sarebbe un dato comunque poco rilevante visto che al momento è illegale coltivarla, quindi al momento c'è chi la coltiva e non è "generoso" semplicemente perchè meno gente lo sa meglio è.
Una volta che la coltivazione diviene libera per legge, è sensato pensare che l'abitudine di coltivarla si diffonderà ulteriormente e a dismisura, così come l'abitudine di regalarla.
Stesso discorso: se si toglie il divieto di coltivarla tutto cambia radicalmente e magari qualche cannetta se le faranno anche i genitori. (inoltre per chi è minorenne deciderebbero comunque i genitori: nulla di scandaloso dunque. Meglio lasciar la decisione ai genitori piuttosto che allo stato)Basti pensare a quelli che vivono in casa coi genitori e che non vogliono che la famiglia venga a conoscenza del "vizietto"
Per quotare Casalone: "Coltivare la canapa è una cosa che va dal relativamente facile all'abbastanza difficile. Questo perchè è vietata. Se fosse legale uno potrebbe coltivare varie piante e ottenere poi risultati decenti (e imparare anche più velocemente)".oppure quelli che non saprebbero dove mettere le mani per incominciare a coltivare (la cannabis non è difficile da crescere ma richiede comunque parecchie attenzioni e accortezza).
L'esperienza cambia le cose. In un contesto di proibizione l'esperienza viene limitata per legge. Se uno non può liberamente sperimentare la coltivazione è ovvio che impiegherà di più a imparare!
Se anche si arrivasse solo (anche se lo trovo riduttivo) alla situazione in cui metà dei consumatori coltiva, si avrebbe che uno su due la coltiva e l'altro potrebbe scroccare tranquillamente senza pesare troppo, quando/finchè non è in grado di coltivare.1,8 milioni che coltivano e 2,2 che scroccano? Non penso sia fattibile anche solo per il fatto che non tutti coltiverebbero aggratis per altri.
Già con 2 milioni di autoproduttori e 2 milioni di consumatori passivi (rapporto 1:1 ), il problema non si pone minimamente.
[*](ma ponendo per assurdo che si crei un mercato ... che male c'è, visto che sarebbe in mano ai cittadini? molto meglio un mercato del genere piuttosto che uno gestito da mafie o aziende o dallo stato!Si verrebbe a creare un mercato[*], e un mercato senza regole può significare mafia,)
Oppure può significare, al massimo (in casi estremi) una cosa paragonabile al fruttivendolo che vende in nero. Ma in quel caso si tratta di problema di poco conto.
Inoltre essendo la coltivazione a portata di tutti è più difficile che la mafia riesca a scalzare la concorrenza di massa dei cittadini (ma poi .. a che pro? visto che il prezzo sarebbe bassissimo e i margini di guadagno irrisori ?? )
Comunque, molto meglio un semplice mercato nero da 4 soldi che un mercato miliardario gestito dalle mafie/multinazionali/stato, no?
Per la legge della domanda e dell'offerta quei prodotti verrebbero espulsi dal mercato, visto che nessuno è disposto a comprare prodotti d'infima qualità quando è possibile ottenerne di decenti altrove.può significare tecniche di coltivazione non pulitissime (per es. usare sostanze tossiche per far essiccare prima il prodotto).
questo vorrebbe dire passare da una mafia all'altra.Boh, considerando che siamo in Italia, verrebbe fuori il bordello più totale. I politici lo sanno benissimo, quindi semmai dovessero decidersi a legalizzarla, mettiti l'anima in pace che per prima cosa legalizzerebbero il mercato e poi l'autoproduzione.
dalla "mafia tradizionale" a quella delle grandi aziende (per esempio .. Monsanto ?) o dello stato.
A me a quel punto non cambierebbe praticamente nulla... visto che come non ci tengo a mantenere le mafie tradizionali non tengo nemmeno a mantenere "mafie mascherate".
La cosa importante, prima di tutto, è garantire il diritto all'autoproduzione.
Tutto il resto è, eventualmente, optional.
Per fare una legge giusta si deve partire col piede giusto sennò si fanno solo (nuovi o ulteriori) danni.
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) o dello stato.
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