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Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: La Cancel Culture

  1. #1
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    Il mio insistere su questi argomenti potrebbe sembrare un ozioso passatempo, in realta’ dando una occhiata a cio’ che viene insegnato in alcuni campus universitari americani si scopre l’origine della “cancel culture”, il marxismo culturale.

    Su internet ho seguito qualche lezione messa on line. I loro social dreamer sono marx, nietzsche e freud. Il nemico l’occidente inteso come stato di diritto, cioe’ societa’ composta da individui con uno stato che ne garantisce le liberta’. La scienza perche’ accusata di essere meccanicista, rifacendosi ad autori come khun e capra, lasch, horkheimer. Insomma sotto accusa per l’ennesima volta la razionalita’ strumentale, rea di considarare dal dualismo cartesiano in poi, anche da kant quindi (la cui critica ragion pura e’ stata messa all’indice), la natura come oggetto, e sottoporla alla “violenza”, “reificazione”. Sotto processo il sistema sanitario, considerato non olista. Sotto processo la societa’ dei consumi rea di creare una societa’ di narcisi.

    Un professore universiatrio propone un paragone tra i il nazista dei campi di concentramento, di cui parla arendt nella banalita’ del male, al consumismo. Non so dove sia il nesso, ma il paragone oltre ad essere forzato, lo trovo quanto meno fuorviante, inculcare una simile visione credo non possa che generare degli estremisti.

    Inoltre, gia’ gli irrazionalisti seguiti nell’idealismo tedesco a kant ed hegel, tipo ad esempio schopenhauer, si era posto il problema, di cosa salvare in sostanza il soggettivo, sentimenti, musica, arte ma individuale; o il razionalismo, piu’ oggettivo ed universale, in grado di offrire coesione sociale, ma freddo e lesivo di tutto cio’ che e’ libera espressione individuale. Il suo testo piu’ conosciuto “il mondo come volonta” e’ ambiguo a riguardo, e non scioglie l’enigma. In sostanza si risolve in un ascetismo, forse alla fine non praticato nemmeno da lui.
    Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.

  2. #2
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    Seconda parte

    Ma cos'e' la cancel culture?

    Al di la’ dell’hash tag #cancelculture, la sua esistenza come prassi e’ contestata da coloro che nei campus ne sono il principale carburante. Sarebbe un “invenzione della destra americana per accusare gli avversari”. Wikipedia dopo aver avuto la voce “cancel culture” per un periodo che va dal 31 dicembre 2018 al 2 maggio 2019, su proposta degli attivisti wikipedia la voce viene via via inglobata prima in sottofenomeno “call-out culture”, a sua volta poi inglobata e trasformata in un rinvio a “on line shaming”. Quasi il fenomeno non esistesse...


    A me personalmente quello che colpisce e’ il doppio standard etico: le opinioni razziste e incitanti alla violenza e al genocidio, purche’ espresse contro i bianchi, assicura a chi le esprime solidarieta’ economica e sociale per annullare le conseguenza dell’ abuso della liberta’ di parola.
    “il problema, sostiene l’elite sportiva e accademica internazionale, e’ essere bianchi, fare figli bianchi, prolungare la specie infetta, primitiva, delinquenziale (dei bianchi). La razza inferiore ai tempi del biologismo politicamente corretto esiste, e’ senza discussioni la razza bianca. Urge un eugenetica che la spazzi via, e magari campi di concentramento per visi pallidi”.
    Da “politicamente corretto”, di Giorgio Sallusti (2020).


    Molti attivisti e alcuni docenti rilanciano la rivoluzione haitiana del 1804, come buon esempio, lo sterminio totale dei bianchi da parte degli insorti anti-francesi , come alternativa “all’errore” dei piu’ moderati che invece cercavano una convivenza fra bianchi ed ex schiavi.


    Ora, io non sono certamente ne’ razzista ne’ suprematista bianco, saro’ in errore ma anche io credo nella convivenza. Politicamente sono un moderato. Questi che riporto sono fatti che sto leggendo da libri e riviste, e in rete; ma nessuno in italia se ne occupa...penso ai media mainstream. Per ora si stanno verificando nella zona anglosassone e francese, che possono essere considerati incubatori gia’ da tempo di molte novita’ politiche e costume che poi approdano in Italia, nel bene e nel male. Penso soprattutto al patrimonio artistico che possediamo.
    La sinistra italiana ed il centro non se ne occupano, lasciando il campo in mano alla destra. Ad esempio la proposta di legge che invita a “modifiche del codice penale in materia di tutela del patrimonio artistico nazionale”. Spero solo che parlarne possa servire.
    Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.

