Il 28 luglio 2005, tre siti internet (mariuana.it, semini.it e shop.mariuana.it) sono stati sottoposti a sequestro dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Napoli. Matteo Filla, proprietario dei siti in questione, è stato arrestato perchè ritenuto a capo di un’organizzazione criminosa nazionale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti (questo secondo i media)…
Contemporaneamente è scattato un blitz in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Veneto e Lazio in cui sono state eseguite 66 perquisizioni e 40 misure cautelari. Tra ieri e oggi (29 e 30 luglio), sui siti internet delle agenzie di stampa e su quasi tutti i quotidiani nazionali e locali, sono comparsi articoli che evidenziavano tale notizia mettendo in risalto le accuse (assolutamente infondate ed errate, vedremo poi il perchè) nei confronti del proprietario dei siti internet posti sotto sequestro.
Questo comunicato ha l’intento di replicare alla disinformazione e alle menzogne apparse durante questi due giorni su decine di media nazionali e locali.
Dal comunicato stampa della Polizia di stato pubblicato ieri on-line: “La Polizia Postale e delle Comunicazioni di Napoli ha sgominato una vasta organizzazione che invitava alla coltivazione e alla vendita di cannabis indica attraverso i siti internet…” Sottolineiamo come l’accusa secondo la Polizia, è di incitamento alla coltivazione e allo spaccio di sostanze stupefacenti e non di aver commesso codesti crimini. Differenza che può sembrare di poco conto ma che invece è estremamente importante, specie se come in questo caso non viene considerata da tutti i media che hanno trattato e manipolato la notizia. Riteniamo comunque che tale accusa sia del tutto errata, dal momento che all’accesso dei siti in questione compariva un disclaimer che avvisava come non si intendeva in alcun modo incentivare condotte vietate e che tutte le informazioni contenute nei siti erano da intendersi esclusivamente ai fini di una più completa cultura generale.
Ricordiamo inoltre che la vendita di semi di cannabis in Italia è del tutto legale (cosa che tutti i media sembrano aver dimenticato). Tali semi infatti sono esclusi dalla nozione legale di Cannabis, ciò significa che essi non sono da considerarsi sostanza stupefacente (L. 412 del 1974, art. 1, comma 1, lett. B; Convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 e tabella II del decreto ministeriale 27/7/1992). In Italia la coltivazione di Cannabis è vietata (artt. 28 e 73 del DPR 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione (art. 17 DPR 309/90). Pertanto i semi potranno essere utilizzati esclusivamente per altri fini (ad es: collezionismo). Tale avviso era ben visibile nei siti sequestrati e veniva inoltre illustrato come ogni utilizzo illegale di tali semenze fosse di responsabilità dell’acquirente.
Inutile quindi sottolineare come anche la vendita di articoli per la coltivazione, articoli per consumatori, manuali, guide e materiale informativo, in Italia sia assolutamente legale. Non a caso, ad oggi sul nostro territorio nazionale sono presenti almeno 120 negozi che vendono tali articoli, tutti perfettamente in regola, tutti paganti tasse e iva (come del resto i siti sequestrati). Per non parlare dei siti web: se ne contano a centinaia in tutta Europa, a migliaia nel mondo.
Nel comunicato della Polizia e negli articoli, si parla poi di una vasta organizzazione: affermiamo con certezza che tale organizzazione non è mai esistita. Possiamo quindi dedurre che le forze dell’ordine abbiamo confuso una serie di utenti (che spesso nemmeno si conoscevano tra loro, che se è vero che coltivavano cannabis lo facevano esclusivamente ad uso personale, che si scambiavano semplici informazioni e nozioni botaniche, che non facevano di certo riferimento ad alcuna associazione) come un’organizzazione criminosa. Per confermare tale tesi vi informiamo che una delle persone coinvolte nell’operazione è stata trovata in possesso di 2(due!) piante di cannabis alte cira 10 cm.
Non neghiamo che possano esserci state singole persone che tramite il sito adescavano compratori ed organizzavano commerci illegali (ricordiamo che pedofili, terroristi, veri criminali ecc. utilizzano quotidianamente e-mail offerte dai più disparati siti web, e non per questo tali siti vengono sequestrati né chi offre tali servizi viene arrestato con l’accusa di pedofilia, terrorismo, criminalià ecc). Neghiamo però con convinzione che esistesse una struttura coordinata dedita a tali attività. Tanto meno che, Matteo Filla, proprietario dei siti in questione fosse a capo di questo coordinamento. Matteo Filla era ed è un onesto commerciante ed imprenditore che ha sempre svolto il suo lavoro in modo legale, chiaro e senza nascondere nulla (non per niente incensurato fino a ieri). E’ stato dipinto dai media come un criminale a tutti gli effetti, a capo di chissà quale organizzazione a questa è pura diffamazione.
Non riusciamo a capacitarci di come abbiano fatto ad immaginare che, se veramente esisteva un’organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, utilizzasse un sito chiamato “mariuana punto it” per portare a termine i propri affari. Mentre in tutta Europa i vari stati ammettono il fallimento del proibizionismo e optano per strade più tolleranti qui in Italia continua il clima di persecuzione e accanimento nei confronti di quasi 4 milioni di consumatori. A fine marzo 2005 a Pantelleria un ragazzo di 23 anni si è ucciso dopo esser stato arrestato per alcune piantine di marijuana: non è bastato questo caso per far iniziare a riflettere chi ha tanto a cuore la nostra sicurezza. Non vi annoieremo con tanti discorsi a favore della canapa: trovate in qualsiasi libreria guide, libri e manuali che ne descrivono i mille usi e ne esaltano le potenzialità.
Quest’ultima operazione di cui abbiamo parlato fin’ora ha richiesto l’impiego di decine di uomini per quasi un anno: non pensate che forse sarebbe stato meglio dedicarsi a problemi piùconcreti? Credete veramente che operazioni del genere siano in grado di fermare una cultura che esiste da secoli (se non millenni)? Siete sinceramente convinti che valga la pena rovinare decine di famiglie con perquisizioni alle 7 del mattino, per una sostanza che è meno nociva del tabacco o dell’alcol? Infine (e questa domanda è rivolta a voi giornalisti): non vi vergognate di quello che scrivete e soprattutto di come lo scrivete? Sognavo di fare il giornalista da piccolo, di raccontare alla gente la verità, quello che succedeva nel mondo. Oggi sono schifato dal vostro lavoro, da quello che leggo e di come siete capaci di demonizzare una persona (nome, cognome e foto!) solo per dare in mano al vostro direttore un buon pezzo. Abbiate per una volta il coraggio di fare un passo indietro e riprendere per mano la notizia, per trattarla finalmente con la giusta dose di serietà che necessita.
Tutta la nostra solidarietà va alle persone coinvolte in questa folle operazione. Questo è il nostro messaggio per fargli capire che ci siamo e che da qui noi non ci muoviamo Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, a testa alta, perchè…
GIUSTO O SBAGLIATO NON PUO’ ESSERE REATO.
Aggiornamento: dal 23 settembre 2005 i siti in questione sono di nuovo on-line. Siamo in attesa di vedere quali iniziative deciderà di intraprendere l’amministratore dei siti, sperando che ci sia la volontà di supportare le persone coinvolte ingiustamente nell’operazione.
Pace Amore Legalizzazione
Matteo ”Ecko”
(amministratore del portale www.enjoint.com – direttore editoriale della rivista Dolce Vita)