La cannabis divide ancora l'Unione. Un documento di iniziativa di 53 senatori dell'Ulivo, oltre la meta' del gruppo parlamentare di palazzo Madama, sostiene la decisione di Livia Turco di elevare per decreto - da 500 mg a un grammo - la quantita' di cannabis detenibile per uso personale, senza incorrere in sanzioni penali. \"Siamo contrari all'uso di sostanze stupefacenti; vogliamo punire il traffico e lo spaccio; vogliamo lavorare per la prevenzione. Concordiamo con la decisione del ministro Turco - scrivono i senatori ulivisti -. Innalzare la quantita' di principio attivo che una persona puo' detenere non significa liberalizzare la droga\". Solo alcuni giorni fa tuttavia, a provvedimento del ministro della Salute appena firmato, alcuni membri del parlamento appartenenti all'Unione avevano scritto una lettera di contenuto difforme, in cui si sottolineava che \"limitarsi a raddoppiare la dose di cannabis consentita per non incorrere nelle sanzioni penali non e' una soluzione per nessuno\", pur convenendo sulla necessita' di avviare un confronto. Erano stati proprio 51 parlamentari della coalizione che ha vinto le ultime elezioni - in gran parte della Margherita che con Paola Binetti, Luigi Bobba e Emanuela Baio aveva dato il via all'iniziativa - a spedire una missiva al ministro Turco, e ai cofirmatari del decreto, il ministro della Giustizia Clemente Mastella e il ministro della Solidarieta' sociale Paolo Ferrero, chiedendo di \"promuovere un confronto vero e approfondito, finalizzato a riesaminare il provvedimento, in modo tale che nessuno possa pensare che si e' presa una decisione di tipo ideologico, scientificamente debole, banalizzante rispetto a un problema di questa portata\".
Il documento dei parlamentari dell'Unione, sottoscritto anche dalla senatrice a vita e premio nobel Rita Levi Montalcini, porta fra le altre le firme quella di Marina Magistrelli, Ignazio Marino, Giorgio Tonini, Luigi Zanda, Franco Danieli, Antonio Maccanico, Willer Bordon, Enzo Bianco, Felice Casson, Albertina Soliani, Valerio Zanone, Francesco Ferrante, Guido Calvi, Luca Martora, Anna Serafini, Cesare Salvi, Gavino Angius, Furio Colombo, Massimo Brutti, Enrico Morando, Gerardo D'Ambrosio, Renato Turano e Paolo Rossi. Ci sono quindi una decina di senatori cattolici che vengono dalle file della Margherita o dall'area dei Ds, come Tonini, tra i firmatari della lettera. \"Il decreto del ministro della Salute non solo non interviene in alcun modo sull'impianto generale della legge Fini-Giovanardi (che e' da rivedere, ma naturalmente nelle aule del Parlamento), ma nemmeno incide sulla illiceita' delle condotte di spaccio o detenzione ai fini di spaccio - tengono a sottolineare i senatori della maggioranza - . Si limita ad ampliare, peraltro in misura limitata, l'area entro la quale il possesso di sostanza stupefacente leggera non comporta l'arresto e il carcere. La condotta non diventa per cio' lecita o indifferente, restano le procedure amministrative finalizzate al contrasto delle dipendenze, ma si vuole evitare che una persona, magari un giovane, conosca l'esperienza del carcere per avere con se una quantita' modica di sostanza\".
Eppure solo domenica scorsa in una informativa alla Camera la Turco aveva gia' spiegato la ratio del provvedimento adottato sugli stupefacenti. \"Educare, prevenire, curare, non incarcerare\" sono le linee direttrici lungo le quali si vuole muovere l'Unione in tema di lotta alla diffusione degli stupefacenti, aveva precisato il ministro della Salute, che a Montecitorio ha criticato sia l'entita' delle pene per la detenzione di qualsiasi sostanza (da 6 a 20 anni), sia l'equiparazione tra sostanze leggere e pesanti sia quella legale fatta dalla Giovanardi-Fini per cui \"a eguale fattore di rischio, converra' molto di piu' fare circolare l'eroina e la cocaina, perche' garantisce guadagni ben piu' alti dalle sostanze leggere\". Le modifiche alla legge sulla droga secondo il titolare della Salute serviranno a impedire un piu' dieci per cento di arresti per il possesso di hashish e un piu' 63 per cento nel caso di detenzione di marijuana: gli effetti pratici della legge Giovanardi-Fini dal primo maggio al 31 ottobre 2006.
Dati che Giovanardi oggi contesta: \"Un semplice calcolo matematico - osserva l'esponente dell'Udc - dimostra che nei primi quattro mesi del 2006 (quando la legge Fini-Giovanardi non era in vigore) rispetto ai primi quattro del 2005 ci sono stati 81 arresti in media in piu' al mese, mentre da maggio in avanti (quando la nuova legge e' entrata in vigore) ci sono stati 67 arresti in media in piu' rispetto agli stessi mesi del 2005, con una diminuzione di 13 arresti al mese, pari al 16 per cento in meno, dal passaggio dalla vecchia alla nuova legge. Risulta pertanto un fatto, e non un'opinione - continua Giovanardi - che la Turco e Mastella abbiano deciso di raddoppiare la dose per uso personale di cannabis su presupposti destituiti di ogni fondamento\". Ma Giovanardi va oltre e chiede che i ministri \"a questo punto riconoscano l'errore, e ritirino il decreto\", presentandosi davanti alle commissioni competenti di Camera e Senato \"per approfondire con onesta' intellettuale e spirito di dialogo la tematica delle tossicodipendenze\". L'informativa del ministro della Salute resa alla Camera dei deputati forse non e' bastata. \"Siamo tutti consapevoli del fatto che la disciplina degli stupefacenti vada discussa nelle sedi opportune e con il piu' ampio dibattito - sottolineano i senatori firmatari del documento -; non possiamo aderire, pero', a semplificazioni meramente ideologiche. La sede e' quella parlamentare, li' potranno essere valutate tutte le diverse posizioni a partire da un'analisi oggettiva del fenomeno e dei dati dopo le modifiche apportate dalle legge Fini-Giovanardi\".