  3. #3
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    Terza parte


    Glossario


    Molto utile se si vuole leggere in rete e districarsi nel dibattito.


    Porto un tema di esempio, https://www.openculture.com/2014/03/...critiques.html


    Antifa. Contrazione di anti-fascist, che raccoglie gruppi violenti e non, che sostengono azioni di lotta contro suprematisti, alle agenzie governative.


    Attivista. Militante a tempo pieno. Vengono anche formati dalle universita’, con uno stipendio, un vero e proprio mestiere.

    Black Live Matter (BLM). Movimento di protesta, nato negli Stati Uniti nel 2013 contro la disparita’ di trattamento che le forze dell’ordine avrebbero nei confronti delle persone di colore. Il movimento BLM assieme alle frange dei cosiddetti antifa costituisce il principale protagonista degli assalti e vandalismi contro monumenti.

    Cancel culture. La prassi secondo cui un personaggio pubblico accusato d’aver commesso atti contrari al politicamente corretto, ma anche razzismo, sessismo o comporatenti definiti come molestie, vada cancellato dal consesso di cui fa parte attraverso boicottaggi che partono da internet (specie twitter) e finiscono con licenziamenti, recissione dei contratti, perfino rappresaglie lavorative su congiunti e familiari.


    “Check your privilege!”. “Bada ai tuoi privilegi!”. Argomento dell’arsenale ideologico woke (vedi voce), con il quale i social justice warrior (vedi voce) mettono sotto accusa un interlocutore che appartenga a categorie privileggiate (bianco, maschio, etero, cristiano, fisicamente sano) sostenendo cosi’ che egli sta argomentando in maniera sleale da posizioni di privilegio.

    Damnatio memorie. Antenato colto della cancel culture.


    Distopia. Contrario di utopia. Spesso chi racconta della cancel culture lo fa con il paragone del romanzo 1984 di Orwell, oppure il romanzo di Bradbury “Fahrenheit 451”.


    “Feelings are more important than facts”. Argomento woke (vedi voce) secondo cui l’interpretazione soggettiva e’ superiore alla valutazione oggettiva, se quest’ultima risulta “offensiva”. Perfino l’aritmetica e’ considerata razzista e sessista perche’ nelle “prove di esame cieche” (in cui l’identita’ dell’esaminato non si conosce) risultano con maggiore voti maschi asiatici seguiti da quelli bianchi con “discriminazione” verso tuttele altre categorie.


    Finestra di Overton. Secondo gli avversari del movimenti, sarebbe un meccanismo di ingegneria sociale con il quale e’ possibile modellare la societa’ facendo passare idee che da prima sono “inconcepibili” a “legalizzato” (o perfino “obbligatorio”) e viceversa.
    Intersezionalita’. Suddividere e classificare l’identita’ di una persona, in genere, razza, classe, sesso, religione, aspetto fisico. I singoli aspetti si intersecano per definire fattori di oppressione e discriminazione subiti dalla persona (o in alternativa i suoi privilegi, vedi White privilege).


    Liberal. Sinistra americana, particolarmente legata al tema dei “diritti civili“.


    Lost cause. Il punto di vista sudista della Guerra di Secessione americana. La possibilita’ data agli sconfitti di celebrare la Lost cause ha permesso quantomeno all’interno della comunita’ bianca, la pacificazione. Ne sono stati esclusi invece gli ex schiavi.


    Marxismo culturale. Complesso di ideologie non organico che hanno origine per lo piu’ dalla Scuola di Francoforte e accolte nei campus universitari americani come tesi post-marxiste, che uniscono alle teorie di Marx la prassi trozckista, la psicanalisi (Freud ad esempio), e alcune scuole sociologiche (Weber e Durkheim ad esempio).


    Politicamente corretto. Esso travalica i limiti della normale buona educazione e civile convivenza, perche’ impone trattamenti privileggiati alle minoranze considerate protette.


    Ricontestualizzazione. Applicazione ad un monumento o opera d’arte o letteraria avvisi che informano il pubblico che cio’ che esprime e’ potenzialmente offensivo, e portaore di valori non piu’ condivisi dalla comunita’.

    Risignificazione. Trasformazione di un monumento o di opera d’arte affinche’ esprima significati differenti, spesso all’opposto, di quelli oroginali.


