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Discussione: ASCIA – Aggiornamenti

  1. #21
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    Che Giovanardi paghi la sua arroganza!


    Apprendiamo con immensa soddisfazione che il senatore Giovanardi è indagato per diffamazione ai danni di Patrizia Moretti (mamma di Federico Aldrovandi) e per false dichiarazioni relative al sangue di Federico che a detta del (purtroppo per noi) senatore, era semplicemente un cuscino! http://lanuovaferrara.gelocal.it

    Giovanardi non è solo il cofirmatario della legge più liberticida d’Europa, ma è anche il simbolo della spocchia, dell’ignoranza e della prepotenza proprie di un’aristocrazia politica che presuppone la propria supremazia nei confronti della gente comune.

    Giovanardi tende a dividere l’umanità in due categorie: una buona, formata da devoti fedeli e cittadini ossequiosi conformi alla sua visione paradisiaca della società, e una parte cattiva composta da froci, drogati e negri che, a suo dire, renderebbero infernale la convivenza sociale.

    Giovanardi è quello che minimizza la morte di Aldrovandi e quella di Stefano Cucchi, è quello che lancia anatemi contro gli omosessuali, è quello che impersonifica l’intolleranza assoluta nei confronti dei diritti civili, è quello che chiede più controllo, più repressione, che parla di “disapprovazione sociale” nei nostri confronti mentre alza due bottiglie di lambrusco, che ha fatto del DPA una moderna Santa Inquisizione dove si viene individuati come eretici, braccati, catturati e torturati in nome di una pericolosità immaginaria!

    Giovanardi è l’ideatore della costituzione del DPA, uno strumento che dovrebbe essere scientifico, ma che invece risulta essere uno strumento politico che asserve e condiziona la scienza alle teorie care al proibizionismo, Giovanardi è quella faccia tosta che dichiara con una sconcertante serenità che mai un consumatore è entrato in prigione, ed é forse il più fanatico sostenitore perché la delega al DPA sia assegnata al ministro dell’Interno, rendendo così il problema “droghe” un affare di ordine pubblico e non una questione sanitaria o sociale.

    Ne ha fatte troppe Giovanardi perché possa passare indenne il suo percorso politico ed ora è giustamente indagato per colpa della sua arroganza che non gli permette limiti nel giudizio verso quelli che lui considera “altri”, e in tutta sincerità noi ci auguriamo che venga anche inquisito, processato e condannato e così vedremo finalmente scomparire quel suo insopportabile sorriso che mostra ogni volta che dice una castroneria!

    Giancarlo Cecconi – ASCIA

    http://www.ascia-web.org/home/?p=1110

    Legalizziamolacanapa Org Team

  2. #22
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    La ministra Cancellieri e la Fini-Giovanardi


    Qualche giorno fa abbiamo dato la notizia delle dichiarazioni del ministro della Giustizia a proposito della Fini-Giovanardi, una legge sulla quale il ministro conviene che necessiti di una revisione, ma che ancora non ha ottenuto la sua “attenta riflessione”.

    Franco Corleone, garante dei detenuti di Firenze e il dott. Giorgio Gatti, consulente in economia della sicurezza pubblica e dello sviluppo economico, lanciano un appello alla ministra per abbreviare i tempi della discussione per una opportuna revisione della legge, lanciando inoltre un duro attacco al DPA che viene considerato autoreferenziale ed inutile e al dott. Serpelloni di cui si chiedono le dimissioni, considerati i danni che ha provocato con una politica cieca e repressiva.

    Di seguito i due articoli:

    http://droghe.aduc.it/notizia/sosteg...5yodM.facebook

    Sciopero del vitto dei detenuti di Sollicciano contro il sovraffollamento del carcere. Da oggi i reclusi dell’istituto penitenziario fiorentino non prenderanno più il cibo che l’amministrazione penitenziaria serve loro a pranzo e a cena, ma tenteranno di arrangiarsi con i viveri da loro comprati e preparati. Lo ‘sciopero del carrello’, così è stato definito, intende anche esprimere sostegno al digiuno a staffetta per la legalità delle carceri cominciato due settimane fa dal garante dei detenuti di Firenze Franco Corleone e proseguito da altre persone. Obiettivo del digiuno è anche quello di sostenere la raccolta di firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare su tortura, carceri e droghe, che chiedono tra l’altro l’introduzione del reato di tortura nel codice penale e la completa depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti e l’accesso ai programmi di recupero per i detenuti tossicodipendenti. “E’ grave – ha spiegato Corleone – che la ministra Cancellieri non abbia ritenuto di inserire nel decreto legge modifiche minime ma essenziali a quella legge criminogena che è la Fini Giovanardi, per impedire l’ingresso in carcere per fatti di lieve entità e per far uscire migliaia di tossicodipendenti dal carcere”. Ma ancora più grave, secondo il garante, è “il fatto che il presidente del Consiglio Letta non abbia ancora attribuito la delega per la politica delle droghe e che quindi il dipartimento Politiche Antidroga sia senza guida e completamente autoreferenziale”.

