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Discussione: ASCIA a Bruxelles, al Parlamento Europeo

  1. #11
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    E qui le impressioni dei nostri protagonisti nel nostro articolo ASCIA:

    http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=9155

    Report della Conferenza al Parlamento Europeo

    Pubblichiamo le impressioni di alcuni delegati delle Associazioni che hanno partecipato alla conferenza di Bruxelles.

    E’ un momento topico per la battaglia antiproibizionista, perché sia in Italia, con una “iniziativa parlamentare” e sia in Europa con un “report di iniziativa” si stanno costringendo i governi nazionali e la Commissione Europea a prendere delle decisioni in merito all’uso e al consumo delle cosiddette “droghe leggere”.

    Per vedere un estratto della conferenza: https://youtu.be/B9x1IrDdNFE

    Di ritorno da Bruxelles, ringraziamo la bella comunità italiana presente in Belgio che ci ha ospitato nella accogliente città. Entrare nei palazzi del potere, fa sempre un certo effetto, ma portare in visita al parlamento anche il Flacone di Bedrocan, con le infiorescenze, che in italia dovrebbe venir prescritto, non ha prezzo. Assieme ai pazienti abbiamo lasciato (in ogni zona fumatori visitata) un segno del nostro passaggio, un sentiero di Terpeni che speriamo ispirino il parlamento a legiferare in merito.

    Nella delegazione italiana oltre alle associazioni specializzate in cannabis, erano stati invitati anche il coordinamento AddioPizzo e l’ass. Muovi Palermo, con cui è stato un piacere confrontarsi sulle diverse realtà e sulla loro cultura sulla mafia e criminalità organizzata in genere.
    La conferenza è stata interessante per più punti di vista ed interpretazioni, erano presenti:

    Jan Malinowski, Executive Secretary of the Pompidou Group (Council of Europe): il miglior intervento ascoltato da parte delle istituzioni, ha trattato il problema della lesione dei diritti umani in atto, provocata dalla persecuzione delle droghe; nel suo intervento ha suggerito più volte di far valere i diritti umani e civili, contrastando le perquisizioni per consumo o coltivazione personale come ad esempio per motivi di lesione della privacy.

    Angela Me (Italiana) la vera Proibizionista tra tutti gli ospiti presenti, in rappresentanza del UNODC, ha messo da subito in chiaro che per le istituzioni la cannabis è ancora una droga al pari di quelle pesanti e perciò da perseguitare. Abbiamo contestato tutto l’intervento, riuscendo alla fine a farla cadere sull’attendibilità dei suoi dati espressi. Inoltre ha sottolineato che gli accordi internazionali non danno indicazioni sul consumo e sulla coltivazione personale, anche se poi ha ammesso che la mancanza di chiarezza porta grandissime diseguaglianze negli Stati della UE. Una visione proibizionista che eravamo pronti ad ascoltare, e contestare.

    R. Crepinko (Olandese) rappresentante del Europol, senza offesa ma una sorta di “terminator” che ha ripetuto per entrambi gli interventi che loro applicano solo le leggi. Non è stato possibile un confronto, quando si è rfiutato di rispondere alla domanda: “verificate che le leggi siano legittime o provvedete solo alla mera applicazione?”.

    Gli altri due relatori, Griffiths (direttore scientifico osservatorio europeo) e Welfens (eurojust), dopo un primo intervento convenzionale ma molto vago, si sono espressi a favore di una regolamentazione che prenda atto dalle ultime ricerche scientifiche e che non criminalizzi il consumatore.

    Ritengo positiva questa esperienza, che ci ha fatto capire che un percorso europeo è possibile, anche se molto più lungo di quello applicabile nei singoli Stati. Ma è una strada da percorrere per porre le basi di un diritto europeo all’uso di sostanze.

    Un ringraziamento agli organizzatori dell’evento e ai parlamentari Ignazio Corrao (M5S), Elly Schlein (Possibile), che a termine della conferenza si sono impegnati a portare avanti un “Report di iniziativa” da presentare alla Commissione Europea.