    Snowflakes. ”Fiocco di neve”, termine con cui vengono chiamati gli studenti SJW (vedi voce), per la loro fragilita’.
    Social Justice Warrior (SJW). Attivisti convinti di dover combattere una causa (contro razzismo, patriarcato, e definiscono loro stessi woke, cioe’ risvegliato).


    Trigger. “innescare”, riferito al rivivere un trauma, i SJW chiedono e spesso ottengono che oere letterarie , teatrali, cinematografiche, siano precedute da avvisi (trigger warning) che il loro contenuto e’ potenzialmente offensivo, o “datato” rispetto agli standard morali del momento.


    Trigger Warning, Content advisory, Content warning. Messaggio introduttivo che consente una “contestualizzazione” ad opere letterarie o cinematografiche in cui pissano essere individuati contenuti potenzialmente offensivi. Per esempio il caso Disney Plus piattaforma streaming che nel 2019 al lancio del suo servizio, proponeva un messaggio accanto ai classici come Dumbo, Aristogatti, Peter Pan: “Questo programma viene presentato come originariamente creato. Puo’ contenere rappresentazioni culturali superate”. Come a dire piuttosto che rimuovere questi contenuti, vogliamo riconoscrere il loro impatto dannoso, per un futuro piu’ inclusivo.
    White privilege. Privilegio intrinseco derivanti dall’essere bianco.


    Woke. Risvegliato, ovvero chi non dorme davanti all’oppressione del “bigottismo”.


    TERF. Trans-exclusionary radical feminist. Ad esempio la frase “le donne hanno le mestruazioni” discriminerebbe le persone in “transizione” da femmina a maschio.
    Ultima modifica di Hollyweed; 10-02-21 alle 08:52
    Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.

  4. #4
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    Il mondo è bello nelle sue diversità, il problema è che oggi queste diversità, queste complessità il potere non vuole (non sa?) gestirle e allora vuole centrifugare tutto, uomini, culture in un unico pastone che vorrebbe sapere di tutto e invece finisce per non sapere di niente.

    L'unico odore che si sente è quello di "centro commerciale".

    Infatti, come sempre, alla base della motivazioni dei nostri eroi c'è sempre il fattore economico e QUINDI, un po', piccolo o tanto che sia, di potere.

    Ricordo un vecchietto che diceva sempre "Abbiamo tutti i suoi problemi".....i SUOI problemi....
    ....avrebbe voluto dire i LORO, ma si può leggere un po' ironicamente e identificare quel lui, con cui tutti abbiamo gli stessi problemi in un non meglio precisato "Re del mondo"......
    ....il quale vuole che il mondo gli assomigli, soprattutto nelle paure.

    Perché pensandoci bene chi se non il potere ha più paura di tutti? Il potere stesso si basa sulla paura, anzi sul terrore di perderlo ...
    E quindi giù eserciti armati a protezione, ma anche giochi di prestigio per distogliere l'attenzione....
    "Quattro infamoni, briganti, papponi cornuti e lacchè"....

    Vabè non divaghiamo.

    Insomma sono molto interessanti gli spunti che offri ma credo che il potere sia sempre nelle nostre mani, il problema è appunto esserne coscienti e attuare quelle strategie di resistenza attiva necessarie per modificare lo stato di cose che si vorrebbe imporre.
    Ultima modifica di potpot23; 11-02-21 alle 15:10
    Hidden Content Originariamente Scritto da Pawan Kumar - ASCIA Hidden Content
    adesso li facciamo ballare con un'altra musica, la nostra, quella della Verità.
    Hidden Content

  5. #5
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    Ciao potpot, lieto di leggere la tua opinione, sempre molto profonda devo dire. Personalmente non sono molto contento di alcuni aspetti della societa' compreso quello purtroppo del pensiero unico, e del conseguente ridurre tutto all'economia, ma tutto ha appunto una "conseguenza", non solo positiva dunque.

    Ho rispetto della differenza di idee, e mi fanno piacere critiche e nuove istanze, anche quelle della cancel culture. Ma il movimento secondo pone dei problemi quando esagera, cioe' senza costruire alternative valide. Infatti, non ci sono proposte su che tipo di societa' si vorrebbe. Manca un po la parte costruttiva della critica.

    Nello scrivere ho cercato di dare la mia opinione, ma avrei voluto non farlo, la mia idea e' lasciare spazio il piu' possibile pensiero critico di ognuno.
    Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.