    __________________________________________________ ______

    Lettera aperta al ministro Cancellieri

    http://droghe.aduc.it/articolo/legge...Pgfts.facebook

    Onorevole Ministro,
    Le scrivo in merito alle parole da Lei pronunciate sulla revisione del decreto Fini Giovanardi e sulle conseguenze che quello scellerato decreto ha portato.
    Il problema delle carceri è infatti esploso a seguito dell’approvazione di tale decreto, sul quale sono presenti dubbi riguardo la sua stessa costituzionalità.
    E’ urgente una totale revisione della normativa sugli stupefacenti, seguendo le convenzioni internazionali, ma anche prendendo in considerazione l’idea che tali convenzioni potrebbero essere riscritte.
    Vorrei in oltre portare la sua attenzione sull’ultimo rapporto dell’ Europol riguardo la criminalità organizzata in Europa (”Serious and Organised Crime Threat Assessment”) che ha evidenziato come il traffico di stupefacenti sia la prima fonte di finanziamento delle organizzazioni criminali.
    I dati più eclatanti di questo rapporto sono i numeri che riguardano le maggiori sostanze stupefacenti trafficate, che vedono al primo posto la cannabis e i suoi derivati.
    Riporto una traduzione dalla stampa del trattato: “La cannabis resta lo stupefacenti preferito, con 23 milioni di consumatori in tutto il Continente per un mercato che vale 1.300 tonnellate di hashish e 1.200 tonnellate di erba ogni anno. La cocaina resta al secondo posto con 4 milioni di consumatori che consumano 124 tonnellate annualmente.”
    Questi numeri sottolineano il totale fallimento della cosiddetta “war on drugs” e l’ approccio che negli ultimi dieci anni è stato portato avanti dal Dipartimento per le politiche antidroga.
    I vari documenti redatti da questo dipartimento sono nulla più che fogli di propaganda, privi di evidenze scientifiche, una accozzaglia di estratti scritti sotto una prospettiva ideologica, che non considera il fallimento su scala planetaria della strategia studiata nel 1998 nella sessione speciale dell’assemblea generale delle Nazioni Unite di New York. Allora dichiararono la guerra mondiale contro le droghe. Sono passati 15 anni e il risultato è che, nel mondo, non solo in Europa, il traffico di droga è la prima fonte di finanziamento del crimine organizzato, la prima causa di destabilizzazione politica in centro e sud America, la prima causa di conflitto in Afghanistan e causa di numerosi problemi in Africa, nuova via commerciale del traffico di stupefacenti dal sud America all’Europa.
    Una prima ed efficace via per affrontare il problema in maniera pragmatica, è affrontare il problema della tossicodipendenza sotto un punto di vista sanitario, come già avviene in numerosi paesi dell’ Unione Europea, come la Svizzera, l’ Olanda, la Spagna, il Portogallo, la Repubblica Ceca, solo per citarne alcuni.
    La dismissione del DPA, la dimissione dell’attuale direttore, il dott. Giovanni Serpelloni, e la destinazione della delega sulle tossicodipendenze ai ministeri dell’integrazione sociale o della sanità, sarebbero il primo pilastro di una nuova politica volta al recupero e alla prevenzione all’utilizzo delle sostanze stupefacenti.
    Da un punto di vista economico e sociale, come il rapporto dell’Europol evidenzia, la cannabis dovrebbe essere la priorità di discussione in un piano di revisione dell’attuale normativa sugli stupefacenti.
    Con più precisione, da un punto di vista economico, sono numerosi i premi Nobel per l’ economia che trovano nelle attuali politiche proibizioniste una fonte di sprechi, inefficienze e fonte di problematiche che una tolleranza ed una tassazione sulle sostanze psicotrope sicuramente mitigherebbero.
    Come precedentemente ricordato, le convenzioni internazionali non sono favorevoli ad una legalizzazione della cannabis, ma ne riconoscono l’impiego terapeutico.
    La vendita, sotto prescrizione medica, di cannabis per scopi terapeutici, così come già avviene in diciannove stati degli USA, attraverso dispensari privati di cannabis, è la soluzione più indicata per risolvere diversi problemi, senza arrivare ad una legalizzazione della sostanza.
    L’ impiego terapeutico della cannabis e dei suoi derivati è già stato riconosciuto dal precedente Governo Monti attraverso un decreto dell’ex ministro della Salute.
    Se come Lei ha affermato, non ha ancora “iniziato una riflessione” sulla attuale normativa fallimentare sulle sostanze stupefacenti, questi potrebbero e dovrebbero essere punti dai quali iniziare.
    Colgo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti e l’ augurio di un periodo di reggenza del ministero con successo.

