Certe esternazioni a volte sfiorano il cattivo gusto.

Dal momento che il cittadino (ed anche il consumatore, fino a quando oltre a patente, passaporto, porto d'armi, lavoro, libertà fisica, non priveranno loro anche del diritto di voto) delega al legislatore il proprio potere privandosene (da qui il termine "privato", opposto a "pubblico"), sarà il secondo a dover attuare le politiche e le strategie per evitare che le organizzazioni criminali si ingrassino.

Meglio pragmatici che fintomoralisti.
Certo, chi parte dal presupposto religioso e dogmatico che assumere "droga" è peccato/sbagliato/illecito, non può che scaricare il fallimento delle proprie politiche sul consumatore, che invece non è provvisto di quel potere che il legislatore ha.

Tutto ciò e patologico, tirannico e perverso. Quasi schizofrenico.
Come schizofrenica è la nostra legislazione in materia che non persegue (almeno formalmente) l'acquisto di sostanze stupefacenti dal fuorilegge che gliela offre (con guadagno di quest'ultimo), ma punisce invece con carattere perentorio la produzione, seppur ad esclusivo uso personale.

Dove manca la coerenza, c'è solo disonestà intelletuale e corruzione morale (morale, quella vera!).