Da ASCIA

Forse siamo stati un po’ troppo ottimisti nel titolare il precedente articolo “ci rileggiamo a settembre”, quest’anno sembra che il tema cannabis non voglia andare in ferie e quindi siamo di nuovo all’opera per informare e soprattutto controbattere le ridicolaggini che ci vengono propinate quasi quotidianamente da Giovanardi e dal DPA.

Riuscire a seguire la logica dei ragionamenti di Giovanardi equivale a cercare di trattenere un’anguilla con le mani insaponate e nell’intervista che vi proponiamo di seguito, il nostro senatore riesce a dire (come al solito) tutto e il contrario di tutto, arrivando a delle affermazioni che, proprio per il fatto che evidenziano la natura distorta nel pensiero del padre della legge 49/06, meritano di essere pubblicate per arricchire il nostro archivio dei paradossi.

Ma prima dell’intervista forse vanno menzionati i tre fatti che hanno animato il dibattito sulla cannabis anche in pieno clima ferragostano.

Il primo riguarda il prof. Serpelloni, che la scorsa settimana si è dimostrato molto disponibile ad un interessante scambio di mail con i rappresentanti di alcune associazioni compresa la nostra e che, comunque, è purtroppo terminato con la solita intransigenza nei confronti di qualsiasi possibilità di regolamentazione o legalizzazione della cannabis, ma per fortuna che il dottor Serpelloni ha anche risposto ad alcune argomentazioni simili alle nostre, portate nel proprio profilo Facebook da Vasco Rossi e allora (ancora una volta) sono state rese pubbliche le contraddizioni che muovono la politica proibizionista e per questo, visto che la nostra voce è ancora troppo piccola per meritare l’attenzione dei media, non ci resta che ringraziare Vasco per la sua coerenza nel voler continuare a combattere l’ipocrisia del DPA: https://www.facebook.com/notes/vasco...51069064587633

Il secondo fatto che ha riscontrato l’attenzione di tutti i media nazionali è quello relativo alla scoperta di 7.000 mq. di gallerie in disuso, trovate a Roma e coltivate a cannabis in modo intensivo.
Dovrebbe risultare chiaro a tutti di come solo una forte organizzazione, in grado di muovere investimenti e mano d’opera possa accedere a simili spazi, al loro utilizzo, all’installazione di tecnologia d’avanguardia e alla distribuzione nel mercato illegale del prodotto ricavato, ma ancor di più, dovrebbe apparire chiara nella sua folle portata, la legge Fini-Giovanardi che mette sullo stesso piano la coltivazione intensiva a chiaro scopo di spaccio, con la presunzione del medesimo reato anche per una modesta coltivazione domestica posta in essere da una persona per un uso strettamente personale.

Il terzo è sulla notizia di assoluzione per possesso di 5 g. di cocaina, concessa dal giudice di Forlì ad uno studente: http://www.corriere.it/cronache/12_a...e70d5d31.shtml ed è proprio su questa sorprendente notizia che il senatore Giovanardi ha voluto pronunciarsi in un incomprensibile e pirotecnico groviglio di pensiero.
(In neretto le risposte di Giovanardi e in corsivo le nostre osservazioni):

“Il giudice di Forlì ha fatto bene”.
“Ma come, lo dice proprio lei? Il politico più proibizionista d’Italia?”
“Certo! Qui da noi, grazie soprattutto alle balle che raccontano i radicali e gli antiproibizionisti, l’ignoranza regna sovrana. L’interpretazione della legge da parte del magistrato è del tutto corretta”.

Parola di Carlo Giovanardi, padre della legge 49 del 2006 sulla droga, che un po’ a sorpresa si dichiara d’accordo con il magistrato del Tribunale di Forlì, Alessandro Trinci, il quale ha assolto uno studente fermato dai carabinieri nelle campagne romagnole in possesso di 5 grammi di cocaina.
Una quantità che supera la soglia stabilita dalla legge per uso personale ma che secondo il giudice era giustificata dalla necessità di fare scorta per l’estate.

“Onorevole Giovanardi, possibile che le leggi si applichino in base alle stagioni?”
“No, ma mi sono appena informato presso il Dipartimento per le Politiche antidroga e mi ha hanno confermato che benché 5 grammi superino la soglia di uso personale, per quanto riguarda la cocaina si tratta della tipica dose da week end“.

