Vicende come queste ci devono fare riflettere con molta attenzione.
E' necessario che la desanzionabilità delle condotte a scopo di uso personale venga attuata in modo serio e responsabile.
Sono persuaso che si dovrebbero fare dei veri e propri esperimenti progettuali di coltivazione domestica controllata, per verificare se sia possibile, poi, giungere ad elaborare la possibilità di rilasciare autorizzazioni di polizia ad personam per la coltivazione strettamente personale.
Si tratta di una mia vecchia idea che ho manifestato anche per iscritto a molti personaggi - a loro dire interessati - e che poi mai ha avuto un serio seguito.
Ritengo che per pervenire al risultato di escludere qualasisi forma di sanzione per tutte le condotte strumentali al consumo (e tra queste la cotlivazione) sia necessario paasare attraverso questa sperimentazione, con regole serie e precise.
1. Ammissione al programma di persone incensurate, con divieto di partecipazione di qualsiasi altra persona diversa (anche se familiare convivente)
2. Accettazione di controlli a sorpresa - che non assurgano a vere perquisizioni di pg -
3. Accettazione del limite di 3 piante da coltivare
4. Pagamento di una tassa di cocnessione governativa per un periodo di un anno
5. Revoca dell'autorizzazione in caso di violazione di norme del dpr 309/90 (denuncia per attività di spaccio, per violazione degli artt. 186 e 187 Cds etc., o comportamenti equiparati, con esclusione di detenzione ad uso personale) o di norme comportamentali previste in un protocollo che dovrà essere sottoscritta in Prefettura (ad esempio superamento del numero di piante, nel qual caso potrebeb scattare anche la denunzia penale)
6. Impossibilità di un nuovo accesso all'autorizzazione per 5 anni in caso di revoca.
Questi potrebbero essere per sommi capi i punti fondamentali.
Ma interessa veramente una seria sperimentazione? oppure anche in questo contesto vince la demagogia da una parte e dell'altra?
Sono curioso di confrontarmi.