Oggi il cuore della nuova strategia proibizionista sta nell'aver fatto
confluire tutte le sostanze illecite in un'unica tabella e nell'aver
stabilito per tutte la stessa pena detentiva in caso di reato (cresciute le
pene per le droghe leggere, diminuite invece per quelle pesanti). L'effetto
più evidente di questa politica di fatto è stata la crescita dell'offerta
di sostanze che prima erano considerate pesanti.
Da un punto di vista comunicativo l' appiattimento della tematica,
provocato dall'idea che tutte le sostanze sono uguali, ha fatto perdere
ancora più credibilità ai messaggi informativi, censurando al tempo stesso
ogni tipo d’informazione che sia tesa ad approfondire “ l'argomento droghe”
in modo alternativo: tutto ciò sta producendo un'ignoranza diffusa che
aumenta i rischi derivanti dall'assunzione. Il presupposto ridicolo da cui
parte il sig. Giovanardi, e a quanto pare anche il Comune di Pisa, si basa
sul fatto che le sostanze sono illegali e quindi non ne è consentito alcun
uso di queste e di conseguenza ogni tipo di discorso, che non sottolinea il
fatto che fanno male, è da considerarsi istigazione al consumo. Solo le
istituzioni preposte possono occuparsene, tutti gli altri soggetti che ne
parlano vengono censurati, criminalizzati e perseguitati, quando non
seguono il Codice Ultraproibizionista Ufficiale. Questo è un atteggiamento
che esclude ogni possibilità di crescita di consapevolezza sociale e
collettiva sull'argomento, va contro l' essenza stessa di avanzamento della
ricerca scientifica: è come dire che tutte le droghe fanno male e basta,
ogni critica alla legge in questione è reato di istigazione a violare la
legge stessa: è propaganda al consumo; è una espressione di pensiero
“caricaturale”.
E' invece forte convinzione del movimento di Canapisa che affermare il
fatto che tutte le droghe dichiarate illegali facciano male allo stesso
modo e a qualsiasi condizione e a qualunque soggetto è una informazione
talmente falsa che fa perdere molta credibilità all'informazione reale ed
alla ricerca mondiale in materia. Questa perdita di credibilità tra i
giovani, che si ritrovano a verificare direttamente la falsità delle
informazioni ufficiali, crea paradossalmente la vera istigazione al
consumo.
L'antiproibizionismo parte dal presupposto che le persone siano capaci di
un giudizio critico, che siano capaci di valutare i rischi, specialmente
quelli che riguardano la propria persona, se si posseggono le informazioni
corrette per farsi un' idea ed una coscienza in materia.
I fattori di rischio esistono e non è proprio il caso di negarlo, ma
affermare che essi variano da sostanza a sostanza, da persona a persona,
nel tempo e nello spazio, così come nella dose e nella qualità è
altrettanto innegabile. Altrimenti si rischia, come sta avvenendo, di
favorirne indirettamente il consumismo e non di disincentivarlo, come
propone a parole l'attuale strategia proibizionista. La comunicazione del
governo in materia sta producendo nei fatti il risultato opposto di quanto
si propone ed ad affermarlo ed a testimoniarlo non sono gli
antiproibizionisti, ma le indagini ufficiali nazionali, europee e mondiali:
i consumi e i traffici di sostanze illegali sono in crescita continua!
Quello delle droghe sembra essere un mercato senza crisi, che cresce anche
quando il resto dell'economia ristagna, e sembra non possa esistere un
futuro immaginabile senza le droghe. Non è certo Canapisa ad essere la
causa di tutto ciò. A Pisa i pochi operatori rimasti, dopo i tagli alle
politiche sociali, testimoniano un incremento dell'uso di eroina,
specialmente tra immigrati.
Gli antiproibizionisti credono che tutto questo sia evitabile: basta
mettere in campo politiche sugli stupefacenti ispirate ai principi
antiproibizionisti e sviluppare politiche di inclusione e solidarietà
anziché di esclusione e repressione.

Crediamo fermamente che solo tramite la crescita di una libertà informata
e consapevole sulle droghe si possa ridurre il consumismo di sostanze
stupefacenti. Sosteniamo che la questione del consumo delle droghe sia un
fenomeno sempre esistito, impossibile da cancellare, connaturato nella
storia antropologica dell'umanità, e che quindi devono essere affrontati i
problemi che ne possono derivare concretamente, quando e come si
verificano, in modo realistico e coerente, e non attraverso la costruzione
di tabù o di ghetti sociali.
Spesso infatti l'abuso di droghe è il riflesso di altre
problematichesociali.
Le campagne terroristiche in materia che attaccano il diritto stesso a
manifestare producono solo danni, inibiscono alle generazioni presenti e
future la possibilità di essere informate e di crescere con consapevolezza.
Quella delle droghe deve smettere di essere una questione morale, ma semmai
deve diventare una questione pratica che va affrontata sistematicamente.
E' sempre più indispensabile una politica pragmatica sulle droghe.
Canapisa rappresenta appunto la necessità sempre più urgente che tali
politiche vengano messe finalmente in pratica.


SOSTIENI CANAPISA!!!! LA RESISTENZA PSICOATTIVA NON SI VIETA!!!!!!!!!

queste ultime sotto sono parole mie=)

facciamoci sentire......se come a roma anche questa e una possibilita di aprire uno spiraglio nell oppressione che ci circonda..usciamo per strada in molti e facciamo sentire la nostra voce..io a roma c'ero e qua ci saro certamente..al 1000%...=)=)

Saluti da Mari3tt0!!