Ciao a tutti, chiedo un attimo scusa se non partecipo molto al forum, se non per lasciare queste mie idee, comunque ringrazio per la pazienza dei curatori del sito e di chi avra' l'interesse di leggerle.
Detto questo, volevo condividere la mia opinione sull'ultimo libro di alain turaine "in difesa della modernita'" il sociologo francese difende la modernita' anche nella sua espressione razionalistica ipermoderna che stiamo vivendo, e in cio' secondo me in contraddizione con il concetto di liberta', e di identita' che lui attribuisce alla vecchie societa' d'ordine spazzate via dalle rivoluzioni alle soglie della modernita', ad esempio quella francese che sancisce i diritti dell'uomo. Dico in contraddizione, in accordo con la recenzione di emanuele severino sul corriere della sera, infatti e' il rovesciamento della tecnica da mezzo in fine nelle societa' ipermoderne a privarci della liberta', ed in ambito politico l'identita' ad esempio dei partiti di destra ad essere espressione della razionalita', e non come dice turaine ad averci liberato delle societa' dell'dell'ordine.
Insomma, razionalita' e identita' come espressione di una tarda modernita', o ipermodernita' che io associo alla societa' dell'ordine anziche' la loro negazione. Non vorrei ripetermi ma l' esempio piu' lampante sono comunismo e nazismo...
Da psiche e techne di galimberti la definizione di nazismo "primo esempio dell'irrazionalita' che scaturisce dalla perfetta razionalita' dell'organizzazione che cresce su se stessa al di fuori di ogni orizzonte di senso, e come evento che segna l'atto di nascita dell'eta' della tecnica".
Non sono un reazionario, riconosco i pregi della modernita', ma occorre anche riconoscerne i lati negativi.