    Markab Mattossi – OVER GROW

    Ci è sembrato di tornare indietro nel tempo, ascoltare le motivazioni per un efficace contrasto all’uso di cannabis, espresse dagli esperti delle organizzazioni internazionali sul consumo e traffico di droghe, ci ha riportato ai tempi in cui Serpelloni poteva permettersi di alimentare la sua fobica campagna anticannabis, con argomentazioni fasulle e impregnate di pregiudizio.

    Dobbiamo riconoscere all’eurodeputato Ignazio Corrao una notevole dote di stratega perché, se è vero che noi non conoscevamo la natura convenzionalmente proibizionista dei relatori, è pur vero che neanche loro erano a conoscenza della platea a cui si rivolgevano, e se in un primo momento eravamo noi gli increduli per quel che ascoltavamo, dopo i primi interventi dei nostri delegati, l’espressione di stupore è apparsa sui loro volti.

    Abbiamo contestato educatamente e con dati alla mano tutte le loro argomentazioni fasulle, riscuotendo alla fine comprensione e simpatia dalla maggior parte dei relatori.

    In sintesi possiamo dire che gli “esperti” vengono pagati per portare avanti studi i cui dati statistici vengono presi da coloro che promuovono il progetto stesso e quindi incontestabili, ma se, come è avvenuto per questo evento, i dati e le valutazioni che vengono portati a dimostrazione dell’inefficacia del proibizionismo, risultano interessanti, allora potrebbe aprirsi una ricerca e una analisi di direzione diversa. Ed è stato proprio questo il motivo della nostra presenza a Bruxelles, portare testimonianze di consumatori responsabili e consapevoli, che nulla hanno a che vedere con la tossicodipendenza o con la criminalità!

    Ora ci auspichiamo che il “report di iniziativa” che verrà presentato dai deputati Corrao e Schlein alla Commissione di competenza venga accettato, primo passo per una discussione sul tema, esattamente come lo è “l’iniziativa parlamentare” promossa dall’intergruppo in Italia …percorsi lunghi, ma finalmente percorribili!

    Giancarlo Cecconi – ASCIA

    “Italia chiama Europa” è il titolo della relazione che abbiamo consegnato ai relatori della conferenza, in cui, tra le varie argomentazioni sui vari aspetti relativi all’uso di cannabis, riportiamo anche le criticità vissute in Italia da molti pazienti.

    Una criticità sconosciuta dalla maggior parte dei politici, nazionali ed europei, perché il primo impatto è stato veramente ostico: cosa avrebbero potuto dire i Giovanardi e i Serpelloni italiani per far meglio dei proibizionisti che avevamo di fronte?

    Bravo l’europarlamentare Corrao che ci ha permesso di scardinare quei troppi taboo derivanti da affermazioni convenzionali, e ormai obsolete, sulla “pericolosità” di una sostanza giudicata pericolosa solo da “loro” e assolutamente benefica per noi malati, che anche questa volta hanno portato una richiesta di aiuto direttamente al cuore della politica europea. Valutata l’estrema educazione e competenza della delegazione italiana(attenti a come parlate, sappiamo controbbattervi) e dopo l’iniziativa dell’intergruppo parlamentare italiano sulla legalizzazione, è possibile che a presto sarà il parlamento europeo a redigere una relazione: “Europa chiama Italia”.

    Andrea Trisciuoglio – LapianTiamo

    Ottima iniziativa che speriamo porti ulteriori frutti per aprire un dibattito a livello Europeo. Prima di iniziare la giornata al parlamento europeo, non sapevamo chi avremmo avuto di fronte come relatori, la sorpresa è stata duplice, sia per loro che per noi. Ignazio Corrao capogruppo del movimento 5 stelle a Bruxelles, è riuscito a creare un effetto sorpresa in entrambe le parti, portando tra i relatori dei rappresentanti dello zoccolo duro del proibizionismo europeo e mondiale. Tutto ciò ci fa comprendere quanto sia grande ancora il muro che dobbiamo abbattere, tra ipocrisia, bigottismo moralista, e ambiguità delle agenzie mondiali antidroga nel narcotraffico mondiale.