Quindi per Giovanardi consumare 5 grammi di cocaina durante un week end è concepibile perché scientificamente determinato dal suo DPA, mentre coltivare una pianta di cannabis dentro casa, sempre in base alle serissime conclusioni scientifiche del DPA, è segno di dipendenza cronica da stupefacenti e chiara presunzione del reato spaccio.

“Ma in base a quali elementi è possibile stabilire che chi gira con 5 grammi in tasca non sta spacciando?”
“Ci sono vari elementi: se uno non ha precedenti per spaccio, non possiede dosi frazionate o strumenti per il confezionamento, probabilmente non è uno spacciatore. Al massimo un grosso consumatore. E la legge in vigore, quella che porta anche il mio nome, stabilisce chiaramente che il consumatore può essere sottoposto solo a sanzioni amministrative, mentre lo spacciatore anche a quelle penali“.

Abbiamo centinaia di testimonianze, depositate alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, che smentiscono in modo categorico le affermazioni di Giovanardi e il senatore farebbe bene ad andarle a consultare, ma visto che ci siamo gli vorremmo ricordare ancora una volta di quanto sia ridicolo voler associare la carta stagnola, una bilancia da cucina e un coltellino svizzero con la presunzione di spaccio anche quando la quantità ritrovata non sarebbe sufficiente neanche per un consumo giornaliero e questo è in realtà quello che accade nel 70% dei casi di incriminazione proprio grazie all’infame legge che porta il suo nome.

“A dirla così sembra che la sua sia una legge tutt’altro che proibizionista”.
“Guardi, diversamente da tutti gli altri paesi del mondo, dove se qualcuno viene trovato con un pizzico di droga finisce dritto in prigione (eccetto in Portogallo, Spagna, Olanda, Belgio, Austria, Repubblica Ceca ecc. n.d.r.) qui da noi, checché ne dicano i detrattori della “Fini-Giovanardi”, è il magistrato ad avere l’onere di dimostrare che chi viene trovato in possesso di un certo quantitativo di droga è uno spacciatore e non un semplice consumatore“.

Sempre parlando in percentuali, continua ad essere indicativo di come più dell’80% dei processi causati dalla sua infausta legge, si concludano con il “patteggiamento” e quindi con una estorta ammissione di colpa, il che lascia dedurre che non sia la discrezionalità del giudice a valutare la colpevolezza dell’individuo, ma al contrario, che l’individuo cerchi solo di limitare il danno di una condanna assurda per un crimine inesistente (ricordiamo: da 6 a 20 anni).

“Ma allora a che è servito stabilire delle soglie?”
“Al tempo della discussione della legge, ricordo in particolare la Conferenza di Palermo del dicembre 2005, ci fu un grande scontro tra chi sosteneva, come Andrea Muccioli, che l’arresto doveva scattare automaticamente per chi veniva trovato in possesso di un certo quantitativo di droga e chi invece pensava che la quantità di principio attivo fosse sì un elemento importante ma non sufficiente per infliggere una sanzione penale. Io ero tra questi ultimi“.

A Palermo …ma guarda che coincidenza! Comunque nella nostra ignoranza ci sembra che in pratica sia stata la posizione di Muccioli ad aver prevalso, perché, checché ne dica il senatore, grazie alla perversa legge da lui partorita, sono più di sei anni che migliaia di persone varcano le porte del carcere con l’accusa di essere presunti spacciatori, anche se la quantità ritrovata in loro possesso era irrisoria ai fini di qualsiasi ipotesi di attività criminale e ce lo conferma lui stesso con la risposta alla seguente domanda:

“Quindi uno può andare in galera anche con 1 milligrammo?”
“Ovvio, perché se il magistrato scopre che a casa questo c’ha una raffineria vuol dire che è uno spacciatore“.

Senatore, quante migliaia di raffinerie avete trovato nelle case di gente per bene che si limitava a coltivare poche piante per uso personale? Risposta più ridicola non poteva essere data!

“Ma se la sua legge è davvero efficace, perché in Italia girano ancora così tanti stupefacenti?”
“Ma non è vero! Per fortuna in Italia non si droga quasi nessuno“.

E qui ci vuole Totò: “senatore ….ma ci faccia il piacere!” e stia attento, che qualche volta il suo amato sangiovese e il lambrusco possono avere spiacevoli effetti collaterali, specialmente nel tentativo dell’elaborazione di un pensiero logico e convincente.

ASCIA