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Discussione: Magherini morto dopo l’arresto, la famiglia denuncia: “Calci da immobilizzato”

  1. #1
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    Ma quando la smettono di amazzare gente??? che sia previsto dai loro protocolli?

    Sembra la prassi......e alla fine fanno il loro lavoro!?!?


    Magherini morto dopo l’arresto, la famiglia denuncia: “Calci da immobilizzato”

    Come anticipato da ilfattoquotidiano.it la famiglia di Riccardo Magherini, l’uomo morto nella notte tra il 2 e il 3 marzo a Firenze dopo essere stato arrestato dai carabinieri, ha presentato una denuncia alla Procura di Firenze. Guido e Andrea Magherini, padre e fratello di Riccardo, chiedono che i militari responsabili dell’arresto siano accusati di omicidio preterintenzionale. E i sanitari intervenuti quella sera sul posto con la prima ambulanza senza presentare il dovuto soccorso, siano accusati di omicidio colposo. “Riccardo risulta essere stato immobilizzato con un uso della forza non previsto e contemplato nelle tecniche di immobilizzazione delle forze dell’ordine – è scritto nella denuncia preparata dall’avvocato Fabio Anselmo, lo stesso legale che segue i casi di Aldrovandi, Cucchi e Ferulli –, con calci quantomeno ai fianchi/addome anche nel momento in cui era già steso prono a terra”.

    Nella denuncia sono anche ricostruiti gli ultimi momenti di vita di Riccardo. Grazie alle testimonianze dei molti abitanti di Borgo San Frediano, quartiere centrale di Firenze, presenti in strada o affacciati alle finestre durante la lunghissima agonia dell’arrestato. E grazie alle risultanze dei tabulati delle telefonate intercorse tra i carabinieri, i paramedici e il centralino del 118 nell’arco di tempo che va dalla 1.21 alle 2.12 di quella sera. “Nel lungo arco temporale iniziato qualche minuto prima che arrivasse la prima ambulanza fino a quando è arrivata la seconda ambulanza con l’avvio delle manovre di soccorso (almeno 15 minuti), Riccardo era già divenuto totalmente silenzioso e immobile (si veda fra gli altri la significativa deposizione di Gerini, sentito a investigazioni difensive: “il ragazzo era diventato silenzioso certamente prima che arrivasse l’ambulanza”)”, è scritto. “Ma – prosegue la denuncia nella parte che riguarda i carabinieri – i quattro militari intervenuti hanno invece deciso di continuare a tenere Riccardo immobilizzato nella medesima posizione, continuando altresì ad esercitare pressione sul dorso”.

    Per quello che riguarda specificamente i primi sanitari accorsi sul luogo intorno alla 1.34, in attesa dell’ambulanza con il medico che arriverà dieci minuti dopo, è scritto che “non hanno provveduto nemmeno a rimuovere Riccardo da quella posizione (peraltro con l’addome scoperto appoggiato sull’asfalto freddo) né a liberarlo dalle manette, al fine di consentirgli quantomeno una migliore respirazione”. Anzi, da una testimonianza sembra che uno dei due sanitari abbia applicato al dito di Magherini un ossimetro, strumento che serve a misurare il livello di ossigeno nel sangue, ma pur avendo rilevato zero anziché la quantità necessaria di almeno il 95% di emoglobina satura di ossigeno nel sangue, abbia pensato a un malfunzionamento della macchina. Quindi, dopo i primi tentennamenti, la strategia mediatica e processuale della famiglia è mutata radicalmente. Dopo aver reso pubblico il video che immortala alcuni istanti dell’arresto, con Riccardo che grida “aiuto, non ammazzatemi, ho un figliolo piccolo” e almeno un testimone che si sente chiaramente dire “lo prendono a calci”. Dopo aver mostrato le foto dell’autopsia in cui si vede il corpo di Riccardo martoriato dalle botte. Le prossime mosse della famiglia saranno di lavorare sul corpo a dispetto di una prima autopsia ritenuta “insoddisfacente, approssimativa e superficiale”.

