Partito Liberale Italiano
Il Senatore Carlo Giovanardi, membro del Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio, ha recentemente ritrattato la sua posizione sulla cosiddetta "coltivazione domestica" di cannabis: la famosa "piantina sul balcone", come la chiama anche lui. S'è detto "assolutamente d'accordo" sulla coltivazione in piccole quantità per uso proprio. Immediatamente però ha proceduto a contraddirsi, affermando che ritiene l'importante che non vi sia alcuna distinzione tra droghe leggere o droghe pesanti, e che la cannabis venga continuata ad essere trattata al pari di eroina e cocaina.
A suo dire i principi attivi contenuti nella cannabis 'di oggi' sono "totalmente diversi rispetto a quelli di 30 anni fa". C'è chi si chiede come abbia fatto in così pochi anni a trasformarsi da Carabiniere a Parlamentare a chimico organico specializzato in farmacognosia. Ma divaghiamo.
Confutare una tale menzogna sarebbe fin troppo semplice e scontato, e neanche troppo utile: il Senatore non è nuovo a questo tipo dichiarazioni.
Stupisce invece la sua nuova posizione sull'autocoltivazione: è forse un segnale che qualcosa anche all'interno delle forze conservatrici si stia muovendo? Forse che dopo anni di oscurantismo ideologico, alcune coscienze si sian messe, poco a poco, a ragionare sulla funzione sociale della legge, e ad usarne aspetti diversi da quello di punizione morale?

Insomma, è difficile dimenticarsi il Carlo Giovanardi che dichiarava di voler proibire totalmente le manifestazioni antiproibizioniste (in barba all'articolo 21 della costituzione -che dovrebbe conoscere a menadito-), ma è anche curioso vedere come nel tempo le attitudini cambino, per amore o per forza.
Ci importa poco del soggetto considerato il caposaldo dell'asse proibizionista Serpelloni-Giovanardi, che è in realtà una pedina di pochissimo conto nel panorama sociopolitico del nostro Paese, una macchietta più che altro, con pochi ammiratori ma moltissimi contestatori.
Quel che a noi interessa è che se finalmente anche una persona così confusa nella nebbia del confine tra l'ignoranza e la cattiva fede, ciò significa che il vento del cambiamento sta, sempre con anni di ritardo, soffiando anche all'interno dei Palazzi del Potere.
Quanto tempo dovrà passare, però, prima della legalizzazione delle droghe leggere? La situazioni delle carceri è drammatica, e sembra quasi irrisolvibile. A poco servono i braccialetti elettronici alle caviglie: il sovraffollamento dei penitenziari ha superato da tempo ogni soglia di decenza, ed è ora più che mai drammatico, anche grazie alla vigente legge sugli stupefacenti che, checché ne dica Carlo Giovanardi, ha mandato in galera anche gente che di professione non faceva lo spacciatore.

Il Sen. ha anche aggiunto di voler invitare una troupe di tossicologi in Parlamento a discutere dell'argomento.
Il PLI appoggia questo progetto del Senatore proibizionista, a condizione che i tossicologi vengano scelti a sorteggio dalle migliori università italiane, magari anche fra studenti di scienze farmacologiche, e non scelte accuratamente fra i ben noti personaggi che adorano semplificare "sostanza" in "veleno" e "effetto collaterale" in "danno irreversibile", come il DPA ha fatto fino ad oggi, vuoi per il fatto di dover trasmettere un messaggio a persone che non conoscono le materie scientifiche, o per un non meglio precisato profitto nascosto del sostenere una menzogna di tale portata.

Infine, invitiamo il Senatore Giovanardi a dar fondo alla sua riserva (molto ben conservata) di coerenza: ha affermato che non ha nulla contro la piantina sul balcone, adesso che sia lui il primo a proporla, e che si impegni affinché questa sua nuova idea si realizzi.
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Questo è grossomodo quello che penso.