Sono felice che una persona autorevole e che gode unanimemente di stima come Giancarlo Cecconi abbia avuto l'opportunità di potere portare un messaggio antiproibizionista in una trasmissione della Tv di Stato, in prima serata.
Devo, però, constatare che ai giornalisti premeva più che un discorso globale e concernente l'uso personale di cannabis da parte di persone appartenenti ai più disparati credo, età, ceti sociali, esperienze e via discorrendo, vale a dire un vero variegato universo, dicevo che ai giornalisti e' interessato, nel filmato intervista che ho potuto vedere, solo l'aspetto religioso specifico relativo all'esperienza personale di Giancarlo.
Per ragioni personali dopo il servizio iniziale non ho più potuto seguire il prosieguo della trasmissione, ma se tutta la testimonianza si fosse fermata a poche battute, dovrei dire che la Rai avrebbe perso l'ennesima occasione per un'indagine seria sul mondo della cannabis.
Mi pare, dunque, che more solito, l'informazione riduca l'importanza del discorso cannabis ad un fenomeno legato a convinzioni soggettive ed a credi personali, che vengono presentati come manifestazioni stravaganti di taluno altrettanto stravagante.
Pare quasi di comprendere che la Rai abbia interesse per la persona di Giancarlo, perché da come viene pittorescamente descritto, egli assume derivati della cannabis perché adepto di un culto - delineato - come del tutto particolare.
L'uso sarebbe uno stile di vita collocato in un contesto che si pone al i fuoi Dell normalità.
Cecconi sarebbe proposto come un personaggio pittoresco che fuma derivati di cannabis, proprio perché segue stili di vita anomali.
E tutti sappiamo c'è non è vero perché è un ottimo artigiano ed un carismatico e battagliero propugnatore della legalizzazione delle droghe leggere.
Compariva la scritta "Fondatore ASCIA" ma neppure ma parola su tale attività!
Ed allora vi e' da chiedersi se tutti coloro che fanno uso personale di sostanze cannabinoidi per puro diletto, senza collegamenti filosofici o religiosi, non siano per la Rai figli di un dio minore?
Il tema del consumo personale, sappiamo bene, involge tematiche ben poco folcloristiche e non può essere circoscritto a specifiche esperienze personali, affrontate - tra l'altro - in maniera distorta..
Non credo, quindi che la trasmissione Virus abbia reso un buon servizio al tema, mentre un plauso va a Giancarlo che ha colto intelligentemente e sobriamente l'occasione.