C’è aria di primavera nell’aria. E di festa.
E’ finito l’orrore dei fratelli contro i fratelli, del sangue per sostenere un potere che si reggeva sull’illegalità e la violenza. Giovani che escono dalle carceri nelle quali erano stati rinchiusi perché gridavano la parola “libertà �.
La parola libertà , che significa indipendenza, autonomia, pace, rispetto, evoluzione, progresso. Libertà , che significa modo di vivere dell’uomo. L’unica verità dell’esistenza: la libertà .
Giovani che prendono la bicicletta e corrono per le strade, finalmente liberi.
Madri che ringraziano il destino di rivedere vivi i propri figli e gli apparecchiano la tavola più bella.
Mangiate, liberi e felici. E bevete il vino più gagliardo che c’è. Forte come la gioventù del 25 aprile.
Una gioventù che ha costruito, che ha migliorato questo paese e che ora lo vede tornare alla decadenza, alla corruzione, alla vecchiaia malata.

Stiamo tradendo quella speranza di vita e di libertà .
Usciamo di casa in bicicletta e corriamo per la nostra città .
E gridiamo viva la liberazione. E chi non sorride e non ci rimanda un saluto di speranza e di gioia
è un traditore. Uno spregevole traditore della libertà e dell’Italia.
Non c’è destra, non c’è sinistra. C’è una strada che dobbiamo tornare a percorrere. Una strada difficile, in salita, mentre molti provano a bucarci le ruote, a spegnerci l’entusiasmo, ad annullare la nostra forza.
La libertà è un lavoro duro. Ma noi torniamo a lavorare. Con disciplina, sacrificio e coraggio.
Stavamo tornando indietro. Stanchi e sfiduciati.
Stavamo tradendo il sorriso di quei ragazzi italiani che credevano nella libertà .
No. Prendiamo una bicicletta. Corriamo. E gridiamolo forte. Non ce la faranno mai a fermarci.
Noi, siamo uomini liberi.