Dunque. cerchiamo di riportare un po' di calma su questo post. Allora: giorni fa è morto un ragazzo a Bari, io non lo so se si è gettato dal balcone per i semi, perchè aveva bevuto, perchè non era normale o perchè gli giravano le palle. Non lo so e non me ne frega niente, so solo che è morto. Poi escono i giornali e viene fuori che un amico ha praticamente denunciato il gestore di uno smart shop che gli ha venduto questi semi. A questo punto, apriti cielo; gli smart shop vendono morte e altre bischerate del genere. Poi viene aperto un post, viene scritto un articolo su una rivista e io dico la mia che in parte è anche un atto d'accusa. Ora cerco di riportare tutto dentro i binari della logica. Non sono un proibizionista ma ho una certa età e da più di trent'anni lavoro nel commercio. Credo, ripeto, CREDO che in ogni categoria commerciale ci siano persone che svolgono il proprio lavoro con coscienza ed altre che inseguono un facile guadagnom quindi CREDO che esistano anche nel nostro campo. E' per questo che io non mi sono sentito offeso dall'articolo di Dolce Vita. Quando dicevo dell'informazione intendevo che non basta mettere dei volantini davanti alla cassa; ai ragazzi non glie ne frega niente di leggere, gli basta sballarsi. Credo che gli vada fatto capire vocalmente quello che fa una sostanza. Cristo, ma per non andare nell'istigazione penso che basti dirgli: occhio che se l'assumi ti può succedere questo, anzi perchè non ti leggi prima questo papiro? Vendo semi di canapa e quando mi chiedono un consiglio gli dico che è meglio che non la piantino perchè rischiano da 6 a 20 anni di galera. E' ovvio che so cosa se ne faranno dei semi ma intanto gli ribadisco il concetto. Ci vuole prevenzione ai danni, fisici e morali, non proibizione. Come l'ultima sull'alcol in autostrada. Npon lo vendono più ma chi se ne frega, mi porto un fiasco di vino da casa e gli vado nel... Ma poi vietano la vendita, ma su un pullman chi ci rimette 50 persone che non guidano e non farebbero incidenti. Controllassero chi guida e gli aprissero il sedere anche se non hanno fatto niente, ma in Italia non si capiscem si proibisce e allora cerchiamo almeno noi di aiutare i ragazzi a vivere bene con canapa, semi, salvie e altri vegetali. Credo (ridagli col credo) però che non sarà facile se tra noi non ci sono accordi, se continuiamo a vederci come concorrenti (ce l'hanno detto alla richiesta di biglietti da visita per mandare clienti ad un grow shop vicino a noi) ma tant'è, noi italiani siamo così, se uno fa una vendita più dell'altro sembra sia peggio di un serial Killer. Pietro, non ti conosco ma ti giuro che parlo sempre in generale e spero di non averti offeso. Ora basta, sto diventando logorroico e mi fermo.
Alla prossima
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