  6. #6
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    E' uscito in libreria "Bentornato Gramsci" di Diego Fusaro. Dalla seconda di copertina...

    "Egemonia e intellettuali, nazionale-popolare e cultura rivoluzionaria: questi alcuni dei concetti fondamentali della costellazione teorica elaborata da Antonio Gramsci"..."Questo libro prova a ripensare radicalmente Gramsci. E lo fa individuando nella sua "filosofia della prassi" la chiave indispensabile per comprendere teoricamente e per risolvere le contraddizioni che infettano la nostra epoca; con la rassicurante etichetta di "fine della storia", ha provato, dal 1989 a oggi, a mettere in congedo ogni possibile idea di futuro che non fosse la ripetizione tautologica del presente a forma merce"

    Una saggio sicuramente di non facile lettura. Comunque ci sto provando a leggerlo... mi sembra che la teoria di Gramsci che piu' possa fare al caso della cancel cultura, sia l'Egemonia Culturale" (o si potrebbe rinominare dittatura culturale del pensiero unico).

    Egemonia culturale da wikipedia:

    Conquistare la maggioranza politica di un Paese vuol dire che le forze sociali, che di tale maggioranza sono espressione, dirigono la politica di quel determinato paese e dominano le forze sociali che a tale politica si oppongono: significa ottenere l'egemonia.
    Vi è distinzione fra direzione – egemonia intellettuale e morale – e dominio – esercizio della forza repressiva: «Un gruppo sociale è dominante dei gruppi avversari che tende a liquidare o a sottomettere anche con la forza armata, ed è dirigente dei gruppi affini e alleati. Un gruppo sociale può e anzi deve essere dirigente già prima di conquistare il potere governativo (è questa una delle condizioni principali per la stessa conquista del potere); dopo, quando esercita il potere ed anche se lo tiene fortemente in pugno, diventa dominante ma deve continuare ad essere anche dirigente».[100]
    Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Hollyweed Visualizza Messaggio
    ... per comprendere teoricamente e per risolvere le contraddizioni che infettano la nostra epoca
    Secondo me é proprio quel "teoricamente" il problema e il limite della filosofia. La teoria é utile solo quando affiancata alla pratica, altrimenti rimangono pippe mentali. Come un ingegnere meccanico uscito coi massimi voti alla teoria (scuola) ma poi non sa riconoscere se un bullone sia da 10 o da 14. I problemi non si risolvono solo pensando. Avere una teoria é fondamentale, ma i problemi si risolvono con la pratica, la prove e gli errori.

    Fusaro é un mezzo babbo che non fa altro che menarsi il proprio fallo mentale per autocompiacere quell'ego che tra un pó se lo mangia vivo. Dargli dell'ipocrita é un complimento perché implicherebbe un'intenzionalitá ben al di sopra delle sue doti dialettiche. É la classica bandieruola che parla a seconda di come tira il vento. Vomito
    "Cultivated in love and she's not grown for greed
    She's everything I want and also all I need"

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da G_Lab Visualizza Messaggio
    Secondo me é proprio quel "teoricamente" il problema e il limite della filosofia. La teoria é utile solo quando affiancata alla pratica, altrimenti rimangono pippe mentali. Come un ingegnere meccanico uscito coi massimi voti alla teoria (scuola) ma poi non sa riconoscere se un bullone sia da 10 o da 14. I problemi non si risolvono solo pensando. Avere una teoria é fondamentale, ma i problemi si risolvono con la pratica, la prove e gli errori.
    G_Lab ti rispondo riportandoti l'idea di Gramsci, che "La lotta di classe e', anzitutto lotta di classe culturale".

    L'agire rivoluzionario puo', conseguentemente, riuscire con successo a patto che vi siano:

    A) le premesse obiettive di ordine economico-sociali;

    B) la coscienza della classe dominata della situazione e di se';

    C) la loro disponibilita' alla rivoluzione;

    D) l'esistenza di una organizzazione politica di tipo partitico, che sappia organizzare, rappresentare e guidare la classe dominata.

    Il "fatto culturale" occupa, una volta di piu', una posizione decisiva. La contraddizione non si toglie da se', ma per il tramite dell'azione politica rivoluzionaria. Quest'ultima non puo' essere intesa come una meccanicistica necessita', scaturente dalle condizioni obiettive. E', invece, l'esito di un organizzazione superstrutturale (ossia culturale): "Anche l'unita'di teoria e pratica non e' un dato di fatto meccanico, ma un divenire storico" [Q 1042].
    Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.

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