    Dott. Giorgio Gatti

    http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=6235

  3. #23
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    Presentata la Proposta di legge di SEL

    “Non sono punibili la coltivazione per uso personale di cannabis
    indica e la cessione a terzi di piccoli quantitativi destinati al
    consumo immediato, salvo che il destinatario non sia un minore”.

    E’ con questa piccola norma, da inserire all’articolo 73 del testo unico
    in materia di disciplina degli stupefacenti, che 28 parlamentari (26
    deputati di Sel e due onorevoli del Pd) chiedono la legalizzazione
    della cannabis domestica e la rottura dell’equiparazione del
    trattamento sanzionatorio per l’uso di diverse tipologie di droghe,
    introdotta nel 2006.

    La proposta di legge in questione (la n. 1203) è stata presentata alla Camera il 14 giugno scorso, il 21 giugno è poi stata assegnata alla Commissione Giustizia di Montecitorio.
    Il promotore è l’on. Daniele Farina (SEL), tra i firmatari anche i Democratici Michela Marzano e Ivan Scalfarotto.
    La proposta – come spiega la relazione che accompagna gli articoli – esclude la “punibilità della coltivazione ‘domestica’ di cannabis, destinata all’uso personale o ceduta a terzi per il consumo immediato” e, nello stesso tempo, differenzia le “pene per i diversi tipi di sostanze, aggiungendo un’autonoma figura di reato”.
    L’obiettivo è dunque chiaro: “definire un principio sia di individuazione che di graduazione del diverso livello di pericolosità dei comportamenti definiti ed accolti come illeciti”

    La proposta di legge segue di mesi e anni diverse sentenze di tribunale che hanno già assolto imputati scoperti in possesso di piantine di marijuana coltivate in casa e destinate all’uso personale.
    Nel 2011 ad esempio, una sentenza della Corte di Cassazione ha confermato la decisione di un gup che aveva ritenuto la coltivazione di una sola piantina non idonea a porre in pericolo il bene della salute pubblica o della sicurezza pubblica. Ma, ovviamente, in caso di approvazione del nuovo ddl, che – è bene precisarlo – resta comunque iniziativa di una minoranza parlamentare, verrebbe marcato chiaramente il confine tra punibilità e non, attribuendo maggiori libertà a piccoli coltivatori e assuntori domestici.

    Leggi l’articolo: http://www.giornalettismo.com/archiv...bis-domestica/

    La proposta di legge: http://www.camera.it/_dati/leg17/lav...PDL0005790.pdf
    __________________________________________________ ________________________

    Come Associazione abbiamo come obiettivo la decriminalizzazione dei coltivatori e consumatori in proprio e riteniamo questa Pdl un passo avanti verso il suo raggiungimento, chiederemo quindi ai parlamentari del M5S ai quali abbiamo presentato la Pdl elaborata da ASCIA di sostenere questa presentata da SEL, sia per non avere frammentazioni all’interno di un possibile fronte trasversale, sia per non produrre duplicati che potrebbero creare confusione e sia perché non abbiamo interessi nel difendere primati o paternità.

    L’unico appunto che abbiamo da fare riguarda l’assenza di una chiara normativa sui drug test, che potrebbero rimanere l’unica arma a disposizione di una possibile e probabile recrudescenza proibizionista.


    Inoltre, a seguito del coraggioso tentativo di costituzione di un Cannabis Social Club a Racale e dell’esperienza spagnola, avremmo gradito un articolo che contemplasse anche la costituzione di CSC a beneficio di consumatori impossibilitati alla coltivazione, ma pensiamo che da qui all’auspicato dibattito parlamentare, con il contributo dei parlamentari sensibili al problema, si possa avere il tempo per migliorare il testo della Pdl, per il momento non possiamo che ritenerci soddisfatti per aver constatato che quanto promesso da SEL in campagna elettorale si sia poi rivelato un dato di fatto.

    Direttivo ASCIA

    http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=6241

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