Dato che invece dove vivo sono permesse le coltivazioni personali e collettive e, tra le altre cose, vorrei aprire un Clubes Sociales de Cannabis nella cittadina dove risiedo, con regolare iscrizione alla F.A.C., mi sembra un po' integralista e limitante la tua visione dello "spaccio".
Probabilmente abbiamo due visioni diverse della definizione di vergogna.
Trattandosi di un'attività regolamentata dalla Legge del paese in cui vivo, non vedo con che diritto tu arrivi a definire "vergognoso" ciò che io e gli altri soci faremmo, rischiando del nostro, per cercare di liberalizzare completamente la cannabis in Spagna.
Sinceramente da un forum antiproibizionista mi sarei aspettato una maggiore apertura mentale e meno astio verso un utente che ha semplicemente documentato una situazione diversa da quella conosciuta e vissuta da voi.
Comunque ripeto, anche al di là della Legge (che quasi nessuno in questo forum rispetta, nonostante invece io stia cercando di rispettare quella del paese in cui risiedo), eticamente cosa differenzia la vendita dei diversi prodotti del proprio orto?
Se coltivo e vendo pomodori biologici è accettabile, se vendo cannabis no? Se raccolgo e vendo porcini sono bravo e se lo faccio con l'amanita sono uno "sfruttatore di sofferenze e dipendenze" altrui?
Dovreste spiegarmi come una mente antiproibizionista che considera la cannabis uguale ad ogni altro prodotto della natura, poi nella pratica faccia invece distinzioni di questo tipo.