Ogni proibizionismo ha in sè il gene del fallimento:
-Per il lato "morale" rispondo citando Oscar Wilde: "Tendiamo sempre verso ciò che è proibito e desideriamo ciò che ci è negato";
-Per il lato "pragmatico" considero che proibire e reprimere ha dei costi, che comunque ci saranno sempre gruppi di persone che cercheranno di lucrare su tali proibizioni (due per tutti,le mafie che distribuivano alcool negli states degli anni trenta e alcuni fratelli di politici nostrani che dirigono "comunità di recupero" al giorno d'oggi),e che,quindi,per la "res publica",sarebbe più conveniente liberalizzare e magari anche tassare (finalmente una tassa che si pagherebbe volentieri),tagliando spese da un lato e incamerando proventi dall'altro.