Cari amici sono io che ringrazio voi.
Permettetemi solo una rapida amara riflessione che forse mi attirerà qualche critica.
Riconosco l'impegno e rispetto il sacrificio personale ed economico di coloro (pochi invero) che mercoledì, da varie parti di Italia si sono riuniti a Roma.
Conosco molti di loro e stimo la loro competenza e la loro dedizione alla causa della legalizzazione della coltivazione.
Credo, però, che l'approccio alla udienza della corte costituzionale, da parte della varie associazioni e del ceto politico sia stato prospetticamente disastroso.
Da un lato ci sono state persone che hanno, pur nel loro silenzio, fomentato una falsa attesa di rivoluzione giudiziaria, che - come ho detto numerose volte - rivoluzione non sarebbe mai stata (lo ammettono anche a denti stretti i protagonisti della vicenda giudiziaria) perchè non vi sarebbero state modifiche radicali, anche in caso di accoglimento dell'eccezione di costituzionalità.
Dall'altro ci sono state persone che si sono spese generosamente, ma - a mio personale parere - senza un concreto costrutto prospettico.
Inutile creare una sorte di CANNABIS PRIDE, un happening che si è rivelato non solo inutile, ma anche irrilevante ed ha fornito l'idea errata (ma quella è stata) di un movimento sfilacciato e minoritario.
Io penso che l'approccio a quella che era una scadenza, in primis giuridica e giudiziaria, avrebbe dovuto essere ben altro.
Io penso che avrebbero dovuto essere organizzate serie tavole rotonde, di incontri, di occasioni per informare, per dibattere, per spiegare, per dare visibilità al tema.
Ho avuto contatti con qualcuno che mi ha permesso di esporre le mie idee ad una vasta platea giornalistica, oltre ai miei siti, ma temo sia stata una inutile goccia evaporata in un mare di sabbia desertica.
Tutti i soloni delle varie associazioni, impegnati ad attendere un esito temuto (che ha fatto scendere il silenzio assordante di questi giorni), ma che se, invece, fosse stato favorevole sarebbe stato sbandierato come la vittoria di chiunque (la vittoria ha sempre molti genitori, addirittura anche madri putative), sono rimasti coperti ed allineati.
Niente di niente; non un appello, non una giornata di studi, non un convegno, non un incontro serio.
Fino a che non si comprenderà che non si può prescindere da un'impostazione seria a livello tecnico giuridico, sino a che i politici non comprenderanno che devono fare un atto di umiltà e cercare di imparare da chi ne sa più di loro, sino a che anche gli esperti giuridici non accetteranno di sporcarsi le mani, confrontandosi tra loro (vedo che esistono gruppi chiusi che snobbano contatti di sorta) e spiegando quali sono i termini sui quali può e deve intervenire l'ipotesi normativa, la depenalizzazione, la legalizzazione o qualsiasi altra idea resterà puro folklore agitato da persone che vengono identificati come pazzerelli emuli di Bob Marley.
Sarebbe ora di una seria autocritica riflessione.