...da "oggi Treviso"
SEQUESTRATA BIRRA ALLA CANNABIS. D’ANDREA: «LA MARIJUANA NON C’ENTRA NULLA»
Questo pomeriggio l’importatore dai Nas con il suo legale per difenderne la genuinità
Montebelluna – Il battage mediatico che si è scatenato attorno alla Mary Jo, la birra alla cannabis presentata alla Tecnobar&Food di Padova da Michele D’Andrea, ha fatto piombare i Nas nella sua azienda, la Hemporio di Montebelluna.
La birra nel magazzino è stata posta sotto sequestro, sono stati prelevati dei campioni per delle analisi e ora non la può commercializzare. Una stangata per D’Andrea, che proprio grazie alla presentazione di Padova era riuscito a guadagnarsi parecchi clienti.
«La birra era già stata sequestrata e poi dissequestrata tre anni fa – afferma D’Andrea -. Il problema è che in alcuni giornali è uscito che si tratta di birra alla marijuana: ma la marijuana non c’entra nulla. L’hanno paragonata alla droga, ma non ha nulla a che fare con questo. Sono una persona onesta, ho sviluppato questo discorso della canapa tessile, una volta la birra veniva aromatizzata così».
«Purtroppo c’è stata fin troppa pubblicità e c’è chi ha utilizzato termini sbagliati – aggiunge -. Questo ha fatto arrivare i Nas nella mia azienda. Questo pomeriggio ho appuntamento dai Nas con il mio legale e arriverà anche un perito industriale di Bologna che comproverà l’assenza di thc o di altre sostanze proibite nella birra.
Voglio riuscire a fare in modo che il sequestro duri il meno possibile e riprendere a commercializzare la mia birra. Sto subendo un danno enorme per questo e non ho fatto nulla di illegale. Ripeto, tre anni fa era già stata posta sotto sequestro, ma non c’era stato trovato nulla di strano. Ed è sempre la stessa bevanda».
Matteo Ceron