    “Un’autopsia che – spiega l’avvocato Anselmo a ilfattoquotidiano.it – non potrà nemmeno essere utilizzata in aula come prova di accusa nei confronti di sanitari e carabinieri dato che, al momento in cui si è svolta, il primo e unico indagato era proprio Riccardo Magherini”. Il 6 di maggio, come spiega l’avvocato ci sarà l’incontro tra i pubblici ministeri e il medico legale scelto dalla famiglia: Vittorio Fineschi, ordinario di Medicina legale Sapienza Università di Roma e autore della controperizia che dimostrò che la morte di Stefano Cucchi era stata determinata dai pestaggi subiti. Grazie al fatto che fin da subito la famiglia si era opposta alla cremazione, si chiederà di conservare in formaldeide il cuore e il cervello di Riccardo per potere poi effettuare nuove perizie. E proprio Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha scritto su Globalist una struggente lettera di accusa allo Stato colpevole di avere ammazzato suo fratello e di solidarietà alla famiglia Magherini: “Riccardo, come mio fratello Stefano, non è morto perché drogato. Non è morto perché dava in escandescenze. La realtà è molto più semplice, e molto più terribile. La sua vita è terminata mentre chiedeva aiuto a chi avrebbe dovuto tutelarlo. Mentre era inginocchiato davanti a loro e gridava disperatamente ‘aiutatemi sto morendo’. Ed è morto”.
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  2. #2
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    ed ancora......

    E’ una storia dai contorni ancora poco chiari quella della morte di Riccardo Magherini, 40 anni, sposato, un figlio piccolo di due anni. Nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 marzo a Borgo San Frediano, centralissimo quartiere di Firenze, Magherini dà in escandescenze, lo fermano dei carabinieri che lo immobilizzano e poi lo ammanettano tenendolo a faccia in giù sull’asfalto, a torso nudo, per diversi minuti. Quando arrivano i primi soccorsi con un’ambulanza, manca il medico a bordo; quando questo arriva, Magherini è trasportato in ospedale, dove è constatato il decesso. L’autopsia non ha rivelato segni di percosse, ma non ha nemmeno potuto stabilire le cause della morte.

    Mentre si attendono i risultati degli esami istologici e tossicologici, il pm Luigi Bocciolini ha aperto un fascicolo per spaccio e morte in conseguenza di altro reato. Ma gli amici non ci stanno, e la famiglia dopo il funerale di giovedì scorso ha bloccato la cremazione. Diversi testimoni hanno infatti raccontato di calci e percosse da parte dei militari. E in un video girato con un telefonino si ascolta Magherini che urla “Non ammazzatemi, ho un bambino piccolo”. L’avvocato della famiglia Luca Bisori a ilfattoquotidiano.it spiega: “Ci tengo a precisare che la famiglia non intende svolgere contro-inchieste o inchieste parallele rispetto al lavoro degli inquirenti nei quali riponiamo la massima fiducia. Vogliamo essere di supporto agli inquirenti, ma è una vicenda che certamente necessita di chiarimenti, bisogna capire di cosa questo ragazzo è morto se vi sono cause riferibili all’intervento dei carabinieri, se vi sono responsabilità di qualche tipo anche in chi ha operato i primi soccorsi”.

    Riccardo Magherini, ex calciatore cresciuto nel vivaio della Fiorentina e figlio di Guido Magherini, a sua volta ex giocatore di Palermo e Milan, si era appena separato dalla moglie e, dopo essere tornato a vivere con la madre aveva affittato una stanza in una pensione a San Frediano. Aveva sicuramente un passato, e forse anche un presente, di consumo di sostanze stupefacenti. Ricostruire quello che è accaduto quella notte però non è semplice. Domenica sera è a cena in un ristorante con dei commensali, pare tranquillo. Poi è per strada, vaga per il quartiere, urla, grida che gli anno rubato il portafoglio e il telefonino. Entra in una pizzeria lì vicino in cui era di casa, Il Borgo, ed è visibilmente agitato: urla nuovamente, prende il telefono a un cameriere, sfonda la porta a vetri di ingresso, esce e sale sulla macchina di una donna.

