Il mio insistere su questi argomenti potrebbe sembrare un ozioso passatempo, in realta’ dando una occhiata a cio’ che viene insegnato in alcuni campus universitari americani si scopre l’origine della “cancel culture”, il marxismo culturale.

Su internet ho seguito qualche lezione messa on line. I loro social dreamer sono marx, nietzsche e freud. Il nemico l’occidente inteso come stato di diritto, cioe’ societa’ composta da individui con uno stato che ne garantisce le liberta’. La scienza perche’ accusata di essere meccanicista, rifacendosi ad autori come khun e capra, lasch, horkheimer. Insomma sotto accusa per l’ennesima volta la razionalita’ strumentale, rea di considarare dal dualismo cartesiano in poi, anche da kant quindi (la cui critica ragion pura e’ stata messa all’indice), la natura come oggetto, e sottoporla alla “violenza”, “reificazione”. Sotto processo il sistema sanitario, considerato non olista. Sotto processo la societa’ dei consumi rea di creare una societa’ di narcisi.

Un professore universiatrio propone un paragone tra i il nazista dei campi di concentramento, di cui parla arendt nella banalita’ del male, al consumismo. Non so dove sia il nesso, ma il paragone oltre ad essere forzato, lo trovo quanto meno fuorviante, inculcare una simile visione credo non possa che generare degli estremisti.

Inoltre, gia’ gli irrazionalisti seguiti nell’idealismo tedesco a kant ed hegel, tipo ad esempio schopenhauer, si era posto il problema, di cosa salvare in sostanza il soggettivo, sentimenti, musica, arte ma individuale; o il razionalismo, piu’ oggettivo ed universale, in grado di offrire coesione sociale, ma freddo e lesivo di tutto cio’ che e’ libera espressione individuale. Il suo testo piu’ conosciuto “il mondo come volonta” e’ ambiguo a riguardo, e non scioglie l’enigma. In sostanza si risolve in un ascetismo, forse alla fine non praticato nemmeno da lui.