Ma è lo stesso FB Dante che impone alle nuove generazioni come usarlo,e questa la cosa che me lo fa detestare,non tutti specie i giovanissimi hanno sale in zucca,o la maturità per capirne certi rischi.Impone è un brutto termine,influenza
Ma è lo stesso FB Dante che impone alle nuove generazioni come usarlo,e questa la cosa che me lo fa detestare,non tutti specie i giovanissimi hanno sale in zucca,o la maturità per capirne certi rischi.Impone è un brutto termine,influenza
Giuro,purtroppo sono dovuto andare al sert ultimamente,non per me stesso ma per accompagnare una persona di famiglia.Ci son più tossici da slot che da roba,ma questo è un altro paio di maniche.
Ti quoto per i genitori,ma n'dove cazzo stanno.
Non vedo lati positivi in Facebook, e pur volendoli vedere a tutti i costi, beh, a dirla tutta non ho mai conosciuto nessuno che mi abbia stupito per il suo utilizzo benefico di FB.
Tutti a dire, i lati positivi ci sono, ma nessuno che me li facesse mai vedere, cioè, condividere link (quasi sempre futili, perché anche le cose che hanno la presunzione di essere importanti, su facebook perdono di ogni loro valore), entrare nelle pagine altrui per vedere cosa(?), ancora non l'ho capito, addirittura inserire stati d'animo o litigare attraverso uno schermo, flirtare e creare dissidi tra la gente nella vita reale.
Avevo Facebook, un giorno ho capito che mi faceva solo stare male e ho cancellato il profilo.
Puoi organizzare gruppi pubblici o privati collegati tra loro.
Puoi creare un curriculum e portfolio digitale.
Puoi informarti in modo indipendente e fare controinformazione.
Puoi pubblicizzare e vendere prodotti o servizi.
(Puoi ricordarti tutti i compleanni).
Il lato negativo è che c'è un'incredibile violazione della privacy. Se però lo conosci e lo sai gestire diventa un mezzo come gli altri.
"Cercando le parole si trovano i pensieri"
Joseph Joubert, Pensieri, 1838
Puoi farle senza Facebook solo se le altre persone coinvolte non utilizano Facebook.
Quando si usava solo Fotolog, per contattarsi e organizzarsi si utilizzava quello. Quando i locali usavano solo MySpace, per organizzare le serate si usava quello. Quando gli spagnoli usavano solo Tuenti, per comunicare con qualcuno dovevi usare quello.
Oggi che quasi tutti usano Facebook, per comunicare con quasi tutti devi usare Facebook.
P.s.
Non ho capito in che senso consideri futili le attività che ho elencato.
Intendi che non sono essenziali alla nostra sopravvivenza, nel senso cacciatore-raccoglitore?
Ultima modifica di mad man; 29-05-13 alle 16:55
"Cercando le parole si trovano i pensieri"
Joseph Joubert, Pensieri, 1838
Cerco di spiegarmi meglio Mad,io non contesto l'utilizzo dei Social Network o la loro utilità,del resto la mia attuale compagna l'ho conosciuta su LastFM un SN
Io contesto l'operato di FB per via della privacy e non solo,per questo ritengo le cose da te citate fattibili su altre piattaforme anche senza FB.
Credo si potrebbe fare anche su altri SN
La seconda cosa è aperta a tutta la rete non solo a FB
Ci sono i blog e i forum anche se FB è molto più diretto e accessibile.
Cè la memo sullo smartphone![]()
Infatti, non confondiamo le potenzialità della rete con l'uso di Facebook ragazzi. E' assurdo, ma c'è gente che ha scoperto internet, dopo aver conosciuto FB e questo è molto demotivante. Il fatto che poi Facebook sia tutto fuorché un Social Network sano, non fa altro che peggiorare le cose.
Sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti. (Antonio Gramsci "Scritti giovanili", 1917)"
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Certo che si potrebbe fare senza Facebook, l'ho scritto anche prima.
Il fatto è che continuiamo ad utilizzare il condizionale proprio perchè esiste una condizione affinchè ciò avvenga: Che la comunicazione possa prescindere dalla piattaforma utilizzata.
Il problema è che non è così.
Se devi avvisare 5 persone che hanno un account Facebook, è molto più efficace farlo attraverso quel social network che non contattarne uno via e-mail, uno con Skype, uno al telefono, uno su Tumblr e sperare che l'ultimo sia stato avvisato da qualcuno.
"Cercando le parole si trovano i pensieri"
Joseph Joubert, Pensieri, 1838