COME GODERE LA MUSICA ROCK
di Lester Grinspoon
La consapevolezza di avere finalmente varcata la soglia arrivò gradualmente. Dopo aver fumato
per qualche minuto, la prima cosa che notai fu la musica: si trattava di Sgt. Pepper’s Lonely
Hearts Club Band. Conoscevo questa canzone, poiché era la favorita dei miei figli, che
riempivano sempre la casa con la musica dei Beatles, dei Grateful Dead e di altri gruppi
musicali rock di quegli anni. Spesso mi sollecitavano a togliermi dalla testa la musica classica e
a provare ad ascoltare la musica rock. Mi era impossibile non ascoltare il rock, negli anni in cui i
miei figli crescevano, ma mi era possibile non sentirla, come del resto succedeva a molti
genitori della mia generazione. Ma quella sera io la sentii. Fu come una implosione ritmica,
un’affascinante nuova esperienza con la musica. Mi si aprirono nuovi orizzonti musicali, e ho
continuato ad esplorarli fino ad oggi, con l’aiuto dei miei figli.
Un anno dopo, raccontai questa storia a John Lennon e Yoko Ono, mentre pranzavo con loro (il
giorno dopo dovevo comparire a testimoniare come esperto alle audizioni del Servizio per
l’immigrazione e la Naturalizzazione, che il procuratore generale John Mitchell aveva
organizzato per espellerli dal paese sulla base di accuse concernenti la canapa dopo che i due
avevano cominciato a prender parte ad attività contro la guerra in Vietnam). Raccontai a John
della mia esperienza e di come la canapa mi aveva reso possibile “sentire” questa musica, allo
stesso modo di come Allen Ginsberg raccontava di aver “visto” Cezanne per la prima volta,
quando aveva fumato apposta la canapa prima di recarsi al Museo di Arte Moderna. John mi
rispose prontamente che avevo sperimentato solo una sfaccettatura di ciò che la marijuana
poteva fare per la musica: egli pensava che poteva essere di grande aiuto sia per comporre e
fare musica, che per ascoltarla.
L’altro mio ricordo di quella sera è di me e Betsy, insieme ad un’altra coppia, in piedi in cucina a
mangiare a morsi un Napoleone, ognuno in cerchio a turno. Si rideva molto mentre, boccone
dopo boccone, il contenuto vischioso degli strati del dolce veniva fuori e minacciava di colare
sul pavimento. Sembrava un modo un po’ turbolento di mangiarsi un Napoleone. Ma la parte
più memorabile di quella esperienza in cucina era il gusto di quel dolce. Nessuno di noi aveva
mai in tutta la vita mangiato un Napoleone così squisito. «Mary, dove mai hai preso questi
Napoleoni?». «Li avevo già comprati in quel posto, ma non erano mai stati così buoni!». Piano
piano mi appariva chiaro che stava accadendo qualcosa di insolito: mica per caso stavamo
provando il nostro primo high con la canapa?
Tornammo a casa in macchina con molta cautela. Infatti, mentre guidavo verso casa, osservavo
che ero molto a mio agio nella corsia di destra, con tutte quelle macchine che mi fischiavano
accanto sorpassandomi, io che di solito in autostrada stavo sempre sulla corsia di sinistra.
Ci parve di impiegare molto tempo per arrivare a casa. Non che avessimo fretta, il viaggio fu molto
piacevole. Una volta arrivati, il tempo passò ancora più lentamente prima di andare a dormire,
ma, una volta a letto, avemmo la certezza di aver finalmente raggiunto uno stato euforico con la
marijuana. E ciò segnò l’inizio della fase sperimentale nella mia era della canapa, che mi
permise di progredire nell’apprendistato ai molti usi di questa notevole droga.
Al tempo di questa prima esperienza euforica con la marijuana, nel 1972, avevo 44 anni. L’ho
trovata utile, e senza inconvenienti, perciò da allora l’ho sempre consumata. L’ho usata come
droga ricreazionale, come farmaco, e come sostanza di “potenziamento” di alcune capacità.
Quasi tutti sanno qualcosa circa la sua utilità come sostanza ricreazionale, e sempre più
persone stanno acquistando familiarità con i suoi usi terapeutici; ma solamente i consumatori
esperti sanno apprezzare altri modi in cui la sostanza può essere utilizzata. La canapa mi è
stata così utile, che non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe stata diversa la mia vita
se avessi cominciato ad usarla quando ero più giovane. Mi ha aiutato a capire e a prendere
importanti decisioni, e sono portato a pensare che mi avrebbe potuto aiutare ad evitare
qualcuna delle decisioni sbagliate che ho preso nell’era “prima della canapa”. Oggi, quando
devo risolvere qualche problema importante, non mi lascio scappare l’opportunità di meditare
sulla questione, sia da “fatto” che da “normale”.
Lester Grinspoon, psichiatra, Professore emerito alla Harvard Medical School è autore di
numerosi e fondamentali scritti sulle droghe: in Italia sono stati pubblicati nel 1995 Marijuana, la
medicina proibita (coautore James B. Bakalar); nel 1996 Marijuana.
fonte: Viaggio nella canapa. Il movimento internazionale per gli usi terapeutici, Fuoriluogo
![]()