Volevo aggiungere che la repressione popolare è aumentata negli ultimi anni( credo non so come fosse prima, fanno poca pubblicità su certe faccende) conosco di un caso dove un referendum perfettamente legale non è stato nemmeno considerato, dal parlamento europeo (dopo un ricorso) hanno risposto che sono faccende interne, e il ricorso presentato alla magistratutra-corte costituzionale non ha nemmeno ricevuto risposta.
Aggiungo un'interessante analisi fatta da Natalino Balasso sul sistema statale italiano(ma anche più generale) pubblicata su facebook. Buona lettura (ciameghe mona).
Quando Obama, osannato dai così detti partiti di sinistra, dichiara che l'America deve tornare ad essere il primo paese industriale del mondo, intende dire che nella competizione internazionale vuole avere una posizione che le permetta di dettare legge e di sfruttare la propria superiorità nei confronti dei paesi più poveri, ricattandone le economie come faceva un tempo.
La parola "democratico" è ancora intesa come nell'antica Grecia: essere alla pari all'interno di una categoria che si considera comunque superiore alle altre. Si basa cioè su una tenace ipocrisia, potente perché non riconoscibile. Anche se non è più identificabile la "sinistra" con l'idea solidaristica e paritaria e non lo è più la destra con l'idea del privilegio paternalistico, queste linee di pensiero sopravvivono qua e là, mescolate in queste due ex ideologie. Ma l'ideologia di un pensiero comune che ci avvicina a quello americano è ancora forte.
In fondo l'ideologia è una buona scusa per mascherare la propria idea del mondo che rimane fondamentalmente egoistica se si è privilegiati e vendicativa se si è svantaggiati. E così si può essere ecologisti e inquinare il mondo con la propria tecnologia spesso futile e si può essere democratici e solidaristici e pagare in nero a pochi soldi una serva proveniente da un paese povero.
Oggi fondamentalmente tutti dicono di essere per una maggiore equità e una maggiore giustizia ma quasi sempre si tratta di parole vuote. L'ideologia, da cui tutti siamo dominati pur senza ammetterlo, è una comoda coltrina nella quale alimentare sogni irreali.
In fondo ce lo dicono da sempre, se leggiamo i paradossi ironici di Socrate non possiamo trascurare un'imposizione di cambiamento delle abitudini che di solito decliniamo. Orwell scriveva: "Tutti i partiti di sinistra nei paesi fortemente industrializzati sono, in fondo, una finzione perché dichiarano apertamente di lottare contro qualcosa che non desiderano veramente distruggere. Essi hanno degli obiettivi internazionalisti e nello stesso tempo lottano per la conservazione di un livello di vita col quale questi obiettivi sono incompatibili. Tutti noi viviamo sfruttando i coolies (lavoratori asiatici irregolari schiavizzati), e le persone "illuminate" dicono tutte che bisogna liberare i coolies; ma il nostro livello di vita e, di conseguenza, la nostra qualità di uomini "illuminati" esigono che lo sfruttamento continui."
E' ciò che avviene nella nostra idea di economia. Tutte le formazioni italiane, dalla destra a Sel, dai sindacati ai Cinque Stelle, in fondo, parlano di come tornare ad essere competitivi, ma la competizione ha come obiettivo il raggiungimento di posizioni di dominanza dalle quali sfruttare la debolezza di altre economie. Si trascura completamente l'idea di ribaltare l'economia con modelli da inventare ma sicuramente diversi da quelli attuali, basati su un principio di "lavoro" che non ha più senso, perché i salariati saranno sempre di meno. L'idea del privilegio può essere ribaltata e trasformata in privilegio degli ex svantaggiati. Un lavoratore dipendente è pronto a scendere in piazza per difendere i suoi sacrosanti diritti acquisiti da altri lavoratori che sono stati sfruttati prima di lui, ma talvolta questi diritti sono un privilegio e per giunta guarda sempre con sospetto quando a scendere in piazza è un lavoratore indipendente, quasi che anche altre categorie non dovessero avere il diritto a voler vincere l'incertezza economica. Quando si parla di "benessere" si trascura il piccolo particolare che ciò che noi intendiamo per benessere è l'idea del privilegio e quindi non è estendibile a tutti, non si può essere tutti privilegiati. E' un po' come quando vediamo i rapper celebri che cantano il disagio delle strade, ma lo fanno adornati di catene d'oro dopo aver dormito in un albergo a 7 stelle.
Ora va molto di moda, in alcune frange della così detta destra, una certa idea di franchezza che vuole vincere l'ipocrisia di cui parlavamo ammettendo l'indifendibilità della propria posizione. L'idea che si vuole essere privilegiati semplicemente perché lo si è e perché non esserlo sarebbe peggio per noi. E' la posizione di molti leghisti nei confronti degli stranieri o di molti imprenditori fortunati nei confronti dei disoccupati. Come a dire: sono stronzo ma so benissimo di esserlo, quindi sono sincero, perciò sono una brava persona.
Questi due atteggiamenti: lo stronzo che finge di non esserlo e lo stronzo che ammette di esserlo, sono ciò che rimane delle due ideologie che nel nostro paese si sono schierate nel passato al di là e al di qua di uno steccato che serviva a tenere in piedi il tendone da circo che chiamiamo politica. Riporto una citazione che amo ripetere, tratta dalla serie tv ospedaliera "Dottor House", nella quale il protagonista, a un collega che lo accusa di cinismo, ribatte: "Vuoi veramente aiutare il prossimo? ucciditi e dona gli organi". Mi trovo d'accordo con Gaber e Luporini quando scrivevano che ciò a cui bisognerebbe tendere è un egoismo sano, perché l'altruismo è una finzione, un egoismo cioè che sfrutti il meccanismo della mia ricerca di benessere per far sì che questa ricerca diventi comune ed estesa a tutti. In molti ci provano ma sono sopraffatti nel loro tentativo da una enorme mole di persone che adorano i due simulacri ideologici: quello dello stronzo ipocrita e quello dello stronzo sbruffone.