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Discussione: Movimento 5 Stelle

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  1. #11
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    Sicuramente quello terapeutico, ad un primo acchito, potrebbe sembrare che abbia bisogno di un corridoio di precedenza. Probabilmente però per classificarlo in quanto tale bisognerebbe specificare il titolo per cui si coltiva la canapa come terapia. Per essere più chiari: si potrà coltivare solo su prescrizione medica? Questo lo vedo un po' difficile e forse anche un po' strano, o per lo meno diverso dalla classica ricetta da consegnare al farmacista. Però non escludo tale procedimento.
    Oppure mediante la semplice diagnosi certificata di una patologia o di un disturbo, con la speranza che non ne risultino poi finti "ciechi", corruttori di medici truffaldini.
    Non so, sinceramente l'autoproduzione domestica di cannabis penso che debba essere legalizzata non ponendo distinzioni di status tra scopo terapeutico o ricreativo o hobbystico (anche a me non piace il termine ludico, mentre i termini ricreativo e hobbystico penso che rispecchino meglio gli scopi effettivi per cui chiunque potrebbe trovarsi a coltivare la canapa) così da concentrare meglio il testo di legge sulla distinzione pura e cruda tra quella domestica e quella illegale destinata allo spaccio.
    al tempo stesso però penso sia utile elencare tali scopi nel testo della legge così da ovviare qualunque interpretazione fuorviante.
    leggendo le sue righe mi è saltato in mente in un primo momento, sempre in merito ai differenti scopi e destinazioni d'uso domestico, che si potrebbe ragionare meglio in termini di effettive necessità, e quindi pensando all'eventuale possibilità di concedere un numero maggiore di piante femminili x scopo terapeutico, ma riflettendo meglio, penso ancora di + che questa distinzione possa semmai nuocere alla "causa" che sta alla base di tutto questo discorso, ovvero che la canapa è una pianta "nobile" e adatta a svariate applicazioni, e tra queste si andrebbero a discriminare i coltivatori domestici che desiderano fumarsi in tutta tranquillità una sigaretta di canapa. Perchè purtroppo il nostro paese non penso che si possa paragonare culturalmente ad esempio alla California, e che quindi in Italia questa distinzione potrebbe poi andare ad alimentare il pensiero negativo riguardo all'uso ricreativo, e quindi mantenendolo di fatto proibito e andando nuovamente ad alimentare il mercato illegale.

    Dico questo perché ho dovuto affrontare a mie spese (per "fortuna" nella sfortuna solo di tempo e di nervosismi multipli, ... tanto tanto tempo e nervosismi) i numerosi cavilli legali provocati dalla poca chiarezza dei decreti e dai vari regolamenti speciali italiani, che aimè a volte innescano e provocano le discriminazioni di cui le forze dell'ordine spesso abusano, dal momento che tali decreti lasciano libera strada all'interpretazione personale.
    quindi sono dell'idea che in italia ci sia bisogno di fare delle leggi, che siano poche, corte, ma chiare, e che non abbiano articolazioni che specificano tutto e niente allo stesso tempo.

    Invece sono assolutamente d'accordo con lei che per lo scopo terapeutico si debba necessariamente concedere un trattamento di favore riguardo alla ricerca scientifica, alla produzione agraria a scopo farmaceutico, alla somministrazione controllata dei farmaci derivati (mediante ricetta medica) e tutto ciò che riguarda strettamente l'uso appunto terapeutico di questi derivati (e non la coltivazione domestica dedita a tale scopo) così come lo si fa per qualsiasi altra sostanza farmaceutica.

    poi altro discorso riguarda l'ulteriore scopo "industriale", ma su quello penso che ci si debba sedere a un tavolo specifico, dal momento che in gioco non ci sarebbe il principio attivo, bensì le fibre, i semi e tutti i derivati utili all'industria.

    concludo riferendomi alla "rivoluzione dei dilettanti": forse il nostro paese più di altri sconta il "bigottismo" (purtroppo non mi viene in mente un termine forse più adeguato) che di fatto ci costringe a uno stallo totale delle cose. Certo un primo passo è auspicabile, ma non sono certo che metterebbe in moto il meccanismo di cui accenna.

    Forse sono ancora un sognatore, ma quello che penso e l'unico vero traguardo a cui auspico è quello di riuscire a far capire almeno alla maggioranza degli italiani che un coltivatore domestico (anche se si fuma le canne) se lo fa in maniera "civile" non arreca danni ne a se ne alla società. Solo allora i coltivatori stessi avranno la vera occasione di convincere anche l'altra parte di minoranza.
    Ultima modifica di xamanek; 19-04-14 alle 19:18 Motivo: rileggendo, errore di modo e moto
    Hasta la legalización. Siempre vida o muerte!

    Xaman'ek

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