“Le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale sulla Fini-Giovanardi sono una pericolosa ‘invasione di campo’ della Consulta in un terreno proprio del Parlamento”. E’ quanto afferma l’On. Alessandro Pagano, capogruppo del Nuovo Centrodestra in Commissione giustizia. “Per la Consulta, evidentemente, - prosegue l’esponente di Ncd - il lavoro del massimo organo legislativo, incarnato dal Parlamento che ricordiamo essere potere dello Stato disciplinato e garantito dalla Costituzione, non ha alcun valore visto che la Corte motiva in maniera ‘politica’ la propria decisione. La Corte, infatti, giudica ‘frettoloso’ l’inserimento nel disegno di legge di conversione l’insieme di norme in tema di droghe discusse per 18 mesi e 14 sedute dalle Commissioni congiunte Giustizia e Sanità del Senato, e arriva persino a contestare il diritto del Parlamento di votare o meno la fiducia proposta dal Governo e ad insinuare che al Presidente della Repubblica sarebbe stato ‘impedito di fatto’ l’esercizio del potere di rinvio della legge al Parlamento”. “Le prerogative del Parlamento sono state dunque calpestate e questo non è degno di uno stato di diritto né di una democrazia occidentale, ma ciò che è più grave sono le conseguenze sociali di questa pronuncia: per effetto del ripristino della distinzione tra droghe ‘pesanti’ e ‘leggere’ si incentiverà enormemente, specie tra i più giovani, il consumo di sostanze ritenute erroneamente innocue perché leggere, nonostante la letteratura scientifica più autorevole continui a lanciare allarmi sull’aumento vertiginoso di Thc, cioè del principio attivo dei derivati della cannabis, e sulle sue conseguenze devastanti per la salute degli assuntori.
I 15 giudici della Consulta dovranno assumersene la responsabilità davanti alla storia”.