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Discussione: Antiproibizionismo e educazione

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  1. #1
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    L'episodio che sto per raccontare, che serve per introdurre l'argomento è frutto della fantasia, lo racconto in prima persona utilizzando un espediente letterario.

    Un sabato, a pranzo, eravamo seduti a tavola in cucina, io, mia moglie e i nostri tre figli, di fianco a me c'era come al solito la nostra cagnolina. Uno dei figli raccontava del giorno precedente, a scuola era stato fatto un incontro, non collettivo ma classe per classe, con il responsabile di una comunità per il recupero dalle dipendenze, insieme a lui c'era un ragazzo obbligato dal tribunale ad essere ospite della comunità, per problemi legati al suo consumo di cannabis. La classe accolse la cosa con interesse e mio figlio, diversamente dal solito, si profuse nell'esposizione degli argomenti trattati.
    Abbiamo ascoltato tutti con attenzione il racconto, alla fine del quale il figlio relatore si rivolse a me con una domanda diretta: - Papà, ma parlando di erba, tu cosa ne pensi del consumo di un grammo a settimana ?-.
    La risposta che diedi così a freddo, che ora non ricordo, deve essere stata sbagliata, perché il figlio relatore si rovesciò all'indietro sulla sedia ridendo a squarciagola e gli altri presenti, compreso il cane si voltarono verso di me, in silenzio, guardandomi come se fossi un extraterrestre.
    Sorpreso da ciò riuscii solo a balbettare: -mah, perché?, è poco?, è tanto?-
    Vedendo che le espressioni sui visi dei presenti non mutavano e che il figlio relatore dovette alzarsi per andare a continuare a ridere in un'altra stanza insieme al cane, decisi di orientarmi su una risposta scientifica.
    -Vedi, in un adulto con bassa tolleranza, quel volume di consumo può essere utile ad alleviare il disagio psichico dovuto a ansia, stress, eccessivo carico lavorativo. Magari per patologie più importanti o per il dolore cronico, potrebbe essere insufficiente.-
    Questa risposta fu accettata con soddisfazione di tutti, anche del cane.

    Questo episodio riguarda una situazione famigliare, ma potrebbe essere trasposto in un altra agenzia di socializzazione e educazione, come la scuola o il posto di lavoro quando si dovesse rivestire il ruolo di formatore anche dell'etica di colleghi nuovi.
    L'interrogativo che nasce spontaneo è: La mia manifesta posizione di antiproibizionista, si contrappone al mio ruolo di educatore?

  2. #2
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    Tralasciando la storia raccontata, l'educazione è una forte influenza, e come tale deve essere affrontata nel miglior modo possibile,
    Il problema principale dell educazione secondo me sta nei principi personali, cosa che diversifica da ciò che ci influenza, e quindi la singola persona o l ambiente ristretto...
    L educazione ai giorni d'oggi viene sancita da 2 forti presenze, quella scolastica regolata dalla istituzioni e quella famigliare,
    Questo forma il nostro carattere, i nostri valori, è molto importante capire che a livello famigliare non è tanto quello che si dice che ci caratterizza, ma proprio l approccio alla vita...
    Non sarà la frase giudizievole che verrà presa in considerazione dal figlio verso il proibizionismo, ma la quotidianità a non assumere tali sostanze perché reputate dannose, questo però deve essere fatto con criterio, perché se nel frattempo ti bevi una bottiglia di vino qui l educazione viene meno, possiamo intendere in questi termini che non esiste un educazione giusta o sbagliata, ma solo un educazione personale, dettata da fattori come la cultura o la religione, invito anche a mettere in dubbio tutto quello che crediate giusto a livello educativo, bisogna prima mettersi in gioco e capire cosa è giusto e sbagliato (per se steasi) ma per fare ciò più che l educazione è necessaria la formazione ergo un esperienza diretta, esperienze senza influenze esterne prive di ogni pregiudizio...

    Per rispondere alla domanda, no non si contrappone, stai solo educando il figlio secondo i TUOI principi, giusti o sbagliati che siano, ma così facendo ne limiti la formazione , cosa assai più grave... (pensiero personale)
    Mi scuso preventivamente per ogni dislikes che le mie dita invieranno,non vorrei mai ma non mi accorgo neanche di ciò,piccolo schermo, piccoli tasti :') sorry....

  3. #3
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    Quello che tu chiami pensiero personale in realtà è un pensiero che condividi con una persona eccelsa, una grande educatrice, Maria Montessori. In molte scuole viene utilizzato un modello educativo che rispecchia la tua ultima frase, appunto il metodo Montessori.

    Riguardo alla risposta che non ricordo più, non era una frase proibizionista era piuttosto una frase da rollatore di strada.

  4. #4
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    Da qualche anno mi dilungo nel ramo della comunicazione per me è molto affascinante, come lo è la psicologia in genere...
    Suppongo che Montessori sia una pedagogista, ora mi sono incuriosito, vado a leggere un po questo metodo
    Mi scuso preventivamente per ogni dislikes che le mie dita invieranno,non vorrei mai ma non mi accorgo neanche di ciò,piccolo schermo, piccoli tasti :') sorry....