    Angela Me dell’UNODC (la sezione dell’ONU che si occupa di droga e crimine) ci ha sciorinato dati e statistiche falsate per ‘dimostrare’ la dannosità della cannabis, nella peggiore tradizione proibizionista, con metodologia a noi ben nota essendo stata la ‘strategia’ nostrana del dipartimento politiche antidroga (DPA), fino alla caduta dello zar anti-cannabis Giovanni Serpelloni, e della nostra legislazione dell’epoca fini-giovanardi. Era ben noto infatti il ruolo di Serpelloni che seguiva a pennello i dettami delle agenzie proibizioniste mondiali, con l’UNODC, e con il dipartimento antidroga americano (National Institute on Drug Abuse, NIDA), ed il ruolo politico di Carlo Giovanardi.
    La sorpresa nel viso di Angela Me, quando ha compreso chi si trovava in aula, l’ha portata all’abbandono dell’aula una decina di minuti prima di essere assalita da domande, ma sopratutto per evitare che fossero ulteriormente messe in evidenza le contraddizioni, falsità, la criminogena propaganda della politica dell’ONU in materia, anche perché non avrebbe potuto confutare i nostri dati, e non poteva andare oltre argomentazioni che esulassero la sua posizione di paladina del proibizionismo.

    Robert Crepinko: Rappresentante dell’Europol ha parlato di traffico internazionale, sopratutto in ambito di grandi traffici, e quindi era un po spaesato nel contesto di una regolamentazione dell’uso personale, nonchè sicuramente non preparato sull’argomento. L’unica frase che è riuscito a ripetere come un mantra è stata quella “le polizie devono far rispettare le leggi”, che poi siano giuste o sbagliate queste leggi, per Crepinko ha poca importanza.

    Gli altri relatori presenti Paul Griffiths direttore di EMCDDA (Osservatorio Europeo sulle droghe) e Benedikt Welfens (Eurojust) e J. Malinowski (Pompidou Group) hanno espresso pur con moderazione posizioni di apertura verso una regolamentazione/legalizzazione delle cosiddette ‘droghe leggere’.

    Ringraziamo Ignazio Corrao e Elly Schlein per questa iniziativa, e ci auguriamo che possa essere l’inizio della discussione in Europa, e che possa essere ripetuta invitando alla seduta altri parlamentari di altre nazioni e relative delegazioni di associazioni che si battono come noi per il diritto all’autoproduzione e consumo ad uso personale di cannabis.

    Davide Corda – Canapa Info Point

  2. #12
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    Ho visto il video completo su youtube ieri se non sbaglio, direi che si è parlato di tutto e di niente allo stesso tempo. Non capisco come si faccia a parlare su dati di dubbia provenienza e di dubbia importanza. Mi sembra che gli "oratori" siano abbastanza al di fuori della realtà. Non credo si possa avere grande aiuto da gente del genere, mi riferisco in particolare a quell'Angela Me che probabilmente non sa neanche di cosa sta parlando e a quei due stranieri che parlano dei diritti civili facendo esempi di uccisioni in Iraq o cose del genere... Non capisco come questo possa influenzare una decisione sulla libertà dell'individuo in Italia che fino ad ora è perseguitato come giustamente diceva Nicosia (mi pare si chiamasse così) l'unico insieme a pochi altri a parlare seriamente del problema toccando i punti giusti. Spero di non sbagliarmi, ma non mi sembra che questa "riunione" abbia portato a chissà cosa...
    Eppure in Europa ci sono già dei modelli da prendere in considerazione come Olanda, Spagna, Portogallo ecc... perché non portare la loro esperienza da condividere per vedere se per loro è un male oppure no?
    Si parla di un aumento delle spese sanitarie in caso di legalizzazione, ma siamo sicuri? Perché adesso non se ne fa uso lo stesso? anche di porcherie chissà spruzzate con che cosa... L'argomento aumento spese sanitarie lo trovo fuori luogo.
    Non l'amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia...datemi la verità!

