53 SENATORI ULIVO: NO AL CARCERE PER UN GRAMMO DI CANNABIS =
(AGI) - Roma, 23 nov. - 53 senatori Ulivo: 'No al carcere per
un grammo di cannabis'. Documento sottoscritto anche dalla
senatrice a vita Rita Levi Montalcini 'Siamo contrari all'uso
di sostanze stupefacenti; vogliamo punire il traffico e lo
spaccio; vogliamo lavorare per la prevenzione. Concordiamo con
la decisione del ministro Turco'. Inizia cosi' il documento
d'iniziativa dei senatori dell'Ulivo Marina Magistrelli e
Ignazio Marino sottoscritto dalla senatrice a vita Rita Levi
Montalcini e dai 53 senatori del gruppo: Albertina Soliani,
Francesco Ferrante, Giorgio Tonini, Luca Marcora, Luigi Zanda,
Franco Danieli, Antonio Maccanico, Willer Bordon, Enzo Bianco,
Felice Casson, Valerio Zanone, Guido Calvi, Silvana Amati,
Goffredo Bettini, Anna Serafini, Nuccio Iovene, Renato Turano,
Cesare Salvi, Natale D'Amico, Gavino Angius, Rosa Villecco
Calipari, Massimo Villone, Furio Colombo, Sabina Rossa,
Fiorenza Bassoli, Giovanni Battaglia, Esterino Montino,
Vittoria Franco, Colomba Mongello, Walter Vitali, Giorgio Mele,
Annamaria Carloni, Andrea Ranieri, Donato Piglionica, Massimo
Brutti, Silvana Pisa, Augusto Massa, Carlo Pegorer, Costantino
Garraffa, Mario Gasbarri, Giovanni Bellini, Marco Filippi,
Leana Pignedoli, Paolo Brutti, Giuliano Barbolini, Federico
Enriques, Paolo Rossi, Enrico Morando, Lido Scarpetti, Gerardo
D'Ambrosio e Vidmer Mercatali. Si legge nel documento
sottoscritto dai 53 senatori dell'Ulivo: 'Innalzare la
quantita' di principio attivo di cannabis che una persona puo'
detenere non significa liberalizzare la droga. Chi semplifica
la questione in questo modo non l'ha compresa: il decreto del
ministro della salute non solo non interviene in alcun modo
sull'impianto generale della legge Fini-Giovanardi (che e' da
rivedere, ma naturalmente nelle aule del Parlamento), ma
nemmeno incide sulla illiceita' delle condotte di spaccio o
detenzione ai fini di spaccio. Si limita ad ampliare, peraltro
in misura limitata, l'area entro la quale il possesso di
sostanza stupefacente 'leggera' non comporta l'arresto e il
carcere. La condotta non diventa per cio' lecita o
indifferente, restano le procedure amministrative finalizzate
al contrasto delle dipendenze, ma si vuole evitare che una
persona, magari un giovane, conosca l'esperienza del carcere
per avere con se' una quantita' 'modica' di sostanza. Siamo
tutti consapevoli del fatto che la disciplina degli
stupefacenti vada discussa nelle sedi opportune e con il piu'
ampio dibattito; non possiamo aderire, pero', a semplificazioni
meramente ideologiche. La sede e' quella parlamentare, li'
potranno essere valutate tutte le diverse posizioni a partire
da un'analisi oggettiva del fenomeno e dei dati dopo le
modifiche apportate dalle legge Fini-Giovanardi'. (AGI)



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