Torniamo seri.
Desidero segnalarvi in tempo quasi reale (l'udienza e' finita con la lettura della sentenza circa 30' fa ed ora sono in treno) una decisione del GUP presso il tribunale di Lecco che ha assolto un giovane che assistevo in relazione alle accuse di detenzione/acquisto di gr. 25 di hashish ed alla coltivazione di 8 piante, peraltro rinvenute in una serra ben attrezzata.
Come usuale dovremo attendere almeno 15 giorni per le motivazioni, ma credo di potere sin d'ora affermare che due possono essere gli aspetti salienti attraverso i quali si è' giunti alla assoluzione.
Per quanto riguarda la detenzione non solo il PM non ha fornito la prova di una destinazione dello stupefacente acquistato a scopi diversi dal consumo personale, ma da parte mia (come difesa) ho mirato a dimostrare che il mio assistito non aveva necessità di spacciare, nemmeno una minima parte.
Prova ne è stata altresì il mancato rinvenimento di strumenti che si possano utilizzare per confezionare dosi per la cessione, il fatto che il giovane ha un lavoro continuativo e lo stesso quantitativo di hashish che non appariva munito di elevato principio attivo.
Dunque detenzione ad uso personale.
Per quanto concerne la coltivazione, invece, ritengo che sia valido il ragionamento che il solo accertamento generico della presenza di thc, senza che l'analisi tossicologica venga svolta specificamente pianta per pianta, si da avere un quadro analitico e non sintetico della situazione, non può essere sufficiente, perché penalizzerebbe il diritto di difesa dell'imputato.
Questo è' un aspetto preliminare e, comunque, propedeutico alla verifica della ricorrenza della coltivazione domestica, perché permette di verificare e confermare (anche nel caso in cui le piante siano abbastanza numerose) la finalizzazione della coltura ad una necessità personale.
Si deve, infatti, desumere quante piante fossero femmine, quante in grado di produrre thc, quanto thc fosse presente ed in quale percentuale.
Attraverso questi parametri si può, quindi, rilevare la fondatezza dell'assunto difensivo.
Resta comunque la convinzione (e la soddisfazione) del fatto che le posizioni preconcette in merito alla coltivazione ( pur in assenza di una concreta normativa) stanno venendo meno progressivamente.