano, come se si stesse giocando una partita a carte, è arrivato il rilancio. Alle 5 del mattino del 17 febbraio 2009 vengono ordinati l’ordine di custodia cautelare a tre persone militanti vicine all’ associazione Nuova Entrata Libera per spaccio di sostanze stupefacenti. Non direttamente come a maggio del 08 il Centro a Bassa Soglia viene ri perquisito sempre negativamente e viene riattaccato nelle sue funzioni.
Ma questa volta gli elementi centrali sono costituiti dalla negazione della libertà a tre
persone che, come si evince dagli atti, hanno la responsabilità di essere elementi di spicco della realtà associativa. Viene richiesto anche l’arresto di uno degli operatori del Drop In a cui però il giudice non da l’autorizzazione.

Perché tutto ciò e perché qui a Monfalcone. La Venezia Giulia è un territorio
di confine contraddistinto storicamente da una presenza militare e di polizia
molto cospicua rispetto ad una media nazionale. Questo è un territorio in cui
per logistica hanno convissuto passaggi di armi e di droghe di ogni genere
oltre che ad essere stato luogo di lavoro privilegiato per i servizi segreti.


Il territorio da anni è sotto una stretta di controlli mirati in particolare
verso i giovani con il risultato di centinaia e centinaia di perquisizioni
fisiche, domiciliari, delazioni ed iscrizioni a registro indagati di migliaia
di persone. Questo ha prodotto una vera e propria trasformazione del tessuto
sociale. C’è la paura di uscire e di vivere le piazze cosa che era una
caratteristica di queste zone.
C’è un sistematico attacco alla socialità e
viene utilizzato lo spauracchio del narcotraffico per gettare fumo negli occhi
e per nascondere altri fini.

Gli arresti di martedì rappresentano un attacco
diretto a chi sta già da anni denunciando tutto ciò pubblicamente ed è il
segnale ennesimo in vista della conferenza nazionale governativa che le voci
fuori dal campo , servizi inclusi, non sono compatibili con le linee
ideologiche della Fini-Giovanardi.
Proprio sabato scorso erano iniziate da
parte dell’associazione le prime iniziative in preparazione di marzo e gli
operatori del Drop In per uno dei quali era stato richiesto l’arresto stanno
lavorando da mesi in una rete regionale di operatori sociali per la costruzione
di un evento alternativo alla conferenza di Marzo sulle tossicodipendenze.