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Discussione: S'è pentito

  1. #1
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    Vorrei portarvi all'attenzione di un articolo del Il Giornale che mi ha fatto davvero girare le wallas. Capisco che uno possa smettere di fare certe cose per consapevolezza del rischio a cui và incontro, ma che si metta a blaterare sotto falso nome sentendosi pure un eroe mi dà veramente il voltastomaco. Io a questo darei ugualmente il massimo della pena prevista per coltivazione e spaccio e due calci nelle palle alla volta finchè diventan dispari. Leggete e... giudicate (se vi và)

    «Così per anni ho coltivato e spacciato marijuana»

    Ha deciso di chiudere la sua bottega. Non per colpa della crisi, ma per colpa della Finanza. I controlli che si sono resi sempre più fitti, lo hanno fatto desistere dal mandare avanti quella che era diventata una seconda attività lavorativa, «anche più remunerativa rispetto al mio vero impiego». Tutto, però, totalmente illegale. Perché la storia di Alessandro (nome di fantasia </B>ndr</B>) è quella di un giovane che, andando a vivere da solo, in una località di semi campagna del genovese con una casetta autonoma, aveva deciso di adibire una parte del suo giardino e la sua cantina a coltivazione di marijuana. «Coltivavo e raccoglievo, per poi vendere: direttamente dal produttore al consumatore senza intermediari. È la filiera corta», scherza Alessandro, «ma nell’ultimo anno e mezzo ho letto sui giornali di diverse persone beccate anche per controlli nati per altro genere. Così ho preferito sbarazzarmi di tutto e chiudere bottega». Però per tanto tempo, anche di fronte all’occhio dei vicini, al posto dei pomodori nel suo giardino crescevano piante che la legge vieta di coltivare anche perché il fine non era certo quello di tenerle come piante ornamentali: le lavorava per poi vendere l’ «erba».
    «Tutto fatto artigianalmente, i semi te li procuri facilmente perché puoi comprarli dagli spacciatori, oppure puoi trovarli quando compri il fumo, o ancora meglio puoi trovarli in alcuni negozi. Per esempio nel centro storico di Genova». Comprare i semi in un negozio? Si può ed è regolare, lo stabilisce anche una sentenza della Corte di Cassazione che recita «(...) il semplice possesso di semi di canapa, seppur in notevole quantità, non integra la fattispecie criminosa, poiché dal detto semplice possesso non è dato dedurre con certezza l'effettiva destinazione del seme (...)». Quindi mettersi a produrre piante di marijuana diventa una sciocchezza, un giochino domestico come curare i gerani sul terrazzo.
    Per chi non ha il pollice verde e vuole avere informazioni prima di infilarsi i guanti e prendere la zappetta, basta andare su internet e ti si apre un autentico mondo parallelo dove migliaia di «contadini del ventunesimo secolo» ti insegnano ad avere cura delle piante proibite che appaiono un vero e proprio </B>cult</B> del momento: «Ho cominciato anni fa con qualche piantina nell’orto, poi ho capito che era meglio attrezzare la cantina. Ho visto che si guadagnava facilmente e con poco lavoro. Così ho attrezzato lo scantinato quasi come una serra - racconta il produttore di droga nostrano -. Ho comprato delle lampade molto potenti che potessero dare la giusta illuminazione utile alle piante e un ventilatore potente. E le ho curate, tutti i giorni. Occorrono piante femmine e piante maschio: le femmine sono quelle che producono l’erba che poi viene fumata, mentre il maschio va coltivato perché è quello che produce i semi da ripiantare».
    Poi c’è il momento della raccolta. Dopo un paio di mesi di coltivazione, terminata la fioritura, le foglie cominciano ad ingiallire e quello diventa il momento adatto per tagliare e fare essiccare il prodotto pronto per essere fumato. È qui che comincia la filiera corta: «Vendere fumo mi è sempre stato facile: tramite amici, oppure con persone conosciute a qualche serata, nei centri sociali di Genova ed in alcuni locali nel Tigullio. In molti se lo venivano a comprare per poi rivenderlo per i fatti loro. Non c’è nessun prezzo stabilito, quello lo fai tu sentendo in giro a quanto lo vendono gli spacciatori. Il vantaggio è che, chi compra da te che lo produci a casa, ha la garanzia sulla qualità del fumo, quindi puoi permetterti di venderlo anche ad un prezzo più alto». Alessandro non vuole parlare di cifre specifiche ma racconta di averci guadagnato, prima di passare il diserbante ed eliminare tutto, «ho preferito smettere di rischiare, anche se per un po’ il gioco può valere la candela»: la candela ma anche la galera visto che per la coltivazione di canapa la pena prevista va dai 6 ai 20 anni di reclusione.
    http://www.ilgiornale.it/genova/cosi...e=0-comments=1

    Ma se ne andasse a viole

  2. #2
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    E quindi??? Si sente figo adesso?? Bene, buon per lui
    Ehi! Diglil'attutti ca nuh se po chiù proibire!

  3. #3
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    non mi stupirei se fosse stato scritto da zero dalla redazione... una bella favoletta per spaventare qualche giovane growers o mettere sull'allerta i genitori.
    "Personalmente tra tutti i forum ho scelto Enjoint perchè qui la ganja rappresenta il contorno alla vita di ogni utente, e non il centro attorno a cui ruota il resto. Qui si valorizzano gli utenti come persone prima che come coltivatori." - cit. Mad man

  4. #4
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    non mi stupirei se fosse stato scritto da zero dalla redazione... una bella favoletta per spaventare qualche giovane growers o mettere sull'allerta i genitori.
    lo spero perchè altrimenti "alessandro" sarebbe veramente un coglione di prima categoria che si marita solo di stare in carcere!! sempre dietro a sparare cazzate
    e vuole fare anche la figura della brava persona responsabile.
    forse non era un fumatore altrimenti queste confessioni non avrebbero senso

    mi fanno male le orecchie a sentire ste cose
    non importa quanto è grossa...
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  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da ecko Visualizza Messaggio
    non mi stupirei se fosse stato scritto da zero dalla redazione... una bella favoletta per spaventare qualche giovane growers o mettere sull'allerta i genitori.
    anche perchè colmo di cazzate com'è sto articolo può essere stato scritto solo da uno Sgiornalista nostrano...

  6. #6
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    Ma può anche essere vero...Visto lo stato di rincoglionimento mentale in cui si trovano gli italiani
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  7. #7
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    A 'sto punto preferirei davvero che fosse una "genialata sgiornalistica" ma se così non fosse, chi ha raccolto questa intervista, sarebbe complice di coltivazione ai fini di spaccio. In gabbia x 20 anni tutti e due!!!

  8. #8
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    secondo me è evidentemente una invenzione "giornalistica", giornalistica per modo di dire visto che "Il Giornale" non ha mai riportato vere notizie,ma solo mega stronzate per giustificare l'ingiutificabile legge di berlusconi del momento...

  9. #9
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    il problema che ormai è instaurato, è che la gente "normale" crede a tutto cio..
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  10. #10
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    come oggi per radio... secondo uno studio il primo approcio alla cannabis arriva tra gli 11 e 13 anni... e come hanno motivato? "i ragazzi il primo approcio lo fanno in giovane età per sfuggire ai problemi",..... ma cooooossaaaaaaaa???? Per problemi de che? L'xbox che si inchioda oppure il telefonino che cade? ma mi facciano il piacere....
    "Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano mano che cadendo da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete, fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene... fino a qui tutto bene... ma il problema non è la caduta, ma l'atterraggio".

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