Attualmente il parametro ponderale (vale a dire il peso lordo) assieme alla quantità di principio attivo costituiscono parametri certamente importanti per il giudizio di destinazione al consumo personale.
Per quanto riguarda il THC, poi, in caso di detenzione uno dei canoni che si usano è quello del rapporto con la q.m.d. di principio attivo, pari a mg 500.
La giurisprudenza ritiene che tale indicatore possa essere superato, ma che il superamento non debba essere di proporzioni eccessive.
Non vi è un tetto massimo prestabilito, quindi, il superamento - sempre che non sia ingente - può essere liberamente apprezzato dal giudice unitamente ad altri criteri oggettivi e soggettivi.
Condivido il suo ragionamento, ma lei deve tenere conto che, purtroppo, sino allo stato attuale, i giudici hanno conferito importanza asettica la peso, senza approfondire riflessioni quale quella che lei formula.
Tenga conto che ancora oggi in presenza di più distinti reperti, con percentuali differenti fra loro, i periti ed i giudici fanno la somma aritmetica dell'insieme!
Lei ha mai visto sommare tra bottiglie di vino che - pur del medesimo colore - presentino percentuali di alcol differenti?
Oppure ritiene corretto prendere ad esempio cinque arance. pesarne una sola, prelevare da essa il succo e poi - senza operare allo stesso modo con le altre quattro - moltiplicare i dati ottenuti da essa per cinque, per sostenere conclusivamente il peso complessivo lordo e del succo?