    La donna, che lo descrive visibilmente alterato ma non pericoloso, lo fa scendere. Lui continua a vagare per strada, cerca di entrare in un’altra pizzeria. Nel frattempo arrivano i primi due carabinieri che cercano di fermarlo e sono aggrediti, ne sopraggiungono altri due, in quattro lo immobilizzano a terra e lo ammanettano. Magherini resta a torso nudo, pancia a terra, immobilizzato per lunghi minuti. Poi verso l’una di notte sono gli stessi carabinieri a chiamare il 118, che una volta sul posto chiama un medico. Trasportato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria Nuova, alle 2.45 è constatato il decesso. Sono molti i testimoni, per strada o affacciati alle finestre, e quasi tutti conoscono Riccardo. Una studentessa, che ha già reso la sua testimonianza in Procura, afferma di avere visto i carabinieri che lo prendevano a calci. Altri raccontano che Magherini abbia smesso di dimenarsi e urlare quando ancora era schiacciato a terra dai carabinieri, che un improvviso silenzio avesse fatto loro temere il peggio fin da subito.

    “Questi fatti sono avvenuti per strada, con molte persone che hanno visto in tutto o in parte, hanno udito qualche cosa. Per questo mi sto adoperando per raccogliere il maggior numero di elementi possibili - dice l’avvocato Bisori a ilfattoquotidiano.it – Certamente c’è qualcosa da chiarire nella vicenda, non mi acquieto e credo che nessuno si possa acquietare sulla risultanza che pure era emersa nei primi giorni. Va detto che non è morto perché lo hanno massacrato di botte, sicuramente non c’è stato un pestaggio o cose di tale livello di drammaticità, però alcune condotte debbono essere attentamente vagliate. Alcune condotte che mi sono state raccontate e che potrebbero avere un significato ai fini dell’accertamento delle responsabilità”.

    Tra questi elementi che l’avvocato consegnerà entro la prossima settimana in procura, c’è anche un video girato con un telefonino da un testimone. “Ho una registrazione video praticamente nera, non si vede quasi nulla, forse uno sprazzo di luce, che però è abbastanza nitida come registrazione audio in cui si sente il Magherini con toni molto alterati. Anche qui il fatto in sé della registrazione è significativa ma non determinante perché è da inserire in un contesto di parecchi minuti. Bisogna capire queste urla a quale porzione della vicenda si riferiscono”. Quello che gridava Magherini, conferma l’avvocato, è “Non ammazzatemi, ho un bambino”. Diversi testimoni continuano a essere sentiti sia dalla procura che dal legale della famiglia. La vicenda si fa sempre più intricata. Gli amici di Riccardo la sera lo ricordano con improvvisati raduni e assemblee nel luogo in cui è stato fermato, e chiedono verità e giustizia. “La cosa da tenere in mente è che ora intenzione della famiglia muoversi con la massima prudenza – conclude l’avvocato – Perché questi sono fatti delicati che coinvolgono la responsabilità di soggetti che svolgono comunque un lavoro di stato come sono i carabinieri. Quindi qui bisogna essere cauti e prudenti, bisogna muoversi con attenzione, non in modo scomposto”.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...iccolo/911476/

  3. #3
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    servizio di ieri delle iene ........

    http://www.iene.mediaset.it/puntate/...eri_8611.shtml

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Deep Visualizza Messaggio
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    http://www.iene.mediaset.it/puntate/...eri_8611.shtml
    minchia una cosa seria l'ha fatta e mi da' un po' speranza ...... wln

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