  5. #5
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    Riguardo a Montessori, ho appena trovato questo per Pot.
    Montessori espresse il concetto di Educazione Cosmica, è basato sull'idea che ogni forma di vita poggia su movimenti intenzionali aventi uno scopo non soltanto in se stessi, e che ogni cosa è collegata ad altre e ha il suo posto nell'universo.

    Quindi sembra che anche per lei il caso non esista.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da massimo.conta Visualizza Messaggio
    Riguardo a Montessori, ho appena trovato questo per Pot.
    Montessori espresse il concetto di Educazione Cosmica, è basato sull'idea che ogni forma di vita poggia su movimenti intenzionali aventi uno scopo non soltanto in se stessi, e che ogni cosa è collegata ad altre e ha il suo posto nell'universo.

    Quindi sembra che anche per lei il caso non esista.
    Accidenti, ti è rimasta impressa questa cosa del caso...

    Comunque, per rispondere alla tua domanda finale per me è un no, stai educando bene i tuoi figli perché gli stai dando delle informazioni e non dei preconcetti privi di fondamento.
    Hidden Content Originariamente Scritto da Pawan Kumar - ASCIA Hidden Content
    adesso li facciamo ballare con un'altra musica, la nostra, quella della Verità.
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  7. #7
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    Che fai lanci la pietra ??

    Trovo molto interessante anche la metodologia Agazzi che non si distacca troppo dalla sopracitata ne condivido sopratutto il cercare di controllare l ambiente in modo che un soggetto, in questo caso infantile (ancor più importante), sia sottoposto ad un atmosfera di stabilità e sicurezza, non è da sottovalutare perché un ambiente che suscita negatività riduce molto la volontà comunicativa di un persona, questo crea blocchi emotivi che verranno portati avanti nella crescita e non ce niente di più sbagliato, questo sopratutto per i genitori deve essere preso in considerazione, meglio un dialogo costruttivo che un ordine dittatoriale, quando sento le vecchie generazioni con le solite frasi...
    ...io sono cresciuto a schiaffi, se fosse mio figlio gli stampavo una 5º nel viso, poi ci pensa 2 volte la prossima volta...
    Questo ad esempio è sbagliato, cosa impari da un comportamento del genere ??
    Una cosa la impari, se pensi di aver ragione puoi alzare le mani...
    Impari, fatti furbo e non farti beccare che altrimenti le prendi...
    Altro ?? Destabilizzi un rapporto di fiducia impostandola sull ansia, e mandi a fottere magari un rapporto famigliare...

    Anche se in fondo neanche educare un figlio in modo totalmente libero credo sia formativo,
    Mi ritrovai da un cliente per un installazione, era una coppia dell est, avevano 2 bimbi piccoli ( parliamo tra i 5/7 anni)
    Tra l altro la madre molto sexy e disinibita, durante un intervento da lei, pensando che fossi il marito, mi apri con il seno scoperto ma questa è un altra storia, insomma i figli sono liberi al 300%, l unico no che gli arrivava dalla madre era quando mi venivano a disturbare in modo ossessivo (per lo più 1, l altro era molto più calmo), la casa pitturata da cima a fondo con pastelli e pennarelli, il comando era dei figli più che della madre, il gatto veniva stressato in modo continuo come fosse un peluches (non maltrattato) ma la cosa che mi fece impallidire fu il figliolo che urinava in balcone, nonostante di sotto vi era un passaggio pedonale ben frequentato con negoni e bar...
    Ecco diciamo che bisogna far capire cosa è giusto e sbagliato, poi in base alle esperienze personali protrarsi verso un senso civico di convivenza, una via di mezzo è sempre la soluzione migliore...
    Mi scuso preventivamente per ogni dislikes che le mie dita invieranno,non vorrei mai ma non mi accorgo neanche di ciò,piccolo schermo, piccoli tasti :') sorry....

  8. #8
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    Mio figlio mi chiede:
    Papà ma la banana kush si chiama così perché sa di banana?
    Porch..... Come rispondo?
    Beh sai,...... I breeders danno alle loro creazioni i nomi che vogliono, a volte più che dal prodotto finito sono ispirati a qualche fase dell'ibridazione o agli aspetti finali. Tuo secondo me la cheese non si chiama così perché sa di formaggio, ma perché ti lascia in faccia Er due ore un sorriso come quello che fai dal fotografo quando dici cheese. Oppure la gorilla glie si chiama così perché la pianta cresce selvaggiamente e i bud ti lasciano le dita piene di resina come fosse colla.
    Ma secondo voi mio figlio mi sta prendendo per il culo?

  9. #9
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    Mi rispondo da solo.
    No non mi prende in giro, anzi, mi vuole tanto bene da cercare a modo suo di capirmi, magari provocandomi.
    Certo a volte lo lascio un po' perplesso come agli altri, ma forse gli do modo di pensare fuori dal coro.

  10. #10
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    Ok maaaaa... La Banana kush sa di banana?

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