  3. #13
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    @wow
    Alcuni dei relatori di questa conferenza rappresentavano lo zoccolo duro del proibizionismo internazionale, e ci rendono l'idea di come sia ancora difficile ottenere dei cambiamenti sostanziali nelle strategie di intervento sulla diffusione delle sostanze stupefacenti e della criminalità collegata, anche se dovranno essere fatti comunque, alla fine, perché questo proibizionismo ha prodotto ormai risultati così catastrofici e fallimentari.
    Però stavolta anche le nostre idee e i nostri punti di vista verranno inseriti in una relazione, che sarà una delle basi delle prossime discussioni del parlamento europeo sull'argomento.
    Mi sembra un buon segnale il fatto che abbiamo potuto testimoniare, in sintesi, che non siamo una massa di criminali drogati e spacciatori, come il proibizionismo ci vuole dipingere, ma di cittadini innocui e sempre più consapevoli dei loro diritti calpestati.
    Il nostro Giuseppe Nicosia è una persona in gambissima, a me sembra un ragazzo eccezionale, vi consiglio a tutti di leggervi il suo libro "Leone bianco Leone nero" sui suoi 2 mesi passati in carcere per coltivazione di canapa, una testimonianza vera, sincera, realistica e bellissima di un'esperienza umana straordinaria, molto simile a quello che ho vissuto io a mia volta, nei miei 6 mesi in galera per lo stesso motivo. Descrive molto bene la giusta forza d'animo che si deve sviluppare in carcere (e in tutte le circostanze drammatiche della vita) per non andarci fuori di testa ma uscirne temprati, nonostante tutto.
    Vedere come si è rialzato, fondando Sicilcanapa, coltivando canapa legale e dedicando le sue risorse intellettuali alla battaglia antiproibizionista, fino a diventare il nostro portavoce ai parlamenti italiano ed europeo, è una cosa che mi da la forza di continuare a sperare che possiamo e dobbiamo ottenere diritti e giustizia, perché la Verità è che non siamo noi il nemico, ma le vittime, non sono le sostanze il pericolo vero ma il proibizionismo e la criminalità che ne consegue inevitabilmente, sempre, ovunque, tanto che, storicamente, alla fine le cose devono cambiare, perché diventano insostenibili.
    Bisognerà per forza cambiare strategie, prima o poi, lottiamo perché possa essere più prima che poi.
    Ultima modifica di Pawan Kumar - ASCIA; 22-07-15 alle 12:31

  4. #14
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    Credo che qui siamo tutti d'accordo, sia tra di noi, sia con chi ha parlato a favore della legalizzazione in quell'occasione. Quello che volevo dire io, è che secondo me (esclusi alcuni come ho già detto nel commento precedente, tra cui Nicosia) non si è affrontato il discorso nel giusto modo. Di sicuro si sono dette cose giuste, ma per far capire ai proibizionisti di essere in errore non bastano quelle parole. Detto ciò, mi auguro che questo sia solo un inizio, e che piano piano riusciremo ad uscirne fuori perché questa è una situazione che non può più andare avanti.
    Non l'amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia...datemi la verità!

  5. #15
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    Questa è gente che non cambierà mai opinione, sono professionisti del proibizionismo, non ci saranno di nessun aiuto, faranno sempre tutto il possibile per contrastarci, possiamo solo metterli di fronte ai loro stessi fallimenti e farli dimenticare dalla storia.
    Il vero inizio è proprio il fatto che finalmente possiamo controbatterli, finora hanno avuto il monopolio delle chiacchiere, in queste circostanze, mentre ora ci ascoltano anche a noi, che stiamo provando a smentire le menzogne e le distorsioni delle statistiche proibizioniste e ad offrire diversi punti di vista e soluzioni possibili.
    Tanto troveranno il modo di continuare a negarci alcune libertà e diritti, però questo testimonia una fase di prossima fine del proibizionismo persecutore e oscurantista, ormai troppo appesantito dai suoi stessi fallimenti catastrofici.

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