Certo che se prendiamo il cinema come punto di riferimento allora stiamo freschi!!!
Credo anche però che continuare a parlare sostenendo ognuno il proprio punto di vista, senza addurre valide e riscontrabili prove alla propria idea, non porti che ad uno sterile scontro tra i cattolici e gli anticlericali.
Il punto di partenza, che abbiamo subito scavallato, è che lo Stato della Città del Vaticano ha ribadito nuovamente la sua posizione proibizionista in merito alla canapa.
Fondamentalmente una monarchia assoluta, teocratica elettiva di tipo patrimoniale, con a capo il papa della Chiesa Cattolica ha ufficialmente espresso il suo giudizio su un argomento che riguarda l'agenda politica di uno Stato sovrano; fin qui nulla di “anormale”, ma perché ritengo che questa dinamica sia ben più pericolosa rispetto allo stesso giudizio espresso, magari, da un'altro Stato Sovrano?
Il Vaticano è una forma monarchica governata dalla Santa Sede, un ente giuridico internazionale che, a differenza di altri enti preposte allo stesso scopo, è presieduta dal pontefice che “in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa”.
Quindi nel momento in cui il Papa, o il concilio dei vescovi, esprime ufficialmente una propria comunicazione lo fa non solo a nome dello Stato che rappresenta ma supportato anche dal dogma dell'infallibilità pontificia o papale affermando che il papa non può sbagliare quando parla ex cathedra.
Il documento che certifica le mie parole si chiama “Pastor Aeternus” in cui si scioglie la definizione del dogma:
«*Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l'esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l'approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell'infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema.»
Qui c'è poco da commentare, il testo parla chiaro: in base a questa dottrina il papa deve quindi essere considerato infallibile quando mette in pratica il «suo supremo ufficio di pastore e di dottore di tutti i cristiani» delineando così “una dottrina circa la fede e i costumi”; quanto da lui stabilito sotto queste condizioni «vincola tutta la Chiesa».
Quindi quando il Papa o il concilio dei vescovi parla lo fa a nome di TUTTA LA CHIESA, compreso anche te Gam bello.
Di fronte a queste forme giuridiche l'esempio “cristiano” di Don Teppa da Monculo conta come il due di coppe quando regna bastoni.
Hanno invece un peso giuridico le comunicazioni e le relative decisioni che la Chiesa prende nei confronti della pedofilia esercitata dai propri sacerdoti: nessuna collaborazione con la giustizia italiana e nessuna punizione giuridica per gli autori delle violenze sessuali.
Nel momento in cui la Chiesa è infallibile, per i motivi di cui sopra, allora il volere di Dio è che i preti stupratori debbano essere spostati in altro loco continuando così a perpetrare stupri, umiliazioni ed altro.
Dio vuole che gli stupri continuino dalla parrocchia A alla parrocchia B.
Ecco perché affermo a testa alta che tutti i cattolici sono complici perché è il vostro credo ad imporlo e voi lo dovete accettare senza fiatare.
Ecco perché definisco il Vaticano una minaccia per la società ed ecco perché definisco tutti i cattolici complici silenti di queste atrocità.
Stuprare un bambino è una vera atrocità perché uccidi per sempre l'anima della vittima.
Cosa risponde il Sommo Pontefice riguardo a tutto ciò?
“E' importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi”
Benedetto XVI, il 28 ottobre 2006, Irlanda.