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Risultati da 1 a 4 di 4

Discussione: Coltivazione cannabis terapeutica con meno dell' 1% di THC

  1. #1
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    Stimatissimo Avv. Zaina,

    ho notizia certa di una prossima disponibilità sul mercato di sementi di varietà di cannabis con alto contenuto di Cannabidiolo (15-20% CBD), cannabinoide non psicoattivo, e una percentuale di THC mai superiore all' 1%.
    In pratica piante del tutto simili alla Avidekel, la "super marijuana che cura ma non sballa" presentata al mondo poco tempo fa dall' università Hebrew di Gerusalemme.

    tali varietà hanno un enorme potenziale terapeutico, non provocano alcuna alterazione psichica perchè non sono minimamente stupefacenti, e potrebbero rappresentare un' importante strumento terapeutico di facile accesso per chiunque possegga un vaso e una manciata di terra.

    pur sapendo bene che il limite di THC imposto dalla legge è del 0,3%, vorrei porgerle la seguente domanda: la coltivazione personale di tali piante è sanzionabile esattamente come quelle ad alto contenuto di THC? .. o il fatto di non essere stupefacenti (possedendo un tenore di THC talmente basso) può rappresentare un attenuante tale da evitare le dure sanzioni previste dalla legge per le varietà normali?

    La ringrazio anticipatamente per la risposta, anche a nome di coloro che potrebbero trarre giovamento da questa altra meraviglia della natura.

    con grande stima, cordiali saluti

    Roberto

  2. #2
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    Citazione Originariamente Scritto da GOM Visualizza Messaggio
    Stimatissimo Avv. Zaina,

    ho notizia certa di una prossima disponibilità sul mercato di sementi di varietà di cannabis con alto contenuto di Cannabidiolo (15-20% CBD), cannabinoide non psicoattivo, e una percentuale di THC mai superiore all' 1%.
    In pratica piante del tutto simili alla Avidekel, la "super marijuana che cura ma non sballa" presentata al mondo poco tempo fa dall' università Hebrew di Gerusalemme.

    tali varietà hanno un enorme potenziale terapeutico, non provocano alcuna alterazione psichica perchè non sono minimamente stupefacenti, e potrebbero rappresentare un' importante strumento terapeutico di facile accesso per chiunque possegga un vaso e una manciata di terra.

    pur sapendo bene che il limite di THC imposto dalla legge è del 0,3%, vorrei porgerle la seguente domanda: la coltivazione personale di tali piante è sanzionabile esattamente come quelle ad alto contenuto di THC? .. o il fatto di non essere stupefacenti (possedendo un tenore di THC talmente basso) può rappresentare un attenuante tale da evitare le dure sanzioni previste dalla legge per le varietà normali?

    La ringrazio anticipatamente per la risposta, anche a nome di coloro che potrebbero trarre giovamento da questa altra meraviglia della natura.

    con grande stima, cordiali saluti

    Roberto
    La ringrazio perchè mi permette di soffermarmi, seppur sinteticamente, su di una tematica che ho già, solo incidentalmente affrontato.
    Or bene, ad oggi la giurisprudenza ha recepito quell'orientamento scientifico che ha individuato nel valore dello 0,3% di THC la soglia oltre la quale si ritiene concretizzato l'effetto stupefacente.
    Taluni giudici, ancor più lungimiranti hanno "arrotondato" allo 0,5%,tale valore discriminante.
    Se, dunque, lei ipotizza la coltivazione di una cannabis, che per la presenza di un alta percentuale di cannabidiolo, contiene un thc che si aggira attorno all'1%, devo purtroppo dirle che, nonostante la buona volontà interpretativa. verteremmo ancora in ambito di condotta penalmente rilevante.
    Devo, poi, evidenziare - per rispondere ad un altro suo quesito - che i giudici non sono adusi a valutare in termini di circostanza attenuante, eventuali bassi dosaggi di thc, quanto piuttosto - al contrario - essi sono assai lesti a rilevare la portata negativa di percentuali di thc che si discostino da quelle usualmente basse, per ricavare, così, considerazioni idonee ad aggravare la pena.
    Dunque, nonostante il M5S abbia lanciato "trionfalmente" l'idea (assolutamente di effetti limitati e quasi inutile visto che la giurisprudenza è già giunta a tali conclusioni) di codificare ex lege la percentuale dello 0,3% quale elemento di discrimine fra cannabis industriale e cannabis assumibile, ritengo che si dovrebbe avviare una riflessione in ambito scientifico per verificare con buona esattezza quale valore possa costituire effettivamente un effettivo spartiacque fra le due ipotesi, ritenendo che esso possa essere realmente superiore a quello attuale.
    Se si raggiungesse un'indicazione certa e condivisa si potrebbe usare tale dato come punto di partenza per discutere della applicazione della scriminante della destinazione ad uso personale anche alla coltivazione.

  3. #3
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    Grazie Avv. Zaina,

    le sue risposte sono state chiarissime e condivido con Lei l' inutile rindondanza della deludente proposta del M5S.

    Mi risulta che l' unico Paese europeo che consente la coltivazione di cannabis con un tenore di THC fino all' 1% sia la Svizzera. Proverò a investigare su quali basi scientifiche abbiano assunto questo limite e, considerando che la giurisprudenza svizzera considera illecita la cannabis solo quando destinata ad uso stupefacente, forse c'è qualche probabilità di trovare adeguata documentazione che giustifichi tecnicamente l 'acquisizione dell' 1% di THC come valida discriminante tra uso lecito e illecito. La terrò informata attraverso questo forum.

    Tuttavia qualche giorno fa ho avuto l'opportunità di discuterne con il proprietario della Bionorica, produttrice del Marinol, che con un certo sconforto escludeva quasi totalmente la disponibilità dei governi UE a innalzare il limite di THC all' 1%. Penalizzando così anche le imprese farmaceutiche che vogliono produrre la materia prima per gli estratti a base di CBD (che per gli usi terapeutici ha un dosaggio medio circa 20 volte superiore al THC e che non è conveniente estrarre dalla canapa industriale per gli alti costi di lavorazione).

    si direbbe che l' unica speranza per un cambio di paradigma sia affidata all' onda legalizzatrice dagli USA...da noi, dove l' ignoranza dilaga, anche solo iniziare a parlarne suona come un' eresia.

    rinnovandole la stima e il ringraziamento per la sua disponibilità

    Cordiali saluti, R
    Ultima modifica di GOM; 01-10-13 alle 05:38

  4. #4
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    Guardi io sono convinto che se iniziassimo ad essere più rigorosi e, soprattutto, più coordinati (avvocati e biologi oltre che chimici e medici) se una casa farmaceutica avesse veramente intenzione di fare ricerca, forse potremmo porre le basi per un serio mutamento legislativo.
    Forse, però si tratta solo di un sogno, perché di avveduti di questo tipo non ne conosco.
    Cordialmente

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