La mia ex moglie ebbe un forte ictus nell'emisfero sinistro a 37 anni, nel 1998, molto più grave di quello di Jill Bolte Taylor. Le accadde di notte, un sabato sera, probabilmente nel sonno, mentre era a letto da sola in casa, i bambini erano da me, come ogni fine settimana.
Le iniziò con la chiusura di una vena nel cervello (ischemia), e tutta la parte di cervello irrorata da quella vena le morì. La botta fu così forte che lei non se ne rese conto. Non si rese conto neanche di essersi risvegliata, il giorno dopo. Mi ha raccontato, anni dopo, che era quasi come se fosse appena nata, si ricordava solo che aveva dei figli e un maestro di yoga, per il resto non si ricordava più di niente, né il suo nome, né di me, che ero stato il suo uomo per 20 anni, né dei genitori, fratello, amici, più niente, quasi tutti i suoi 37 anni di ricordi della sua esperienza di vita cancellati. E un silenzio totale nella mente, le aveva distrutto anche l'area linguistica.
Aveva tutto il lato destro del corpo completamente paralizzato e rimase tutta la domenica da sola sul letto, in questo stato, ma le passò in un lampo, perché non stava male. Semplicemente non se ne rendeva conto, stava inconsapevolmente bene ed è rimasta a letto tutto il tempo immobile.
Il pomeriggio della domenica, verso le 16, le telefonai per sincronizzarci su come avremmo dovuto muoverci con le macchine, perché eravamo a 170 km. di distanza e lei sarebbe dovuta venire a metà strada per riprendere i 3 bambini. Non mi rispose, e, dopo qualche tentativo, dissi al mio secondo figliolo di continuare a provare a chiamarla, mentre io sarei andato a portare il fieno ai cavalli, così da guadagnare tempo.
Lei mi ha raccontato che il suono del telefono all'inizio le sembrava lontano ed incomprensibile (ha avuto danneggiamenti anche all'udito e alla vista) poi, dopo un certo numero di squilli, realizzò che doveva andare a rispondere e, cercando di farlo, realizzò che era semiparalizzata. Riuscì faticosamente a trascinarsi fino al telefono, strisciando a terra con il braccio e la gamba sinistra, ma non riusciva ad alzarsi per raggiungere il telefono e rispondere. Non riusciva neanche a pensare razionalmente su come poterlo fare. Comunque, dopo un'ora dal primo squillo, riuscì a rispondere a mio figlio, ma riusciva a dire solo "eeeeh, eeeh, eeeh". Mio figlio mi disse: "Babbo, qualcuno ha risposto, ma... o non è mamma o è successo qualcosa, perché mi dice solo "eeeeh, eeeeh"!" Quando mi ha passato il telefono e l'ho sentita ho pensato subito ad un ictus in corso, le ho detto di stare calma e aspettare che le avrei mandato o i miei genitori (che abitavano nello stesso nostro paese natale) o un nostro amico del posto a soccorrerla immediatamente. Non credo che abbia capito le parole che le ho detto.
Arrivarono per primi i miei genitori, andarono da una sua zia lì vicino, che per fortuna aveva una copia delle chiavi di casa, e così non dovettero sfondare la porta. La trovarono distesa, quando li vide riuscì solo a toccarsi il petto e la testa col braccio sinistro, dicendo solo "io....io....io...io...". La ricoverarono all'ospedale ed avvisarono i suoi genitori e il fratello che erano fuori in vacanza.
Dopo 2 giorni all'ospedale la vena occlusa le scoppiò, l'ictus formò un ematoma in profondità nel cervello, non era operabile, cresceva costantemente e più faceva pressione sugli altri vasi sanguigni circostanti, occludendoli, più zone del cervello le morivano. Il terzo giorno andò in coma e i dottori dissero che non sarebbe arrivata viva alla mattina successiva. Invece l'emorragia cerebrale si arrestò e lei sopravvisse, uscì dal coma dopo qualche giorno, ma era una persona completamente cambiata, ne ha ricevuto gravi danni permanenti e il suo recupero è stato lento e solo parziale, diversamente da Jill Bolte Taylor, che mi sembra si sia invece ripresa completamente.
La dottoressa che la curava mi ha detto che un ictus così precoce, a soli 37 anni, non le era mai capitato, perché era rarissimo e si poteva spiegare solo con una malformazione congenita della vena, che sarebbe comunque esplosa a quell'età, qualsiasi tipo di vita e abitudini avesse avuto.
Questa storia ci ha fatto diventare tutti più saggi, soprattutto i bambini, che hanno perso la madre e si sono ritrovati un'altra persona nuova nel corpo della loro madre. E hanno toccato con mano, prestissimo, l'impermanenza delle cose nella vita.
La salute è così preziosa, che chi ce l'ha dovrebbe essere felice in ogni situazione, sempre, solo per il fatto di averla. Quando azzittiamo il nostro lato "chiacchierone", il nostro dialogo interiore, lo capiamo subito.



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