Io credo che si tratti di un riconoscimento meritato ad Ascia. Invito però a molta cautela ed a non sopravvalutare le ricadute. Non so cosa sia stato effettivamente detto e continuo a pensare che non vi sia un grande interessamento allo stato attuale alla materia da parte dei parlamentari.
In questo momento storico abbiamo politici di ogni parte partitica del tutto inadeguati ad affrontare temi di alta specificità.
Lo stesso bassissimo tenore delle proposte di legge ne è purtroppo fedele specchio.
I testi delle proposte di legge presentate manifestano una pochezza giuridica, una limitatezza di prospettive (non si tiene conto di un quadro complessivo, mentre si cerca solo di mettere una toppetta ad un problema generale )che li rende in radice inadeguati.
Temo che spesso siano solo finalizzati a cercare voti e basta.
Mentre il Dap si confronta anche con giuristi (magistrati) per elaborare le proprie tesi, qui si va in ordine sparso, senza coordinamento e solo in nome di una legalizzazione la cui costituzionalità e' tutta da verificare.
Un confronto con chi quotidianamente discute questi temi nelle aule di giustizia non mi parrebbe una "deminutio" dei valori ideali che animano i movimenti per la legalizzazione.
Io credo nella passione e nell'entusiasmo, ma questi sentimenti vanno coordinati con una seria pianificazione.
Consultare associazioni, enti e movimenti tutti costituisce una indubbia scelta democratica, ma i tempi così si allungano e soprattutto ognuno di coloro che viene escusso vuole che le proprie idee siano prevalenti anche se magari impraticabili.
Siano comunque fieri e soddisfatti i dirigenti di Ascia, ma ritenere l'audizione di ieri punto di arrivo e non di partenza sarebbe un grave errore.
Ora la protesta deve fondersi con una proposta programmatica, seria ed ampia, che abbia contenuti di diritto e di razionale passione.