
Originariamente Scritto da
Pawan Kumar - ASCIA
Così finisce subito che l'ecovillaggio lo facciamo in galera: l'ecoprigione! Stili di prigionia alternativi. Sai che divertimento! Già l'ho fatto.
Però, dato che ci sono già stato, preferirei allora continuare a fare l'ecoeremita sobrio ma libero e continuare a cavalcare.

E a combattere il proibizionismo.
Battute a parte, credo che la tua battuta sia un'occasione per chiarire a tutti il fatto che una comunità o un ecovillaggio enjoint debba essere basato sulla sperimentazione di stili di vita alternativi comunitari e di lavori in equilibrio con l'ambiente naturale piuttosto che sulla coltivazione illegale segreta di canapa.
E' evidente che sarebbe strategicamente stupido fare l'opposto, creare una comunità o un ecovillaggio significa metterci la faccia e il nome, non è come l'anonimato permesso da internet. E' ovvio che le forze dell'ordine svolgano poi dei controlli in una comunità dichiaratamente antiproibizionista. Sarebbe come dipingersi un bersaglio sul petto.
Metterci faccia e nome insieme al nome di Enjoint, secondo me, richiede di essere impeccabili e irreprensibili nel rispetto della legge, questa è una parte del sacrificio personale richiesto a chi partecipa in prima persona, bisogna pensarci bene prima di decidersi.
Altrimenti è meglio continuare a rimanere anonimi. In una comunità lo sbaglio grave di un singolo viene pagato inevitabilmente da tutti.
Sarebbe assurdo creare una comunità enjoint e metterci la faccia per farsi beccare subito a coltivare ganjia e chiudere subito per finire in galera, non credete?
Che ne pensate?