15. In questi ultimi 10 anni, grazie agli sforzi congiunti di tutte le Amministrazioni centrali, regionali, locali e le organizzazioni del volontariato, che hanno fondamentalmente condiviso questa impostazione di azione bilanciata, i consumi di sostanze stupefacenti nel nostro Paese sono diminuiti, le overdose sono fortemente calate e costantemente in decremento, le nuove infezioni da HIV nei tossicodipendenti si sono fortemente ridotte e la diffusione dell’infezione da HIV nei tossicodipendenti è sicuramente sotto controllo. Si sono inoltre ridotte le incidenze di nuove infezioni di epatite B ed epatite C e nessuna persona tossicodipendente è stata arrestata semplicemente per aver usato sostanze stupefacenti, ma sempre e solo in relazione alla violazione delle leggi che puniscono il traffico, lo spaccio, la coltivazione illegale, ecc. di sostanze stupefacenti, oltre che altre violazioni delle normali leggi.
In questi ultimi 5 anni (dall’entrata in vigore della Fini-Giovanardi), sono stati più di 6.000 gli arresti ingiustificati, le forze dell’ordine sono state distratte da un reale controllo del territorio, le carceri si sono assurdamente riempite, i tribunali sono stati inspiegabilmente ingolfati, per non parlare delle decine di giovani e meno giovani che hanno subito violenze, sono stati uccisi o si sono suicidati a causa dell’azione bilanciata decantata dal DPA.
16. L’utopica e semplicistica proposta della legalizzazione nelle droghe per risolvere il problema soprattutto legato ai grandi guadagni delle organizzazioni criminali, derivanti dalla vendita delle droghe, ha illuso e ammaliato da sempre molte persone, ma la realtà complessa e articolata di questo fenomeno, merita una riflessone tutt’altro che semplicistica e di grande responsabilità da parte delle Amministrazioni centrali e regionali competenti.
Il problema della regolamentazione della coltivazione e dell’uso di cannabis prescinde dai guadagni ottenuti dalla criminalità con la vendita delle droghe, ed è un problema semplicemente culturale.
Il DPA farebbe bene a consultare le legislazioni di Paesi europei che dalla tolleranza e conseguente regolamentazione, hanno solo tratto benefici sia in termini sociali che economici.
L’Olanda, la Danimarca, il Belgio, il Portogallo, la Spagna, la Repubblica Ceca e alcune altre nazioni, già da anni praticano un regime di tolleranza verso i consumatori di cannabis e non risulta in nessuna statistica che in quei Paesi ci sia stato un aumento di atti criminali, incidenti sul lavoro, incidenti d’auto o emergenze sanitarie che potessero essere rapportate all’uso di cannabis.
La politica dello struzzo non è una politica saggia e rinnoviamo l’invito al DPA a voler tirar fuori la testa dalla sabbia e prendere atto che la realtà è molto diversa dalle convinzioni espresse nei suoi comunicati.
Giancarlo Cecconi – ASCIA
fonte: Legalizziamolacanapa.org Team