Tutto questo fa riflettere... e rattrista.
Proprio in questi giorni stavo leggendo un libro che parla di un processo alle streghe
condotto nel 1648, conclusosi con diverse condanne e sentenze di rogo, dopo un processo
lungo ed elaborato che ha visto coinvolte donne, perlopiù povere e tenute ai margini,
probabilmente colpevoli solo di essere un po' "strane", e dedite all'uso di erbe
(non quelle...!;-) e medicamenti naturali.
Sono trascorsi 350 anni, ma il metodo con cui ci si accanisce nei confronti di chi
cerca solo la possibilità di poter decidere per sé stesso, e rimasto uguale.
E anche quando è più che evidente che non si tratta di spaccio ma di uso personale,
il risultato cambia poco o niente.

Oggi come allora, il problema è il medesimo.
L'uso che si fa delle parole.
"Strega", per riassumere comportamenti non convenzionali, così come "Droga"
al posto di "Sostanza", oppure Termovalorizzatore al posto di Inceneritore.

Si viola un diritto fondamentale dell'individuo, cioè di scegliere per sè stesso.
Si dice: "Tu non sei libero di drogarti, perché fai un danno alla società e a te".
Non si parla mail del danno psicologico a cui si va incontro nel doversi difendere
da accuse ridicole, o nei casi più estremi da sanzioni e detenzione.

Se coltivo qualche piantina di Maria, sono automaticamente un pericoloso spacciatore.
Se invece mando sul lastrico una delle più grosse Aziende Italiane cui segue il licenziamento
di migliaia di operai - e mentre lo faccio, accumulo fortune immense - rimango rispettabile
e apparentemente intoccabile.
Ricordo ancora l'intervista di Report al classico uomo della strada, che parlava della
signorilità e dell'eleganza del Tronchetto, quando si allontana dal porticciolo
con la sua barchetta da 24 metri... "Che Sciur, ca l'è...!"
Ammirazione incondizionata.

Poi penso alla povera nonnina che vede il nome dell'amato nipotino sul giornale.
"Catturato pericoloso spacciatore. Coltivava droga nel giardino".
Se non le viene un infarto è un miracolo. Ma comunque vada il danno è fatto.

Per controbilanciare un intervento che potrebbe lasciare solo una sensazione
di frustrazione, mi permetto di citare un Gigante della Storia:


"Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti
e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca.
La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida
per la condotta individuale, I'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportabile
interferenza nella libertà di coscienza di ognuno."

...e

"Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere."


- Mahatma Gandhi -