Nell'attesa di essere più precisi e di avere il supporto scientifico autorevole del dott. Grassi, desidero spiegarvi brevemente l'idea di fondo.
Mi pare fondamentale nel contesto di una definizione precisa del livello di offensività di pericolosità delle singole sostanze cercare di accentuare la differenza tra cannabis da un lato e droghe pesanti dall'altro, evitando qualsiasi rischio di commistione in un'unica tabella.
Ciò premesso, e' decisivo distinguere la cd. Cannabis naturale dalla Cannabis che viene modificata attraverso le operazioni di una produzione di origine chimica, dalla quale di ricavano molecole di cannabinoidi (es. Jwh oppure Am).
Queste ultime possono venire equiparate a veri e propri OGM e comportano - pur suscitando, apparentemente, in chi le usa sensazioni analoghe a quelle che la cannabis naturale fornisce - effetti più spiccati e maggiore pericolosità per la salute.
Dunque si tratta, in fondo, di prodotti, che proprio perché risultano frutto di una evoluzione produttiva di un evoluzione della originaria cannabis, richiedono una tassativa distanza e differenziazione nonché interventi che valutino l'autonomia delle due tipologie di droga in parola.
Desidero giungere così, alla creazione di una nuova classificazione delle sostanze, cercando di fare comprendere la differenza fra la coltivazione (ed il prodotto ottenuto) ed un intervento chimico che snatura la sostanza originaria.